Il primo riposo è alle spalle e per fortuna nell’area di Vigo le temperature sono scese di parecchio. La massima è stata per tutto il giorno di 26 gradi, circa 14 meno rispetto ai giorni scorsi in Andalucia. La Vuelta riparte senza Tiberi, eliminato da un colpo di calore, e con la classifica che vede ancora in testa O’Connor, poi Roglic, Carapaz, Mas e al quinto posto Mikel Landa, già quinto all’ultimo Tour. La Soudal-Quick Step punta forte sul basco e per dargli qualche chance in più gli ha costruito attorno una bella squadra. Fra gli uomini prescelti, c’è anche Mattia Cattaneo. Lui avrebbe dovuto fare parte della guardia scelta di Remco per il Tour, ma qualcosa (che ora vi racconteremo) glielo ha impedito. Per adesso è in hotel che riposa in vista della decima tappa, che inizia con una bella salita di prima categoria. Giusto per non farsi mancare nulla.
«Fino a ieri – dice – c’era un caldo potentissimo, da far venire i pompieri a spruzzare acqua sul gruppo. Nove giorni tutti così. Detto questo, siamo qui per Mikel, ma non so dire cosa mi aspetto. E’ veramente imprevedibile. Ogni giorno può andare via la fuga che prende i minuti. Andò così anche l’anno scorso quando Kuss beccò la fuga, prese una palata di minuti e poi fu bravo a tenerli. Secondo me dipende anche dai percorsi che aiutano questo tipo di azioni e rientri in classifica. Ormai ci sono talmente tanti corridori che vanno forte, che non si può controllarli tutti. In più non c’è un vero e proprio super favorito con la squadra costretta a controllare, per cui chiunque attacchi, può prendere del tempo».
Non parlavamo con lui dai primi giorni di primavera, quando il progetto di scortare Evenepoel al Tour de France ne aveva fatto uno dei riferimenti della squadra. Nel cerchio della fiducia del piccolo belga, anche per via dei trascorsi negli ultimi tempi, il bergamasco rappresentava uno degli elementi di maggior rilievo. Invece di colpo Cattaneo è sparito, dai radar e dalle corse. Ritirato il 24 aprile nella prima tappa del Romandia e di nuovo in gruppo soltanto il 25 luglio nella prima tappa del Czech Tour. Tre mesi di blackout, con la visita a sorpresa ai compagni nel giorni di riposo di Livigno al Giro.
Perché non sei andato al Tour?
Mi hanno trovato un problema alla tiroide e sono stato fermo quasi 40 giorni da fine aprile a metà giugno. Quindi penso che la risposta sia chiara. Era impossibile rimettersi in forma, ma io non sono uno capace di raccontare tante cose. Per cui alla fine è stato un periodo difficile. Mi hanno trovato questo problema e anche la cura, che consiste semplicemente nel prendere una pastiglia.
Tutto risolto?
Il problema è che una persona normale impiega sei mesi a trovare il dosaggio giusto. Per cui sono partiti da quello che secondo loro era corretto, però mi dava un sacco di effetti collaterali. In bici diventavo balordo. Facevo fatica a dormire. Non stavo bene in generale, per cui non sarei stato in grado di allenarmi. Quindi alla fine hanno preferito aspettare che i valori tornassero a posto, senza sapere quanto tempo sarebbe servito. Se una settimana oppure un anno, perché dipende da come reagisce il corpo, in quanto tempo si adatta e ritrova l’equilibrio. Alla fine ci ho messo un mese abbondante.
Ti hanno trovato l’anomalia alla tiroide perché sei stato male?
In realtà no, anzi stavo meglio prima rispetto a quando ho iniziato a curarmi. Sono andato a fare i controlli del sangue periodici imposti dall’UCI ed è venuto fuori un valore anomalo della tiroide. Stavo facendo la Parigi-Nizza, per farvi capire quando tutto è partito. Mi hanno chiesto se mi sentissi stanco e io ho risposto che lo ero come chiunque stesse facendo una corsa così tirata. Per cui abbiamo deciso che dopo la Sanremo sarei andato a fare degli esami specifici.
E come è andata?
Quando mi sono arrivati i risultati, non c’era un solo valore a posto, per cui mi hanno detto di stare fermo per una settimana, dieci giorni. Quando sono andato a rifare gli esami, quel valore che era appena anomalo era diventato sette volte peggiore. Nel frattempo ho provato a vedere se riuscivo a tenere un po’ di condizione, ma alla fine ho dovuto fermarmi per forza. Altrimenti non ne sarei più venuto fuori.
La squadra ti ha seguito in questo percorso?
Sono stato seguito da un endocrinologo in Italia, anche per una questione di comodità. Però sempre in contatto con Corsetti, che è il mio medico di riferimento per la Federazione, e con i dottori della squadra.
E adesso è tutto come prima?
Adesso sto bene, onestamente. All’inizio ero preoccupato, ho pensato che non ho più vent’anni e alla peggio avrei smesso. Non sapevo, dopo una roba così, se sarei riuscito a tornare. Invece sono contento, perché sono quello di prima. Certo ho dovuto vedermi il Tour di Remco in televisione, ma quasi non mi è dispiaciuto, dal tanto forte che andavano (ride, ndr).
L’importante è che stai bene, perché eri un po’ sparito anche dai radar e anche la squadra non ha fatto trapelare nulla…
Non volevano che lo dicessi finché non fossimo stati certi dei tempi di ripresa, ma a me di certe cose interessa poco. Meglio dire le cose come stanno, anche se sapete come vengono gestite queste comunicazioni. Adesso finalmente sono com’ero prima. Prendo questa pastiglia ogni mattina e fine della storia. Però all’inizio è stata davvero dura. Mi sentivo un’altra persona, ma mi hanno detto che erano sintomi connessi con la tiroide. Mi venivano attacchi d’ansia e roba così, da non capire cosa fosse. Invece, da quando ho iniziato a stare bene, i valori sono tornati tutti a posto. Sono tornati tutti in equilibrio e ora mi sento esattamente come prima.
Come è stato ricominciare?
Mi sono rimesso sotto come al solito, nel senso che sono un professionista, con la testa del professionista. Però un conto è allenarsi, un conto andare alle corse. Ho ripreso a Czech Tour ed era la prima corsa dopo quattro mesi abbondanti che non correvo. Quindi per me era già tanto essere lì, a prescindere che fosse una corsetta. Era un primo step e quando ho visto che andavo bene, mi ha dato una bella spinta.
Sei rientrato con degli obiettivi?
Gli obiettivi che mi ero posto per quest’anno sono tutti già passati (sorride amaramente, ndr). Però già essere qua alla Vuelta ed essere competitivo e aiutare Landa mi sembra una cosa grossa. Già essere tornato quello di prima per me si potrebbe considerare un primo obiettivo raggiunto.
Inizia la seconda settimana della Vuelta.
E ci sarà da centellinare le forze. Anche domani (oggi, ndr) potrebbe benissimo andare via qualcuno con 6-8 minuti di ritardo, ne prende 4 e te lo ritrovi in classifica. Si ha un bel dire che la terza settimana sarà durissima, come se la prima sia stata tenera e la seconda non sia ugualmente dura impestata…