SIENA – Il 3 agosto e il 29 settembre sono le due date che Marc Hirschi ha cerchiato in rosso. E sono due eventi che Marc correrà con la maglia rossocrociata, quella della sua Svizzera. Marc è un falco, uno di quegli atleti che sa puntare. Che sa farsi trovare pronto quando arriva il momento clou ed essendo in nazionale il leader designato merita una grande attenzione.
Quando ha avuto carta bianca ha messo nel sacco una tappa al Tour, una Freccia Vallone, un terzo posto ai mondiali. E più recentemente, solo lo scorso anno, il Giro dell’Appennino, la Coppa Sabatini, il Giro del Lussemburgo e il campionato nazionale.
Dalla UAE alla Svizzera
Il connazionale Rubens Bertogliati ad un giornale svizzero (Mattino Online Ticino) ha dichiarato che: «Credo che in questa stagione potrebbe tornare ad essere protagonista. Marc ha pagato più del dovuto gli infortuni e il conseguente passaggio alla UAE».
E proprio il suo team è un punto chiave. Hirschi è un cacciatore di classiche, un vincente. Milita nella prima squadra al mondo, la UAE Emirates, ma se questa da una parte gli dà tanto, dall’altra gli toglie qualcosa. E’ inevitabile: con tanti campioni in rosa, spesso si ritrova a vestire i panni del gregario.
Noi per esempio abbiamo scambiato delle battute con lui alla Strade Bianche, e quel giorno il leader guarda caso era Tadej Pogacar. Marc stesso ci disse prima del via: «Giustamente oggi lavoro per Tadej».
Non è un caso che da quando è in questo team abbia vinto molte gare, ma non quelle WorldTour. Anche quest’anno ha aperto la stagione con un successo di forza e astuzia e alla Faun Drome Classic, ma si tratta di una prova 1.Pro.
Più Zurigo che Parigi
Se gli obiettivi erano due, Hirschi ci è sembrato quasi più interessato ai mondiali che non ai Giochi Olimpici di Parigi. Ma è anche normale visto che si terranno proprio in Svizzera, a Zurigo. E che forse il percorso parigino è sin troppo scorrevole per le sue caratteristiche di scattista.
«Sì – dice Hirschi – per me i campionati del mondo quest’anno sono l’obiettivo più grande. Si corrono nel mio Paese di origine. E poi ci sono le Olimpiadi. Sarebbe bello iniziare da queste chiaramente, ma non sarà facile prendervi parte perché come ranking abbiamo solo due posti a disposizione e di mezzo c’è anche la cronometro».
Hirschi non ha poi torto, però è anche vero che le convocazioni olimpiche per gli svizzeri sembrano già fatte. Lui stesso è nettamente il primo atleta nel ranking UCI dei rossocrociati e il secondo è Stephen Kung, che punterà soprattutto sulla cronometro. Pensate che Marc ha più di mille punti di vantaggio sullo stesso Kung.
Semmai a rompergli le uova nel paniere potrebbe essere l’altro connazionale, Stefan Bissegger, campione europeo 2022 nella crono. Però la prova in linea è nettamente favorevole alle caratteristiche di Hirschi.
Hirschi è di poche parole, ma gentile. Lo ricordiamo due anni fa alla Per Sempre Alfredo, la gara che lo vide tornare al successo dopo l’anno tremendo costellato da infortuni. Aveva voglia di raccontare.
Lui però ci crede e sotto sotto lavora proprio per questi obiettivi. Sa che gli sfidanti sono dei giganti e più di qualcuno di questi ce li ha in casa. Sa bene dunque dove deve arrivare per poter vincere.
«In questo inverno – spiega Hirschi – ho modificato un po’ la mia preparazione. Ho lavorato per essere più esplosivo: sarà necessario in quelle gare».
A tutte classiche
Hirschi ha già il suo piano di gare. Non farà grandi Giri, forse anche per questo ha puntato del tutto su un certo tipo di allenamenti. La primavera di Marc prevede una grande incetta di classiche. Ad esclusione di Gand e Roubaix, le classiche per i pesi forti, le farà tutte: dalla Sanremo alla Liegi, passando per il Fiandre e la Freccia, che vinse nel 2020. E nel mezzo altre gare.
In tutto questo bailamme di corse, il suo primo stop di stagione sarà a maggio dopo il Giro di Ungheria. Poi forse troverà il tempo di andare a vedere per bene il percorso iridato.
«Non lo conosco – ammette Hirschi – non ho ancora avuto modo di girarci, tra così tante gare e tanti allenamenti. L’ho visto solo online».
Che il 2024 sia l’anno di Hirschi? Che avesse ragione Bertogliati? Lo svizzero può covare il colpaccio, le doti ce le ha e sembra il personaggio perfetto per questo “assalto alla diligenza”.