Ganna ci ha preso gusto. Con il rosa e con la popolarità. Dice che l’anno scorso la gente forse non conosceva bene il suo nome e semplicemente salutava la maglia rosa. «Ma qui in Piemonte – dice dopo la tappa – mi hanno riservato un’accoglienza eccezionale e devo dire che lo trovo emozionante».
Come Nibali
Stamattina abbiamo capito che stesse per arrivare alla firma di partenza perché dal fondo della strada, al margine del giardino antistante la Palazzina di Caccia di Stupinigi, di colpo si è sentito montare un brusio, che è diventato un’eco e poi un urlo. Solo con Nibali fanno così. I suoi compagni erano già arrivati tutti, Pippo ha sistemato la bici sulla rastrelliera e nel frattempo stringeva le mani a tutti i colleghi che lo incrociavano.
Alla presentazione delle squadre, quando poi è venuto il momento del Team Ineos, Paolo Mei si è smesso a snocciolare i suoi risultati. Vincitore di cinque tappe al Giro. Campione del mondo della cronometro. Quattro volte campione del mondo dell’inseguimento. Egan Bernal, piccolino al suo fianco, lo ha guardato sorridendo come a prenderlo in Giro: sei davvero tu? I due si sono fati una risata e poi la tappa è potuta partire, con il passaggio di Filippo salutato dal pubblico. E mentre Nibali è un personaggio schivo, Ganna non ha paura di utilizzare la sua popolarità per il bene del ciclismo.
Spot per il ciclismo
«Siamo lo sport meno costoso che ci sia – dice – per vederci devi solo scendere in strada. Siamo online su mille piattaforme. Per vedere una corsa puoi prendere la famiglia e farti una passeggiata. Spero che tanta gente si avvicini al ciclismo e cominci a praticarlo».
In realtà, nonostante il suo essere estroverso, Ganna è un timido e la popolarità gli è arrivata addosso come una doccia bella fresca: piacevole, ma sarà meglio abituarsi gradualmente.
«Quando sono in corsa – dice – mi piace sentir chiamare il mio nome. Quando sono per i fatti miei in strada, può capitare invece che abbia la luna storta e allora essere riconosciuto non è così bello. Lo capisco che chiunque realizzi grandi cose nello sport per il suo Paese venga visto come una sorta di eroe, ma per me gli eroi sono altri. Ad esempio quelli che durante il primo lockdown erano in prima linea a combattere per gli altri».
Qualche sassolino
Eppure il gigante piace, anche per il suo essere diretto. E se deve togliersi un sassolino dalla scarpa, riprendendo il concetto già espresso ieri quando ha parlato delle pressioni dei media, non si tira indietro. Così quando un collega gli chiede che cosa intendesse giorni fa parlando “dell’effetto trattore” che si rischia dopo un periodo di lavoro molto duro, fa un sorriso sotto la mascherina e risponde dritto: «L’effetto trattore è quello che si è visto la settimana scorsa, quando avete cominciato a dire che Ganna non andava più». Ultima domanda, è tempo di andarsene. Domani altra tappa, ma più insidiosa di questa. Se piove, avranno grandi ispirazioni uomini come Ulissi e Sagan. Altrimenti si proverà ad arrivare nuovamente in volata.