Dopo il grande recupero dal grande incidente che lo aveva quasi costretto a lasciare il ciclismo, Egan Bernal quest’anno era tornato alla vittoria. Neanche il tempo di godersi il nuovo stato di forma che zac: il destino ci ha rimesso lo zampino. Morale della favola: frattura della clavicola. Di nuovo al lavoro. E ora, cosa si sa del colombiano?
Ne abbiamo parlato con uno dei direttori sportivi della Ineos Grenadiers, Xavier Zandio. Entrambi di madrelingua spagnola, i due hanno un ottimo rapporto e si sentono con costanza. Oltre alle sue parole aggiungiamo quelle freschissime, di Scott Drawe, direttore della perfomance in casa Ineos.
«Bernal e Arensman ci offrono garanzie per una lotta nella classifica generale. Il percorso è adatto ad Egan». E già questo non è poco.


Egan vuole la rosa
Chiaro che Bernal attira attenzione anche da solo, ma dopo che qualche giorno fa Thymen Arensman lo ha chiamato in causa dopo la sua vittoria al Tour of the Alps, questa fame di news sul colombiano è cresciuta. Tanto più in vista del Giro d’Italia.
«Egan – ha detto Zandio – sta bene. Si sta allenando a casa sua in Colombia. E’ in quota, tutto procede regolarmente e, da quello che posso dire sentendolo, è motivato. Sta pensando a come vincere il Giro. Lui è sempre contento, ottimista. Sempre pronto a superare gli ostacoli che gli capitano lungo il cammino».
«Voglio allenarmi a casa. Fare un allenamento speciale per il Giro – aveva detto Bernal subito dopo il Catalunya – allenarmi con clima buono, visto il freddo che abbiamo preso in Spagna». Magari Egan ha solo bisogno delle sue certezze. Chi gli è vicino dice che la Volta a Catalunya gli ha lasciato grande serenità. E infatti quando manca ormai giusto una settimana al via della corsa rosa ha detto che si sente pronto per affrontare questa sfida. «Il Giro ha uno spazio speciale nel mio cuore. Sono molto motivato nel tornare».


Poche gare
Ma una delle domande che più ci interessava porre al diesse spagnolo riguardava il calendario agonistico di Bernal. Un calendario alquanto scarno. Come mai? Solo per la questione della frattura alla clavicola?
«Vero – spiega Zandio – Bernal ha corso poco e in tutto questo la frattura ha inciso. C’erano alcune gare in più nel suo programma, ma siamo stati costretti a cambiare un po’ i piani. Però le gare che ha fatto, le ha fatte bene. Il piano è questo: allenarsi bene, a casa. Ed Egan lo ha fatto in compagnia del suo compagno di allenamento di sempre, Brandon Rivera. La squadra lo sta seguendo con costanza. Il piano iniziale era comunque fare il Catalunya, l’altura e poi andare direttamente al Giro. E abbiamo deciso di rispettarlo nonostante la frattura».
Non è certo la prima volta che Bernal corre poco e si presenta a un grande appuntamento in forma. Cosa che, tra l’altro, fanno in molti al giorno d’oggi. Ma certo, da quel Bernal che vinse il Giro 2021 ne è passato di tempo. Magari un po’ di ritmo gara in più, che ha faticato tanto per ritrovare, gli avrebbe fatto bene. Ma queste sono solo supposizioni.
Quello che invece è certo, che è un dato, è che il colombiano arriverà alla corsa rosa con appena dieci giorni di gara nelle gambe. Nel 2021, quando vinse, lo fece con 18. Quell’anno, l’ultima gara prima del Giro fu la Tirreno-Adriatico, vale a dire quasi due mesi prima del via. Quest’anno, avendo fatto il Catalunya, ci arriva con un mese e mezzo di distanza. Come Primoz Roglic del resto.
«Nonostante non sia stato fortunato con la frattura della clavicola – ha detto Bernal – sono pronto a giocarmi la generale, spalla a spalla con Arensman».


Dubbi sì, dubbi no
Insomma, come starà realmente e cosa potrà fare Bernal lo scopriremo solo durante la corsa rosa. Dopo il famoso incidente del 2022, in cui davvero rischiò non solo di smettere di correre, ma di restare paralizzato (ci sono nuovi documenti che testimoniano tutto ciò), è chiaro che i punti di domanda su di lui sono maggiori.
Tuttavia, se si parte da quanto visto negli ultimi mesi, davvero non si può che essere ottimisti, come diceva Zandio. Bernal ha concluso il Tour de France 2024. Ha ripreso la stagione vincendo il titolo nazionale sia a crono che in linea. Nonostante la frattura a febbraio dopo appena 26 giorni dall’incidente si è presentato al Catalunya, dove è arrivato settimo. Per di più senza una tappa di salita, a lui congeniale, eliminata per maltempo.
Se quindi si tira una riga e si prendono in considerazione questi mesi finali, allora, come diceva Arensman, davvero può fare classifica. O almeno può partire per farla.
«Questo lo vedremo – conclude Zandio – intanto l’importante è che stia bene. Abbiamo previsto il ritorno in Europa una settimana prima del Giro e sarà pronto. Si è allenato con la massima intensità e con i giusti lavori specifici. Ormai il ciclismo e i metodi sono cambiati».