Giro, le dritte di Cassani per digerire l’esclusione

10.02.2021
3 min
Salva

Il consiglio migliore ai ragazzi della Androni Giocattoli, storditi per l’esclusione dal Giro, lo dà Davide Cassani, commissario tecnico della nazionale.

«Se fossi Ellena o Spezialetti – dice – avrei una cosa sola da dire ai miei corridori, guardandoli negli occhi. Utilizziamo ogni corsa per fargli vedere che con questa esclusione si sono sbagliati. Con la rabbia delle grandi occasioni. E’ come quando una squadra di calcio si trova in zona retrocessione e non molla, ma anzi va a battere le grandi. Fossi in loro, la vivrei così. Mi rendo conto che non è facile, ma non ci sono altre cose da fare».

Cassani fra la delusione degli esclusi e la grinta dei debuttanti
Cassani fra la delusione degli esclusi e la grinta dei debuttanti

Dilemma wild card

Davide è nel mezzo di un giro di test in pista, programmando l’attività 2021 e osservando quello che accade nel professionismo. La scelta delle squadre per il Giro ha provocato ben più di un malumore, per giunta comprensibile. Si potrebbe parlare per ore dei criteri che hanno spinto Rcs Sport a operare le scelte delle wild card in favore della Eolo-Kometa, della Bardiani-Csf e della Vini Zabù. In realtà, la sola cosa da fare è aspettare le motivazioni di Mauro Vegni (nella foto di apertura). Perché alcuni passaggi della scelta, in assenza di un criterio oggettivo, destano davvero qualche perplessità.

Davide, che cosa ti sembra della seleziona fatta?

Quando si commenta l’esclusione di una squadra italiana, è sempre duro da spiegare. Soprattutto perché l’Androni ha dimostrato di onorare sempre il Giro d’Italia e ha lanciato davvero tanti ragazzi nel WorldTour. Se non altro, avranno ancora a disposizione un bel calendario per farsi valere. Ed è già buono che sia stata concessa la wild card in più, altrimenti saremmo qui a parlare di due esclusioni.

Non sarebbe meglio abbandonare il sistema degli inviti e affidarsi a criteri più oggettivi?

Il guaio è che sarebbe difficile stilare una graduatoria.

Francesco Gavazzi è fra coloro che, secondo Cassani, vogliono rilanciarsi
Gavazzi è fra coloro che, secondo Cassani, vogliono rilanciarsi
Il Giro d’Italia U23 è andato avanti per anni con il sistema delle qualificazioni, un po’ come si è fatto qua con la Coppa Italia o Ciclismo Cup che dir si voglia…

Vero, però alla fine l’anno scorso siamo passati anche là agli inviti, perché i direttori sportivi obiettavano che non si potevano sfinire i ragazzi nella rincorsa al posto. L’unico criterio potrebbe essere il ranking Uci dell’anno prima, perché altrimenti avresti squadre che corrono di più e vanno a fare punti in giro per il mondo e altre che non possono.

Ti aspettavi che Quintana sarebbe rimasto fuori dal Giro?

Onestamente preferisco ragionare da cittì della nazionale e sono contento che ci sia spazio per una squadra italiana in più.

Era già scritto che la squadra di Basso e Contador sarebbe entrata?

Scritto non so, ma è innegabile che il progetto sia valido. Hanno corridori giovani e altri più esperti che vogliono rilanciarsi.

Immagina di essere uno dei corridorini con poca esperienza della Vini Zabù, quale sarebbe stasera il tuo stato d’animo?

Avrei il morale a mille. A partire da Mareczko e giù a scendere, mi sentirei la responsabilità di far vedere che il posto ce lo siamo meritato. Mi ricordo che quando passai professionista a 21 anni non vedevo l’ora che il Giro cominciasse. Ecco, penso che loro dovrebbero viverla allo stesso modo.