Garofoli rialza la testa: «Tempo di togliere il freno a mano»

31.12.2023
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ALTEA (Spagna) – E’ una sorta di buco quello in cui si è infilata da un paio di stagioni la carriera di Gianmarco Garofoli, marchigiano dell’Astana Qazaqstan Team. A pensarci bene, lui è stato il primo ad aver lasciato il Team Dsm, prima di Dainese e di Milesi. La squadra olandese lo aveva preso nel suo devo team e con loro Garofoli ha conquistato l’unica vittoria da quando è under 23: la tappa di Cervinia al Giro di Val d’Aosta del 2021. Passato alla Astana Continental, nell’ordine sono intervenuti un problema cardiaco e due volte il Covid. Si è fermato. E’ ripartito. Poi si è fermato ancora. E finalmente quest’anno, nella prima stagione WorldTour e malgrado una condizione fisica ancora da definire, a partire dal Romandia si sono visti i primi segnali di ripresa.

Garofoli fa parte della stessa infornata di Germani, Milesi e Piganzoli ed ha appena un anno più di Pellizzari. Conoscendo la sua ambizione, c’è da scommettere che morda il freno per recuperare il terreno perduto.

Dicembre è stato un mese più intenso del solito per Garofoli, chiamato a debuttare al Tour Down Under
Dicembre è stato un mese più intenso del solito per Garofoli, chiamato a debuttare al Tour Down Under
Con che spirito hai vissuto il primo ritiro?

Con più consapevolezza. Sicuramente quest’anno sono riuscito a crescere molto mentalmente e mi sento più sicuro di me stesso. Ho le idee chiare su cosa voglio fare e insieme alla squadra stiamo cercando di lavorare al meglio per ottenere il massimo.

Fisicamente a che punto ti trovi?

Sto bene e lavoro per il debutto in Australia. E visto che si tratta di correre a gennaio, dicembre è stato un mese abbastanza intenso. Non so se al Tour Down Under sarò già competitivo, però ci arriverò con una buona condizione. Dal 2024 mi aspetto molto. Voglio iniziare a vedere risultati tangibili, perché non sono qua per giocare e prendere lo stipendio.

Usare la sfortuna come scusante non è il massimo, ma certo te ne sono capitate parecchie…

Gli ultimi due anni sono stati veramente duri. Anche in questa stagione, la mia prima da professionista, non ho avuto un bell’inizio con il Covid a gennaio. Ho ricominciato quasi da zero ad aprile in Sicilia e sono andato abbastanza bene. Da lì sono riuscito a finire l’anno senza grossi intoppi, ma logicamente il salto era piuttosto alto e ne sono uscito molto affaticato. Ma adesso voglio far vedere qualcosa di buono.

Finora la sola vittoria di Garofoli da U23 è venuta a Cervinia nel 2021 in maglia DSM (foto Giro Valle d’Aosta)
Finora la sola vittoria di Garofoli da U23 è venuta a Cervinia nel 2021 in maglia DSM (foto Giro Valle d’Aosta)
Ventuno anni sono pochi per capire che corridore potresti diventare?

Direi proprio di sì, non ce l’ho affatto chiaro. La cosa che invece ho ben chiara è quello che non voglio essere, cioè il corridore che sono stato nel 2023: né carne né pesce. Bisogna cambiare le cose e vediamo dove si fissa l’asticella. Sicuramente darò il massimo per farmi trovare pronto quando sarà il momento.

Cosa ti dà fiducia: i test, le sensazioni?

Soprattutto il modo in cui riesco a gestirmi, la crescita mentale. Logicamente anche il fisico poi ne trae giovamento, perché sono più consapevole di come allenarmi. E’ difficile dirlo a dicembre, non abbiamo fatto chissà quali e quanti test e abbiamo solamente 5-6 settimane di allenamento nelle gambe. Non so dire quale sia realmente il mio livello, ma sarà più alto dell’ultima stagione.

Vedere che i tuoi coetanei cominciano a fare qualche risultato è uno stimolo oppure provoca qualche prurito?

Un po’ brucia, è normale visto che abbiamo corso sempre insieme. Vedere Milesi campione del mondo U23 della crono e con la maglia rossa della Vuelta, oppure Piganzoli che comincia ad arrivare davanti come lo stesso Pellizzari, che è anche marchigiano, mi ha fatto capire che devo togliere il freno a mano. Negli ultimi due anni sono stato bloccato, ora è il momento di cambiare e vedere dove posso realmente arrivare.

Grande fatica al Lombardia, suo primo Monumento. Garofoli è alto 1,80 e pesa 63 chili (nel 2023 era 4 sopra)
Grande fatica al Lombardia, suo primo Monumento. Garofoli è alto 1,80 e pesa 63 chili (nel 2023 era 4 sopra)
Il miglior Garofoli andava bene in salita, in volate ristrette e anche a crono: si lavora su tutto?

Voglio tenermi tutte le mie qualità. Voglio andare forte in salita e a cronometro, non concentrarmi solo sulle volate, anche se quest’anno allo sprint ho fatto un quinto posto nell’ultima tappa del Romandia. Quello non sono io o almeno non sono solo quello. Posso essere brillante nei finali, ma non mi piaceva come andavo in salita. Ero cresciuto troppo di massa, pesavo circa 4 chili più. Quest’anno li ho persi, in salita vado molto più forte e questo aspetto voglio valorizzarlo.

E’ arrivato il momento di fare un grande Giro?

Abbiamo iniziato a parlarne, ma è tutto in ballo. Mi piacerebbe fare il Giro d’Italia, perché se non sarà quello, non penso che per me ci saranno altri Giri durante l’anno. Però voglio andare un passo per volta e il primo obiettivo è presentarmi in buone condizioni alla Tirreno-Adriatico, che passa vicino casa. Lì voglio dare il massimo e chissà che a quel punto non si aprano le porte per il Giro.

Cosa faresti se Amadori ti chiamasse nella sua nazionale U23?

Nella seconda parte di stagione, si potrebbe aprire qualche porta in questo senso, dato che sono all’ultimo anno da under 23. Non sarebbe male provare a fare bene al Tour de l’Avenir o al mondiale: Non li vivrei come una retrocessione, ma come veri obiettivi. Negli ultimi anni, tanti corridori del WorldTour hanno corso il Tour de l’Avenir per vincerlo. Mi viene in mente Carlos Rodriguez, che al primo anno con la Ineos fece secondo. Negli ultimi due anni non sono riuscito a partecipare a certe corse: nel 2022 per la miocardite e quest’anno perché ci sono state diverse difficoltà. Perciò, se sarò competitivo, Marino sa che può chiamarmi. Ci sentiamo, lui mi vuole bene e mi considera uno del gruppo.