Mondiale Rwanda 2025

Come si disegna un mondiale equilibrato? risponde Cassani

03.10.2025
5 min
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Ancora alla vigilia del mondiale di Kigali in diversi si erano interrogati su come fosse possibile, su un tracciato così selettivo, con oltre 5.000 metri di dislivello, battere Tadej Pogacar. E in effetti il fenomeno sloveno non ha lasciato spazio ad interpretazioni, facendo la differenza già a 105 chilometri dal traguardo. Cioè ancora prima del 2024, quando era scattato a 101 dall’arrivo, cosa che già pareva oltre il limite dell’immaginabile.

Ma come si disegna il tracciato della corsa più importante dell’anno? Come si trova il giusto equilibrio tra selettività e spettacolo? L’abbiamo chiesto a Davide Cassani che, oltre ad essere stato cittì della Nazionale italiana, è stato anche in prima linea nell’organizzazione (fulminea) del mondiale del 2020.

Davide Cassani 2025
Davide Cassani, ex cittì della Nazionale, è stato in prima linea nel disegnare il percorso del mondiale di Imola del 2020
Davide Cassani 2025
Davide Cassani, ex cittì della Nazionale, è stato in prima linea nel disegnare il percorso del mondiale di Imola del 2020
Davide, come ti è sembrato il percorso del mondiale in Rwanda? Molti hanno detto che fosse troppo duro.

Mi sembra che fosse sì, certamente duro e impegnativo, ma credo che ogni tanto un percorso duro ci voglia, perché premia i corridori più forti. Anche perché è vero che al traguardo sono arrivati in pochi, ma è anche perché li hanno fermati giro dopo giro. 

Quindi duro sì, ma non troppo? 

Forse sì e forse no. I mondiali di solito, negli ultimi anni o decenni, si decidevano quasi sempre nell’ultimo giro. E’ da quando sono arrivati questi corridori che esplode prima. L’anno scorso è stato reso durissimo perché i corridori hanno attaccato  a 100 dall’arrivo. Per dire che tante volte sono i corridori a rendere duro un percorso. Per fare un esempio, se ci fosse stato un Pogacar ad Imola, forse la gara si sarebbe decisa ad 80 chilometri dall’arrivo, e non all’ultimo giro.

Alaphilippe mondiale 2020
L’attacco decisivo di Alaphilippe nel 2020, in un tracciato selettivo ma equilibrato
Alaphilippe mondiale 2020
L’attacco decisivo di Alaphilippe nel 2020, in un tracciato selettivo ma euilibrato
Parliamo appunto del mondiale di Imola 2020. Come avete disegnato il percorso?

Sai, quella era una situazione particolare. Abbiamo dovuto organizzare tutto in meno di un mese. Io avevo in mente il percorso del mondiale del ‘68, poi L’UCI ci ha chiesto di adeguarlo all’altimetria del percorso svizzero già in programma e allora l’abbiamo modificato.

E come avete fatto?

Abbiamo aggiunto due salite, quella di Mazzolano e la Gallisterna. Io sono quello che ha avuto l’idea e l’ho proposta alla Regione, poi sono loro che assieme agli organizzatori l’hanno portata avanti.

Mondiali 2025 Ciccone Ayuso
Che gli ultimi mondiali siano stati tra i più duri della storia lo conferma il numero degli atleti arrivati al traguardo, soltanto 30 su 165 partenti
Mondiali 2025 Ciccone Ayuso
Che gli ultimi mondiali siano stati tra i più duri della storia lo conferma il numero degli atleti arrivati al traguardo, soltanto 30 su 165 partenti
Un’idea che sembra aver funzionato…

Devo dire che la Regione è stata perfetta. L’asfalto è stato sistemato subito, per esempio, e gli organizzatori sono stati eccezionali, certo anche facilitati dall’arrivo dell’autodromo, che ha reso tutto più semplice. Ma anche quello faceva parte del nostro progetto. Non a caso, credo, dall’UCI poi sono arrivati i complimenti per l’abilità di mettere in piedi un mondiale in così poco tempo. 

A proposito di tempo, a parte la vostra esperienza, gli organizzatori quanto prima devono pensare al tracciato? Possono costruirlo già in base ai corridori o si inizia troppo presto?

La mia unica esperienza è quella di Imola, cioè di qualcosa fatta in un mese o anche meno. Secondo me, sia nella mia esperienza da corridore che da cittì, il comitato organizzatore propone e poi l’UCI manda i propri tecnici a vedere se funziona. Anche quando correvo, i mondiali me li trovavo così, di volta in volta, senza una grande programmazione a monte.

Podio mondiale Glasgow 2023
Il podio del mondiale del 2023, uno dei più belli degli ultimi anni: corridori da classiche che si sono sfidati con corridori da grandi giri
Podio mondiale Glasgow 2023
Il podio del mondiale del 2023, uno dei più belli degli ultimi anni: corridori da classiche che si sono sfidati con corridori da grandi giri
Torniamo al presente. Se potessi decidere oggi il tracciato migliore del prossimo mondiale, come lo disegneresti?

Farei un percorso abbastanza impegnativo, ma non troppo. In modo da avere tutti i più grandi campioni a giocarselo. Lo farei un po’ meno duro di quello di quest’anno, per invogliare tutti i corridori più forti del panorama a venire a darsi battaglia per in una gara così importante. Evitando, per esempio, di non avere gente come Van der Poel o Van Aert, come è successo quest’anno.

Il percorso che più ti è rimasto nel cuore, tra quelli vissuti sia da corridore che da cittì?

Bella domanda. Forse, alla fine, quello di Varese. Mi sembra sia stato molto interessante perché era duro, ma non durissimo. Con due salite sì impegnative, ma non impossibili, che hanno lasciato comunque aperta la corsa. Poi certo, lì abbiamo avuto anche un gran bel finale.

Davide, ultima domanda. Come vedi il tracciato dell’anno prossimo, più o meno aperto di quello del 2025?

Se ho capito bene dovrebbe rispecchiare abbastanza  il GP di Montreal. Quindi un percorso non durissimo, ma comunque impegnativo, che Pogacar ha già vinto più volte e che quest’anno ha regalato ad un compagno di squadra. Quindi in teoria dovrebbe essere più abbordabile anche per corridori da classiche ed essere più aperto. Ma se Pogacar rimarrà a questo livello batterlo sarà comunque dura, durissima, per chiunque altro.