EDITORIALE / Campionato italiano, non tutto rose e fiori

24.06.2024
6 min
Salva

Diciassette corridori all’arrivo su 155 partenti. L’ordine di arrivo del campionato italiano è un lungo elenco di DNF che un po’ falsa la percezione di come è andata davvero la corsa. La vittoria di Bettiol è stata un flash che ha coperto con la sua luce quello che accadeva alle spalle. E mentre abbiamo ancora negli occhi la sua azione prepotente e sfrontata e la bellezza del suo sorriso sul traguardo, forse è arrivato il momento di guardare là dietro per capire cosa sia successo.

«Il mio campionato italiano – dice Lorenzo Germani, unico atleta della Groupama-FDJ in gara – è stato uguale a quello di chi si è ritirato dopo 5 chilometri e non è vero. Ho provato ad anticipare sul circuito, prima che i pezzi grossi aprissero il gas. Ho resistito fino all’accelerazione di Ciccone e a quel punto mi sono ritrovato con Oldani, Albanese e Vendrame e le ammiraglie della Cofidis e della Arkea a farci da apripista nel traffico. Abbiamo cercato di finire la corsa, avevamo meno di 8 minuti dai primi, ma ci hanno messo fuori durante l’ultimo giro. Il carro scopa e le ambulanze ci hanno passato senza motivo. Volevamo raggiungere il traguardo, ma abbiamo trovato le transenne in mezzo alla strada. Visto anche quello che è successo nei primi 40 chilometri, mi chiedo se fossimo davvero in un campionato italiano dei professionisti…».

Marco Frigo, 17° e ultimo corridore classificato a 3’06”. Gli altri dietro, tutti fuori corsa
Marco Frigo, 17° e ultimo corridore classificato a 3’06”. Gli altri dietro, tutti fuori corsa

Problemi in partenza

Che cosa è successo nei primi 40 chilometri? Ve lo diciamo fra un momento. Prima però facciamo un passo indietro e torniamo al mattino, quando eravamo tutti a Piazzale Michelangelo, per le operazioni di partenza.

Il sistema dei parcheggi è andato in tilt. Senza una vera gestione, si sono ritrovate auto stampa e mezzi della Polizia in mezzo ai pullman delle squadre. E quando il piazzale si è riempito, i pullman Lidl-Trek, Tudor Pro Cycling, VF Group-Bardiani e Team Polti sono stati messi sulla strada, nella corsia dei bus turistici. Questo ha fatto saltare i nervi ai gestori dei chioschi di souvenir che si sono visti bloccare gli affari per gran parte della mattinata. Pace.

Il via è stato dato con un quarto d’ora di ritardo, perché si aspettava Eugenio Giani, il Governatore della Toscana. Non si sa se perché a Firenze fosse giorno di elezioni comunali o se per motivazioni personali, sta di fatto che Giani non c’era e i corridori hanno atteso sotto la pioggia che arrivasse.

«Sulla partenza – spiega Liliana Di Giacomo della Larcianese – abbiamo cercato di attendere il governatore Giani, in quanto Regione Toscana è stata sponsor principale dell’evento e ci pareva giusto portare il massimo rispetto. Siamo subentrati dopo la rinuncia di un altro organizzatore a meno di 45 giorni dall’evento e vogliamo ringraziare il governatore Eugenio Giani. Senza il suo intervento non sarebbe stato possibile realizzare questi campionati Italiani. L’esclusione dei corridori è avvenuta quando il distacco sfiorava il quarto d’ora e avevano da affrontare ancora una volta la salita. Quindi ci avrebbero messo in difficoltà col traffico e con la sospensione della circolazione ordinata dalla Prefettura di 15 minuti».

I numeri non coincidono. I corridori coinvolti portano i loro dati su Strava per dimostrare che le distanze fossero inferiori e il ritardo ben più leggero. Roberto Damiani, che apriva la strada ai ritardatari con l’ammiraglia della Cofidis, parla di 3’45” dalla testa della corsa al penultimo passaggio sul traguardo. «Oldani è arrivato 18° a meno di 8 minuti e trovando le transenne chiuse ai 200 metri dall’arrivo. E’ falso che avessimo quasi 15 minuti di ritardo».

Quando il Governatore Giani è arrivato, la corsa è potuta finalmente partire (foto Valerio Pagni)
Quando il Governatore Giani è arrivato, la corsa è potuta finalmente partire (foto Valerio Pagni)

Tempi troppo stretti

Ma non è solo questo che non ha funzionato in un campionato italiano che, volendosi concentrare unicamente sulla giornata conclusiva, ha presentato diverse criticità. Per amor del vero, va ribadito che le società intervenute per organizzarlo hanno avuto poco tempo a disposizione.

