L’approdo di Biniam Girmay alla NSN Cycling è uno dei principale colpi di mercato, certamente dopo il passaggio di Evenepoel alla Red Bull-Bora e quello di Ayuso alla Lidl-Trek. Non solo per il grande peso specifico del corridore eritreo, reduce da un’ultima stagione difficile, ma anche per i cambiamenti in essere nel suo nuovo team, che ha cambiato nome e licenza allontanandosi dalla realtà israeliana che ha creato tanti problemi, vedi l’ultima Vuelta.


Una trattativa che Alex Carera ha curato e seguito in prima persona e che racconta senza veli: «Di cambiare squadra – spiega – si era parlato e deciso anche prima dell’annuncio che Intermarché e Lotto si sarebbero unite. Oltre a quella scelta avevamo altre quattro possibilità, di squadre WorldTour in primis e ovviamente Lotto-Intermarché aveva fatto la sua proposta perché Biniam restasse. Prima di tutto abbiamo capito se volevamo continuare o meno e nel momento in cui abbiamo rescisso il contratto, comunque i contatti con le altre squadre erano già avviati. Noi abbiamo scelto principalmente in base alle possibilità di calendario, del progetto sportivo che ci hanno sottoposto».
Avendo avuto contatti con loro, quanto è cambiata la NSN Cycling rispetto alla Israel della passata stagione?
Il problema della Israel non era sportivo, la struttura c’era, era efficiente, ma purtroppo era schiacciata dal problema politico, anche se non dovrebbe mai essere così. Il problema per la Israel Premier Tech erano che i fondi arrivavano da un Paese in una situazione politica difficile. Ma a livello sportivo non è cambiato nulla: il manager finlandese era e finlandese rimane, per dirne una. A livello di fondi, invece, è cambiato tutto, perché ora i soldi arrivano da società che non hanno gli stessi contatti con Israele.


Biniam come arriva al nuovo team, in che momento della carriera è?
Abbiamo avuto una crescita costante nei primi quattro anni alla Intermarché, mentre nel 2025 ha avuto un anno con una miriade di secondi posti, ma con una situazione di squadra difficile. Già prima di metà anno, i dirigenti erano concentrati sul progetto fusione e questo pesava sulle scelte di campo, sui materiali, sull’evoluzione dell’annata. Nel ciclismo di oggi sono molto importanti i materiali e purtroppo alcune scelte non erano all’altezza dell’anno precedente. Di conseguenza hanno influito sulle prestazioni sportive di moltissimi atleti che hanno reso meno delle potenzialità. Biniam è comunque atleta giovane e in crescita, che ha fame di successi e io credo che nel prossimo triennio tornerà a essere il corridore che nel 2024 era tra i primi 10 al mondo.
La squadra ha detto di voler investire molto su di lui, soprattutto di voler lavorare molto sul costruirgli un treno adatto per vari tipi di corse, sia classiche di un giorno che grandi giri…
E’ normale, è anche per questo che abbiamo scelto il team, perché è nel loro progetto costruire una squadra forte intorno a lui. Un velocista ha ancora più bisogno di una struttura adeguata intorno rispetto a uno scalatore, di un treno che lo metta nelle condizioni per poter aspettare il momento giusto nella posizione migliore. Il fatto che sia arrivato 6 volte secondo e 2 terzo quest’anno, di cui quattro volte con un corridore in fuga vincendo la volata degli inseguitori, dice che la qualità è lì, è mancata solo la vittoria. Speriamo che la nuova struttura gli dia quel quid in più per riassaporare il successo.


Il fatto di aver firmato un contratto triennale è anche in quest’ottica, nel senso di lavorare a un progetto intorno a Biniam per portarlo a vincere sempre di più?
Certamente. Oggi il ciclismo crea progetti a lunga scadenza, cosa che fino all’anno 2020 non avveniva. Un atleta come Girmay, con il suo carico di storia, garantisce visibilità, marketing e sta a noi agenti farlo capire. Il team di Kjell Calstrom aveva tutto l’interesse di creare un progetto a lunga scadenza, altrimenti si corre il rischio di una separazione prima di vedere il compimento dei propri propositi, possono arrivare sirene da altri team. Ormai si devono creare dei progetti a lunga scadenza.