Milano-Sanremo 2025, Poggio, Tadej Pogacar, Mathieu Van der Poel, Filippo Ganna

EDITORIALE / L’importanza di avere un piano B

29.12.2025
6 min
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Prepararsi un piano B. Le parole pronunciate un paio di giorni fa da Rossella Di Leo si possono estendere a tutto il mondo del ciclismo, non soltanto ai corridori che devono smettere di correre. Nulla è per sempre. E se la carriera di un atleta è legata al suo rendimento e al riscontro che questo può avere agli occhi di manager e sponsor, per il movimento ciclistico mondiale il discorso è più complesso, ma tutto sommato identico.

Bryan Olivo, 22 anni, ha lasciato il ciclocross da tricolore juniores, per dedicarsi alla strada. Il fuoristrada poteva essere il suo piano B? (foto Alessio Pederiva)
Olivo, 22 anni, ha lasciato il ciclocross da tricolore juniores, per dedicarsi alla strada. Il fuoristrada poteva essere il suo piano B? (foto Alessio Pederiva)

Il piano B di Olivo

In questi ultimi giorni del 2025 si succedono riflessioni e spunti. Mattia Agostinacchio, folletto fortissimo del cross, è approdato grazie a questo nel WorldTour con la maglia della Ef Education-Easypost. Correrà su strada, ma ha preteso di andare avanti con l’attività offroad. In questi stessi giorni, Bryan Olivo si è accasato con lo Swatt Club, dopo essere stato lasciato a piedi dalla Bahrain Victorious nella quale aveva messo da parte il cross per puntare sulla strada. Il piano B alla fine è arrivato, ma ha il sapore del ripiego.

Poteva essercene un altro mantenendo il cross? Può darsi, ma la voglia o la necessità di portare al professionismo ragazzi poco più grandi che bambini costringe a rinunce che impediscono lo sviluppo dell’atleta nella sua completezza. I devo team sembrano sempre più una catena di montaggio e sempre meno una scuola di sport. Per i signori del WorldTour, a 22 anni sei da buttare.

UCI Cyclocross World Cup 2024-2025, Mathieu Van der Poel
Mathieu Van der Poel, dominatore nel cross, ha lasciato capire che questa potrebbe essere la sua ultima stagione
UCI Cyclocross World Cup 2024-2025, Mathieu Van der Poel
Mathieu Van der Poel, dominatore nel cross, ha lasciato capire che questa potrebbe essere la sua ultima stagione

Il piano B del ciclocross

La necessità di avere un piano B si impone allo stesso ciclocross, dopo che Van der Poel ha annunciato che questa potrebbe essere la sua ultima stagione. L’olandese ha incassato la solidarietà dell’eterno rivale Van Aert, che già da un po’, complici varie vicissitudini, è parso puntarci molto meno. Di fatto però la prospettiva di perdere il duello fra i giganti sta mettendo in crisi lo sport (invernale) preferito dai belgi.

In un interessante punto della situazione su Het Nieuwsblad, il giornalista belga Guy Van Langenbergh ha delineato prospettive traballanti. Le vittorie scontate di Lucinda Brand e dello stesso Van der Poel non generano entusiasmo, avendo reso ormai prevedibile il risultato. Se ne sono accorti gli investitori, rassegnati probabilmente al fatto che non vinceranno (quasi) mai. Il Ridley Racing Team non è riuscito a trovare uno sponsor principale e presto cesserà di esistere. Amandine Fouquenet, rivelazione della stagione tra le donne, sarà senza sponsor dal primo gennaio per la chiusura di Arkéa B&B. Stesso discorso per Ryan Kamp, senza sponsor dopo che negli ultimi due anni ha corso per i fratelli Roodhooft.

Dopo i 17.600 spettatori di Hofstade per Van der Poel e Van Aert, l'indomani a ZOlder senza l'iridato si è scesi a meno di 5.000 (immagine Instagram: mat_book)
Dopo i 17.000 spettatori di Hofstade per Van der Poel e Van Aert, l’indomani a Zolder senza l’iridato si è scesi a meno di 5.000 (immagine Instagram/mat_book)
Dopo i 17.000 spettatori di Hofstade per Van der Poel e Van Aert, l'indomani a ZOlder senza l'iridato si è scesi a meno di 5.000 (immagine Instagram: mat_book)
Dopo i 17.000 spettatori di Hofstade per Van der Poel e Van Aert, l’indomani a Zolder senza l’iridato si è scesi a meno di 5.000 (immagine Instagram/mat_book)