La Federazione aveva dato mandato alla Lega di organizzare i tricolori e la scelta, dopo un bando, era caduta su Extra Giro, la società del mondiale di Imola 2020 e del tricolore 2021. Ci sono stati i primi contatti a ottobre, poi gli incontri con Regione Toscana a dicembre e gennaio. La società romagnola chiedeva le lettere di affidamento economico – così spiega Marco Selleri – e visto che queste non arrivavano e vantando già crediti nei confronti di altre Amministrazioni, il 20 marzo Extra Giro si è tirata indietro.

La ricerca di chi subentrasse non è stata evidentemente agevole. Finché il Comitato regionale toscano, supportato dalla Regione, ha preso in mano la situazione, creando un pool fra varie società: nel weekend, la Larcianese e la US Aurora. Si sono rimboccati le maniche. Ci hanno provato. Hanno puntellato la situazione, ma questo non è bastato per tenere ogni aspetto sotto controllo.

La UC Larcianese ha fatto del suo meglio, ma forse avrebbe avuto bisogno di altro supporto
La UC Larcianese ha fatto del suo meglio, ma forse avrebbe avuto bisogno di altro supporto

I primi 40 chilometri

Veniamo dunque ai primi 40 chilometri. Già durante il ritorno a casa, abbiamo ricevuto messaggi da corridori di una certa esperienza come De Marchi, Trentin e Oldani. Pare che anche Ganna avesse un diavolo per capello. Damiani ci ha fornito altre conferme. Traffico contromano durante il trasferimento. Incroci scoperti e auto che entravano e attraversavano. Traffico fermato pochi secondi prima del passaggio del gruppo, con veicoli fermi dietro le curve. Chi si è fermato per fare la pipì oppure ha bucato, nel rientrare si è trovato con auto private che si infilavano nella coda delle ammiraglie, anche contromano. Almeno fino al Mugello, i corridori hanno definito la situazione imbarazzante sul piano della sicurezza. Poi nel circuito le cose sono migliorate.

Per fortuna non ci sono stati incidenti. A un certo punto però, all’ennesima auto entrata nel gruppo, i corridori hanno rallentato fino quasi a fermarsi. Qualcuno ha proposto di chiuderla lì, ma sotto la spinta delle squadre più numerose (e anche grazie al senso di responsabilità), il campionato italiano è andato avanti. Persone accanto all’organizzazione hanno parlato di disposizioni modificate al mattino, quando tutto era già stato definito come nella gara delle donne del giorno prima. Sarà vero? E perché farlo?

Mentre Bettiol riceveva il premio dal Governatore Giani, non si aveva la percezione di quanto fosse accaduto
Mentre Bettiol riceveva il premio dal Governatore Giani, non si aveva la percezione di quanto fosse accaduto

Il rischio di Bettiol

All’arrivo non si è avuta percezione di tutto questo. Il buffet, l’accoglienza trionfale per Christian Prudhomme e la musica hanno coperto quanto intanto accadeva in corsa. C’era persino l’arco dell’arrivo messo in curva, sebbene ci fosse lo spazio per metterlo in rettilineo. Nessun problema, visto l’arrivo a ranghi ridottissimi. Se invece fosse arrivato un gruppetto in volata?

Alberto Bettiol ha conquistato la maglia tricolore davanti a 16 sfidanti e nulla di ciò che è accaduto dietro avrebbe potuto incidere sul risultato. Tuttavia il gruppo alle sue spalle era molto più numeroso e i corridori che erano ancora nei tempi consentiti meritavano di concludere la corsa. Allo stesso modo in cui meritavano un’organizzazione all’altezza dell’evento che assegna il simbolo più importante della Federazione ciclistica: la maglia tricolore. Forse oltre ad assegnare l’incarico, si sarebbe potuto valutare meglio le forze in campo ed eventualmente intervenire in loro supporto. Magari il Comitato regionale toscano avrebbe avuto bisogno di supporto. Per fortuna è andata bene.

Probabilmente Bettiol, partito per ultimo da Piazzale Michelangelo, non si è accorto nemmeno che al suo uscire dalla zona transennata, un’auto di servizio si è avviata convinta che fossero già usciti tutti e ha rischiato di centrarlo. Chi c’era ha imprecato in modo violento. E’ proprio vero, quando una giornata nasce sotto la buona stella, non c’è proprio nulla che possa mandarla di traverso.