Fino alla primavera aveva corso molto e aveva anche vinto, poi quasi di colpo Arvid De Kleijn è sparito, salvo rivederlo in gara sul finire dell’estate e di nuovo tornare a sfrecciare come una moto. Per il corridore del Tudor Pro Cycling Team, sono arrivate infatti due vittorie.
Cosa è successo a questo potente trentenne olandese ce lo dice il suo direttore sportivo, Sylvain Blanquefort. Un diesse al quale lo stesso De Kleijn è molto legato, visto che lo aveva già guidato alla Swiss Racing Academy, prima che diventasse Tudor. E sempre lui lo ha voluto nel team professionistico quando nel 2022 stava nascendo l’attuale team.
Un errore banale
«Arvid – racconta Blanquefort – ha subito un trauma al ginocchio durante un ritiro in quota ad aprile con la squadra. Ci è voluto molto tempo per risolvere questo infortunio. Il team è rimasto molto attento alla sua situazione. Lo ha supportato nel miglior modo possibile nel suo processo di guarigione con un costante controllo da parte dei medici della squadra».
Proprio De Kleijn a suo tempo aveva parlato di uno errore sciocco. Aveva sbattuto con il ginocchio sul manubrio danneggiando la parte ossea della rotula, a quanto pare. Questo ha compromesso gran parte della sua stagione. Ma l’atlelta di Herveld, cittadina ad un centinaio di chilometri a Sud-Est di Amsterdam, non si è perso d’animo.
«Come per tutti i corridori, questi non sono mai momenti facili – ha ripreso Blanquefort – soprattutto perché l’infortunio è arrivato in un periodo con tante gare in programma e tante possibilità di vincere. Ma Arvid è un corridore esperto, ha saputo gestire bene la frustrazione ed è stato paziente per il suo ritorno».
Ritorno da leone
Un problema del ciclismo attuale è che se perdi il treno per infortuni relativamente lungh,i poi recuperare è un bel “casotto”. L’olandese non ha corso dalla Scheldeprijs del 3 aprile, fino alla crono inaugurale del Giro di Danimarca del 14 agosto. Ma questo sembra non aver scalfito De Kleijn, anche se parliamo di un velocista. Magari in tal senso va peggio allo scalatore.
Ancora Blanquefort: «Per il suo recupero, abbiamo fatto un training camp di allenamento in quota con tutta la squadra a Khutai (in Austria, ndr) a luglio per prepararci al meglio alla seconda parte di stagione. Questo blocco di lavoro è stato davvero buono per lui e la via del suo recupero. La squadra gli ha concesso ancora un po’ di tempo per lavorare prima di tornare a correre, cosa che è avvenuta al Giro di Danimarca. Ne è uscito frustrato, perché aveva la possibilità di vincere una tappa».
Ma evidentemente non è facile neanche per lo sprinter ritrovare il colpo di pedale, la brillantezza per poterla sfruttare su un lotto di avversari che ormai è altissimo in ogni gara del calendario WorldTour e non.
«Il GP Fourmies (che Arvid ha vinto, ndr) ha segnato l’inizio di una lunga serie di gare con sprint di questo finale di stagione. Ed in queste competizioni che De Kleijn vuole essere protagonista e fare il più possibile da qua fine anno».
Con Blanquefort si parla anche dell’europeo, che proponeva un tracciato piuttosto adatto alle caratteristiche di De Kleijn, ma il diesse sostiene che certe scelte spettano al tecnico della nazionale olandese. «Tra l’altro in Olanda ci sono grandi velocisti e Arvid era appena tornato alle corse. Era davvero complicato per lui far parte di quella selezione».
De Kleijn leader
In questi giorni, a diversi media olandesi De Kleijn ha anticipato un po’ le sue ambizioni per l’anno che verrà. Dopo la vittoria ad Isbergues, tra l’altro arrivata in modo inaspettato – era caduto, si è rialzato, ha vinto allo sprint con tanto di esultanza limitata dal mal di schiena (nella foto di apertura, ndr) – Arvid ha detto di voler prendere finalmente parte al suo primo grande Giro. Potremmo così vederlo in Italia o, perché no, al Tour de France, che sembra aprire le porte alla squadra svizzera. Intanto da qui a fine stagione lo vedremo impegnato al Kampioenschap van Vlaanderen, alla Gooikse Pijl e al Tour del Langkawi.
«Arvid – va avanti Blanquefort – è uno sprinter puro. E’ davvero molto veloce. Nelle gare che finiscono in volata ormai è sempre uno dei favoriti. Dallo scorso anno la squadra è stata anche in grado di mettergli un treno a disposizione. Gli automatismi con i giovani corridori del treno sono buoni e loro stessi stanno progredendo e questo offre migliori possibilità ad Arvid.
«Una sua caratteristica che apprezzo? E’ un vero leader con il suo gruppo. Dopo una vittoria o una gara andata meno bene, ha sempre le parole giuste e cerca di motivare tutti per il giorno successivo. E’ una persona molto diretta e di altissima qualità».