«E’ bello – mormora Arnaud De Lie alla partenza da Kuurne – che facciano il paragone con una leggenda come Philippe Gilbert. Non mi rende nervoso. Anzi, mi spinge in avanti. Non sento davvero la pressione, perché penso che la mia fisionomia sia più vicina al tipo di Tom Boonen. Il Giro delle Fiandre e la Parigi-Roubaix sono le gare dei miei sogni. Non Liegi-Bastogne-Liegi, che passa dietro casa mia. Se ho la fortuna di essere tra i migliori al mondo entro dieci anni, allora forse posso concentrarmi sulle classiche delle Ardenne. Ma prima voglio essere il terzo vallone a vincere il Giro delle Fiandre. Non c’è due senza tre. Sarebbe bello se un giorno potessi scrivere il mio nome accanto a Criquielion e Gilbert. Tra qualche anno saprò se quella speranza è giustificata».
Intervista alla transenna
La fortuna che si sia fermato nella zona mista al via della Kuurne-Bruxelles-Kuurne, con un po’ di tempo a disposizione. Un addetto stampa benevolo e la mattina non troppo fredda. Appunti della trasferta in Belgio, alla vigilia per noi della Sanremo, mentre il ragazzino di 19 anni della Lotto Soudal, 1,82 per 77 chili, seguirà il programma fiammingo fino alle grandi classiche di lassù.
La vittoria al GP Monseré (foto di apertura) non c’è ancora stata, verrà una settimana dopo il nostro incontro. Al via di Kuurne ha vinto solo una corsa a Mallorca dopo essere stato uno degli juniores di maggior rilievo in Belgio. Lo voleva la Quick Step, se l’è preso la Lotto Soudal.
«Ero in contatto con Lefevere – dice – abbiamo parlato tanto e non si andava oltre, finché la Lotto mi ha offerto un contratto e io l’ho informato che avrei debuttato con loro. La Quick Step in ogni caso non mi avrebbe fatto passare subito. E così sono diventato un neoprofessionista. Nel media day di inizio stagione, prima sono stati annunciati i programmi dei big, poi è stato ricavato uno spazio anche per me. Ho capito che hanno fiducia in me e l’ho trovato motivante».
Quasi 500 vacche
Quel che più piace e che i colleghi belgi suggeriscono di chiedergli è la storia di famiglia. Il paese da cui arriva, Lescheret, è nella punta più bassa della regione vallone, quasi al confine con il Lussemburgo. Suo nonno Jules, scomparso da poco, veniva dal Nord poi decise di spostare la famiglia.
«Mio nonno era un contadino – dice – anche il mio bisnonno e adesso mio padre Philippe. Abbiamo un allevamento di bovini a casa nostra. In totale abbiamo poco meno di cinquecento vacche, di cui una quarantina da latte. L’inverno scorso ho provato a dare una mano, ma non è più tanto possibile. E così mio padre è in difficoltà, perché mio fratello Axel ha un altro lavoro e mia sorella Edwige ha solo 17 anni. La fattoria fa parte della mia vita. Ci sono cresciuto. La mattina in cui ho vinto l’Omloop Het Nieuwsblad U23 dello scorso anno, mi sono alzato con mio padre, ho aiutato a preparare le mucche per la mungitura, poi sono corso a casa alle 7,30 per andare alla corsa».
A scuola da Victor
La squadra gli ha messo accanto Victor Campenaerts, anche lui appena arrivato ed evidentemente capace di trasmettere nozioni al ragazzino desideroso di imparare.
«Victor è il mio mentore – racconta – un super tecnico. Mi ha subito preso sotto la sua ala, mi ha anche ospitato a casa sua per una settimana. Mi insegna il fiammingo e le strade qui intorno, che conosce benissimo. In ritiro abbiamo condiviso la stanza. Ha quella vena perfezionista che ogni professionista vuole avere. Cerca tutti i dettagli ed è disposto a condividere la sua esperienza».
Vendicare Leuven
Ma la sua origine vallone non mente. Nel 2020 ha vinto la Philippe Gilbert Juniores, corsa di due tappe. E il belga è sempre stato uno dei suoi due riferimenti ciclistici.
«All’inizio lo vedevo come una superstar – ammette mentre il tempo sta per scadere – mentre ora siamo compagni di squadra. Gli piace prendermi in giro, come fanno i valloni tra di loro. Da bambino ero fan anche di Cancellara, per il suo modo di correre, con i capelli al vento. Sembrava forte anche giù dalla bicicletta. Era davvero Spartacus, un gladiatore. Ma mi conviene restare con i piedi per terra. Va bene riuscire a vincere, andrà bene anche se capirò gli errori. La mia stagione sarà un successo se sarò selezionato per i mondiali U23 in Australia. Voglio davvero vendicarmi per Leuven (dove è caduto e ha dovuto arrendersi, ndr). In quel periodo è morto anche mio nonno Jules. Se a Wollongong va come spero, il primo anno da professionista sarà stato un successo…».