NARBONNE (Francia) – La Cote du Midi si sveglia con un vento insolitamente fresco. Nella notte ha piovuto e il cielo è ancora coperto da qualche nuvola. Da Montpellier, dove il Tour de France osserva il giorno di riposo e dove ieri sera, tra una birra e un gelato, i mezzi delle squadre già affollavano la piazza, ci siamo spostati a Narbonne. E’ qui, in uno splendido resort tra vigneti pregiatissimi e dolci colline di macchia mediterranea, che è di stanza la Visma-Lease a Bike di Jonas Vingegaard.
La conferenza stampa inizia di buon mattino. E’ all’aperto. Vingegaard si presenta con una tazza fumante, la tuta lunga e i calzini nei sandali. Non il massimo dello stile, ma di certo una tenuta comoda e rilassata, ideale per un giorno pensato per ricaricare le batterie.
Una giornata trascorsa tra riposo assoluto per alcuni, rulli o una sgambata per altri, in uno scenario ancora molto naturale del sud della Francia. Un recupero prezioso prima del Mont Ventoux e della terza settimana.


Jonas, pensi che ancora potresti vincere questo Tour de France? E se sì, come lo farai?
Sì, penso ancora di poter vincere. Ovviamente sembra e sarà molto difficile ora. E’ una grande sfida, ma ci credo ancora. Normalmente la mia forza è nella terza settimana. Non ti dirò le tattiche, ma credo ancora di potercela fare.
Quale potrebbe essere la tua possibilità?
Attaccare. Sono più di quattro minuti indietro. Dobbiamo provare a fare qualcosa. Ma non posso dire di più nel dettaglio.
Hai la sensazione di poter crescere ancora, quindi?
Sì, ho questa sensazione. Purtroppo ho avuto due giorni difficili, che non mi capitano quasi mai. Di solito non avevo proprio giornate negative. Ma posso solo guardare avanti e crederci. Di certo se non ci credi, non succede nulla.
Cosa ti aspetti dal Mont Ventoux?
E’ un giorno un po’ diverso. Dovrebbe fare freddo, sarà una giornata particolare con una sola grande salita alla fine. E’ un arrivo iconico, ci sarà una grande battaglia.


Hai già notato alcuni punti deboli in Pogacar?
Per essere sincero, no. Tadej Pogacar è molto forte, quindi ovviamente non direi che ha delle difficoltà. Penso che sia uno dei corridori più completi in gruppo, se non il più completo. E comunque, anche se ne trovassi uno, non lo direi. Penso che sia lui, come me, che due anni fa abbiamo fatto un vero salto di qualità. Solo che lui, nell’ultimo anno, è migliorato ancora un po’. Alla fine io ho perso la maggior parte del tempo in due giorni (la prima crono e Hautacam, ndr) e penso che la differenza tra me e Pogacar non sia poi così grande. Anzi, secondo me è minore rispetto all’anno scorso.
Però come ti spieghi questa differenza?
Posso dire con certezza che l’incidente dell’anno scorso ha avuto un grande impatto su di me e sulla mia condizione. Non ero due passi indietro, ma dieci passi indietro. Il problema che ho avuto quest’anno alla Parigi-Nizza non è neanche lontanamente paragonabile: dopo una settimana, seppur lentamente, ho ricominciato ad allenarmi. Dal 2020, dopo la pandemia, il gruppo ha alzato mediamente del 10 per cento il proprio livello. E in questo contesto si è visto che avere continuità, allenarsi a lungo senza intoppi è fondamentale. Anche per noi i piani di allenamento erano basati su questa stabilità. Però quest’anno sto crescendo.
Quindi non si molla?
No, il Tour finisce a Parigi. Ovviamente quattro minuti sono tanti, ma penso ancora di poter fare la differenza. Sono disposto a rischiare anche il mio secondo posto pur di provarci. Tadej è forte e mi aspettavo questo suo livello, ma non penso che sia molto migliore dell’anno scorso.


Chiaro…
Come ripeto, ho perso gran parte del terreno in due giorni, due giorni in cui non sono stato io all’altezza. E quando sai che puoi andare più forte, non perdi fiducia in te stesso.
Pensi di aver commesso qualche errore durante questo Tour de France?
Ho avuto due giorni difficili e quando succede, ovviamente perdi tempo. Ma chiunque può avere una giornata no. Il perché lo stiamo ancora cercando, ma non abbiamo ancora una risposta: semmai questo è il problema. Per come è andata, potrei avere difficoltà anche oggi nella sgambata… per dire.
In generale, Jonas, sembri più rilassato, scherzi di più… Stai cercando di ricostruire un’altra immagine di te stesso?
No, non mi interessa. Le persone possono pensare ciò che vogliono su di me. Non mi interessa l’immagine, però è vero che in qualche modo mi diverto più di prima e sono più rilassato nel vivere la corsa.