Cattaneo squillo mondiale. Una freccia fra le vie di Katowice

03.08.2023
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KATOWICE – Una freccia sul Tour de Pologne, una freccia che presto sarà azzurra. Mattia Cattaneo, atleta della Soudal-Quick Step, ha vinto la tiratissima crono in quel di Katowice. Tappa che poi dopo il nulla di fatto di ieri è diventata la frazione regina dell’intera gara. Quello del lombardo è un vero squillo mondiale.

La giornata non inizia nel migliore dei modi. Ci sono delle folate di vento, fa piuttosto fresco e soprattutto piove. Però lo stesso vento aiuta a spazzare via parte delle nuvole. E alla fine anche ad asciugare l’asfalto.

Col sorriso

Cattaneo vince dunque la crono di Katowice. Precede di 13” Joao Almeida e di 14” Geraint Thomas. Anche loro saranno impegnati nella crono iridata di Glasgow

«Squillo mondiale? Il mondiale è un’altra cosa – dice Cattaneo – ma sono contento perché questo dimostra che ci arrivo nel migliore dei modi. Ho lavorato tanto e da tanto tempo su questa specialità. La squadra ha creduto in me come cronoman. Questo per me è un risultato che vuol dire tantissimo».

Cattaneo ha superato molte difficoltà, sia in stagione che in carriera. A 30 anni suonati sembra aver trovato un certo equilibrio, una certa consapevolezza. Sa come affrontare gli stress, le difficoltà appunto.

Per fare un esempio, nel tendone appena dietro alla rampa del via, quasi tutti gli atleti che man mano aspettavano la chiamata erano tesi. Concentrati. Avevano lo sguardo basso o perso nel vuoto. Chi muoveva le gambe, chi toccava e ritoccava la bici, chi faceva stretching… Solo due corridori erano più sereni di altri: Cattaneo appunto e Mohoric, il quale è riuscito a mantenere la maglia per pochi decimi.

«E l’ultima curva – spiega ridendo lo sloveno – non l’ho fatta proprio bene».

Tornando a Cattaneo, la condizione psicofisica si valuta anche da questi aspetti marginali, come appunto il non essere teso prima di un momento importante. Elemento d’oro in vista dei mondiali.

«Ma questo sono io – riprende Mattia – vivo il ciclismo in modo “easy”. Anche se non rido in certi frangenti, o al contrario non ho il muso lungo, sono comunque concentrato, come tutti gli altri del resto. Ognuno ha il proprio modo di concentrarsi».

Cattaneo (classe 1990) era 18° nella generale prima della crono. Al termine era 5° (a 39″ da Mohoric)
Cattaneo (classe 1990) era 18° nella generale prima della crono. Al termine era 5° (a 39″ da Mohoric)

Verso Glasgow

Cattaneo si prende dunque una vittoria importante, tra l’altro la prima nel WT per lui. Il Tour de Pologne è una corsa che brilla di luce propria ormai. Il livello è alto, la cornice di pubblico importante, la diffusione mediatica ancora di più. In questi giorni ne parlano i tg, i giornali e in televisione ci sono repliche a ripetizione sino a notte fonda.

«In questo Polonia – spiega Cattaneo – sapevo che potevo fare bene nella crono e ci ho creduto tanto. Sapevo di poter fare un buon risultato. Onestamente non mi aspettavo di vincere. Credevo più in un quinto, sesto posto. Una top 10… visto il parterre. E per questo sono contentissimo».

E il parterre in effetti è di quelli pesanti. Oltre a Thomas ed Almeida, Cattaneo ha messo dietro gente come, Foss, Bisseger… tutti corridori che troverà poi al mondiale contro il tempo. 

Un po’ di numeri

Nel finale di gara, Mattia e Mohoric, e poco dopo anche Almeida, si ritrovano dietro al palco. Almeida, nonostante abbia perso per pochi centesimi il confronto con il corridore della Bahrain-Victorious, scherza. Si parla anche di watt.

«La ricognizione fatta al mattino – va avanti Cattaneo – è sempre un momento delicato. Era una crono abbastanza tecnica, con tante curve in città. Ma anche tanto veloce se fosse stata asciutta. Col bagnato sarebbe cambiato tantissimo e ammetto che sarebbe stata anche la mia preoccupazione… A me infatti non piace molto rischiare quando piove. Ma per fortuna la gara è stata asciutta.

«Ho utilizzato una corona da 60 denti e davanti una ruota da 100. Il vento non si sentiva tanto. Poi devo dire che con questi nuovi caschi Specialized e quella fascia non si sente proprio. Si fa fatica a percepirlo, sia per una questione di rumore, che di aria dietro al collo. Davvero è incredibile.

«Sì, in un paio di occasioni ho sentito delle folate sul manubrio, ma niente di che. Nel finale poi il vento spingeva parecchio: era a favore».

Mohoric nella sua analisi post gara spiega come abbia guadagnato su tutti nella seconda parte della prova tranne che su Cattaneo. Mattia aveva spinto ottimamente sin dal primo metro. Ed è stato il migliore non solo col crono dunque, ma anche nella gestione dello sforzo.

«Non so – ha concluso Mattia – a quanto andassi: a crono guardo solo i watt… come tutti del resto. Però credo di aver fatto la differenza su un tratto a cinque chilometri e mezzo dalla fine. C’era un drittone di 900 metri che tirava e lì vedevo che i watt erano alti. Tanto alti… ».