Doppietta Milan e l’analisi di Baffi, ds velocista della Lidl-Trek

15.05.2024
6 min
Salva

I corridori sopraggiungono alla spicciolata dopo l’arrivo. La vittoria di Milan è venuta a capo della tappa più veloce nella storia del Giro e, mentre parla, Adriano Baffi si guarda intorno aspettando che arrivino gli altri. L’evacuazione è nel pieno, la Lidl-Trek deve raggiungere Montesilvano, a circa 30 chilometri dal traguardo di Francavilla: i corridori andranno con le ammiraglie, più agili del pullman nel traffico dell’Adriatica.

Il direttore sportivo cremasco non è uno che parli molto, ma fra quelli della squadra americana sa meglio di tutti che cosa significhi vincere una tappa in volata al Giro oppure lottare contro i giganti. Il suo bottino parla infatti di cinque tappe al Giro e una maglia a punti. Ma è giusto indicare anche i dodici podi messi insieme in 17 anni di carriera. E più di una volta a batterlo fu Mario Cipollini, uno cui per fisicità è facilmente collegabile il gigante Milan.

«Le emozioni di quando si fa una volata – ammette Baffi sorridendo – sono le stesse di quando vincevo io. Mi sembra sempre di essere lì anche io, invece sono sulla macchina. Per fortuna abbiamo la televisione, così sono riuscito a vedere la vittoria di Jonathan».

Adriano Baffi, classe 1962, è entrato nel gruppo Trek sin dalla nascita nel 2011
Adriano Baffi, classe 1962, è entrato nel gruppo Trek sin dalla nascita nel 2011

Tributo ai compagni

Come dopo la vittoria di Andora, Milan ha appena finito di ringraziare la squadra, in un finale che è stato convulso e velocissimo. Merlier, già primo a Fossano, è stato retrocesso per aver chiuso Molano alle transenne, così al terzo posto è salito Lonardi.

«Non è solo questo sprint che mi fa felice – ha detto Milan in zona mista – ma anche tutto il lavoro che i miei compagni hanno fatto per me. Oggi mi hanno supportato, mi hanno portato in una posizione cruciale per la gara e questo mi ha fatto felice. Hanno creduto in me e devo dire grazie per questo dal fondo del mio cuore. Il finale è sempre difficile da immaginare, cerchiamo di gestirlo il più possibile. E’ stato difficile, ma ho trovato la mia posizione. Merlier è partito molto forte, io ho cercato di fare il mio ed è andata bene».

Baffi ascolta quello che gli riferiamo e annuisce: le cose stanno esattamente così. E per lui che è stato velocista e ne ha ancora lo sguardo, ogni tassello va al posto giusto.

Milan ha abbracciato tutti i compagni e lo staff dopo l’arrivo e li ha ringraziati
Milan ha abbracciato tutti i compagni e lo staff dopo l’arrivo e li ha ringraziati
Il finale è stato un po’ confuso, senza treni o grandi riferimenti…

Ormai diventa difficile parlare di treno, quando ci sono 7-8 velocisti che nel finale vogliono fare le stesse cose. Nessuno ha più il potenziale per fare 2 chilometri davanti, tenendo il gruppo dietro. Oggi sapevamo di dover portare Johnny davanti ai 400 metri. Era un rischio, perché col vento contro puoi piantarti, ma Stuyven ha fatto quello che doveva e poi si è trattato di gestire la volata con tutte le incognite che può avere. E Milan è stato bravo a non farsi chiudere.

Qual è stata la sua bravura?

Nel momento in cui è rimasto solo ai 400 metri, senza un uomo che gli tirasse la volata, si è fatto strada da solo. Ha saputo tenere la posizione, lasciandosi sempre una via d’uscita. E’ stato bravo ad attaccarsi alla ruota di Merlier, la scelta giusta. La squadra gli ha permesso di non prendere un filo d’aria fino agli ultimi 500 metri. Il fatto che li abbia ringraziati significa che si è reso conto che fino a quel punto non ha dovuto spendere nulla più del necessario.

A lungo in fuga Affini e Van Dijke della Visma (che ha perso Uitdebroeks) e Champion
A lungo in fuga Affini e Van Dijke della Visma (che ha perso Uitdebroeks) e Champion
Secondo te nel prendere posizione ha sfruttato l’esperienza della pista?

Chiaro che la pista gli abbia dato un bagaglio tecnico che altri non hanno. Anche se non fa spesso prove di gruppo, ha delle abilità non comuni. Ma sa anche lui che puoi avere tutto il bagaglio tecnico che vuoi, ma si vince o si perde per un solo secondo di esitazione. Tutti possono sbagliare, non tutti possono vincere.

Credi che a Napoli abbia sbagliato qualcosa?

Le volate non sono tutte uguali e il percorso di Napoli era più complicato rispetto a quello di oggi. E poi credo che aver avuto Narvaez davanti lo abbia distratto fino al momento di partire. Non sai mai sino in fondo se il gruppo potrà prenderlo e quando poi ha lanciato la volata, aveva a ruota Kooij che quel giorno è stato più forte. Puoi essere il migliore, ma trovi sempre uno che ti batte.

Da Baffi velocista a Milan velocista, lo guardi e cosa pensi?

Ha le carte in regola per continuare e crescere. Non si possono fare paragoni importanti, perché ancora deve dimostrare molto, però quando arriva ai 300 metri ha l’esplosività e la capacità di tenere che furono anche di Cipollini e Petacchi. Ha tenuta, questo fa la differenza rispetto ad altri velocisti.

Di certo, per essere uno che è appena arrivato in squadra, sembra aver trovato presto le misure…

Dare un giudizio dopo quattro mesi è difficile, ma di certo ha trovato un ambiente che gli dà fiducia e non è poco. In tutto il 2023 aveva vinto tre corse, quest’anno siamo già a quota cinque. Diciamo che sta ricambiando la fiducia che gli viene data.

Quanto è diverso il mondo della volata rispetto a quando le facevi tu?

La volata è sempre uno sforzo di esplosività e resistenza. Andavamo veloci anche noi, ma c’era meno nervosismo di adesso. Credo che nelle condizioni attuali, anche Petacchi e Cipollini farebbero fatica ad avere un treno che possa emergere sugli altri. Loro avevano i migliori nel ruolo ed erano gli unici a farlo. Oggi vediamo volate disordinate perché tutti hanno la capacità di fare quel che prima facevano in pochi.

Prossima volata a Cento?

L’appetito vien mangiando, ma soprattutto vincere fa crescere la fiducia. Sapere di poterlo fare aiuta a farlo ancora. Domani verso Fano è facile immaginare che arrivi la fuga, ma nel ciclismo di oggi, così scientifico, non è mai facile azzeccare le previsioni. Approfittiamo delle occasioni, non ci montiamo la testa più di tanto. Abbiamo un bel gruppo.

Accanto a Baffi è seduto Bagioli, domani potrebbe essere il suo giorno. Il valtellinese, che ieri è arrivato quarto a Cusano Mutri, sta ritrovando lo smalto e la tappa dei muri marchigiani (non quelli della Tirreno, ma pur sempre begli strappi) potrebbe fare al caso suo. Lui sorride con scaramanzia, ma dal bagliore in fondo allo sguardo si capisce che l’idea non gli spiacerebbe affatto.