Organizzatori e pubblico scontento

Non va meglio per gli organizzatori, prosegue l’analisi di Van Langenbergh. Allestire le grandi gare in Belgio è redditizio, ma soprattutto costoso e non tutti gli eventi ormai fanno il tutto esaurito. Al record dei 17.000 spettatori di Hofstade alla presenza di Van der Poel e Van Aert hanno fatto da contraltare i 5.000 di Zolder dove però VdP non c’era. Il pubblico nel frattempo inizia a lamentarsi, perché le dirette stanno diventando a pagamento e il biglietto di ingresso alla Coppa del mondo di Gavere è salito a 25 euro. Se far pagare il biglietto è la via per risollevare il ciclismo, forse anche in questo caso di potrebbe cercare un piano B.

A tutto ciò si aggiunga che gli atleti che si dedicano alla doppia attività – fra loro Van der Poel, Van Aert, Nys, Toon Aerts, Verstrynge, Del Grosso, Puck Pieterse e Shirin Van Anrooij – si fermeranno dopo i mondiali di fine gennaio a Hulst, per prepararsi al debutto su strada. La platea tornerà a disposizione degli specialisti che però in apparenza non destano l’interesse dei tifosi e degli investitori. Il ciclocross ha un piano B per quando i giganti avranno smesso di sfidarsi?

Pogacar domina i Giri e le classiche: anche nei giorni storti, la sua superiorità è schiacciante. Il suo contratto arriva al 2030
Pogacar domina i Giri e le classiche: anche nei giorni storti, la sua superiorità è schiacciante. Il suo contratto arriva al 2030

Il ciclismo dei dominatori

Proviamo a fare lo stesso discorso per la strada. Le vittorie spettacolari di Van der Poel nel cross sono prevedibili e questo provoca un calo non tanto dei tifosi quanto piuttosto degli sponsor. Si può pensare che potrebbe essere così anche per quelle di Pogacar, una volta che ad esempio lo sloveno avrà conquistato la Sanremo e la Roubaix? Su strada ci sono più avversari e anche giovani emergenti, ma intanto è lecito pensare che gli sponsor continueranno a masticare amaro. Ne avranno voglia ancora a lungo?

Certo il calendario estivo è ben più consistente e il bacino del pubblico è più grande, ma ricordiamo quel che accadde quando si ritirò l’ultimo dominatore e ci accingemmo al primo Tour senza di lui. L’edizione del 2006 fu un disastro, in un ciclismo diverso (fortunatamente) dall’attuale. Il tempo che Armstrong si togliesse dalla scena e l’Operacion Puerto causò il ritiro dalla corsa dei principali sfidanti degli anni precedenti. Mentre Floyd Landis, che sembrava destinato a conquistare la maglia gialla, fu eliminato a sua volta dagli ordini di arrivo, con la maglia gialla consegnata in un secondo momento a Oscar Pereiro Sio.

Alla presentazione del  Tour 2007, Prudhome consegna la maglia gialla a Oscar Pereiro Sio
Alla presentazione del Tour 2007, Prudhome consegna la maglia gialla dell’anno precedente a Oscar Pereiro Sio
Alla presentazione del Tour 2007, Prudhome consegna la maglia gialla dell'anno precedente a Oscar Pereiro Sio
Alla presentazione del Tour 2007, Prudhome consegna la maglia gialla dell’anno precedente a Oscar Pereiro Sio

Il piano B della strada

Per seguire Armstrong tanti avevano imboccato la stessa strada, oggi per raggiungere il livello stellare di Pogacar si sta innalzando il livello della performance. Si cercano ragazzini che possano seguirne le orme (o quelle di Evenepoel) e poco importa quanti se ne bruceranno durante la ricerca. Tadej e il suo immenso talento, che nulla hanno a che vedere con le abitudini dell’americano, hanno portato il gruppo a ricercare guadagni in dettagli di cui si ignorava persino l’esistenza. E a gettare dalla rupe gli atleti poco meno che eccellenti. Un valido piano B potrebbe essere la ricerca della normalità, capire che stiamo vivendo un’epoca irripetibile e sarebbe sbagliato pensare che il ciclismo continuerà per sempre allo stesso modo.

Che cosa succederà quando anche Pogacar smetterà? Da chi sarà composto il gruppo (proviamo a pensare anche a quello italiano) se nel frattempo tanti giovani vengono sacrificati senza neppure dargli la possibilità di emergere? Il ciclismo ha pronto un piano B o arriveremo a quel punto e poi si vedrà?