Guy Vermeiren si passa una mano fra i capelli e finalmente accenna un sorriso. Anversa respira le ultime ore prima del via. Per gente che ha vissuto decenni di Fiandre sommersi dai tifosi, la seconda volta in epoca Covid forse fa più male della prima. In altri tempi qui il traffico sarebbe impazzito, ora le auto vanno avanti per inerzia, senza sguardi né birre da sollevare. Fuori lo Schelde scorre placido e poco oltre confluisce nel mare, in una giornata più mite delle attese. Nel grande meccanismo di Flanders Classics, che organizza le più belle corse di primavera in questa parte del Belgio, Guy si occupa di accogliere e gestire i giornalisti. Il suo ruolo in realtà è quello di capo ufficio stampa della Federazione belga, ma qui ci sono insieme la necessità di fare fronte comune e a monte il senso di una grande famiglia. Così Guy detta le regole di comportamento per il Giro delle Fiandre e nel suo tono c’è una fermezza che non ammette eccezioni.
«Ma posso garantirvi – dice – che tutti potrete fare il vostro lavoro. Siete 240, più dello scorso anno, ma sempre meno dei 480 del 2019. Di solito abbiamo fra 15 e 20 italiani, questa volta siete meno di 10. Ho passato le ultime corse a studiare il modo migliore per allestire delle zone miste in cui potrete parlare con tutti, ma sia in partenza sia in arrivo, le aree riservate ai corridori restano off limits».
Test superato
Anversa, le 15,30 del sabato. Abbiamo finalmente al polso il braccialetto. La richiesta di fare un tampone supplementare per ogni corsa è arrivata via mail un paio di giorni fa. Se vuoi lavorare, è così. Lo avevamo fatto alla Sanremo, lo faremo anche martedì per la Scheldeprijs. La differenza non banale è che qui paga l’organizzazione. Purché si corra, purché si lavori. Nel piazzale si radunano le ammiraglie prima della riunione tecnica, la gente sui marciapiedi vive un’insolita vigilia di Pasqua. I bar sono chiusi come il mese scorso quando venimmo su per la Het Nieuwsblad, ma il sole rende difficile tenere tutti in casa.
Francesi a posto
«Eppure – prosegue Guy – le misure sono più strette del Fiandre di ottobre. Allora ci ritrovammo con una serie di Vip, questa volta nessuno che non abbia un ruolo sarà ammesso alla corsa. I numeri del contagio in Belgio sono ancora brutti e Flanders Classic sa che l’unico modo perché si possa correre è osservare le regole. Ai francesi che si aspettavano che ci fermassimo, ricordo che da loro si sono fatte Besseges, il Tour de la Provence e la Parigi-Nizza, perché noi dovremmo fermarci? Ogni gara organizzata finora ha funzionato bene. Intendiamoci, corse come Het Nieuwsblad, Kuurne, Harelbeke, la stessa Gand sono importantissime. Ma nessuno si offenderà se dico che sono anche servite per mettere a punto la macchina del Fiandre. Non vogliamo correre rischi, ma nei limiti consentiti dalle regole, cercheremo di svolgere la corsa più normale possibile».
Partenza alle 10,18
E’ tutto pronto, insomma. La presentazione delle squadre inizierà domattina alle 8,15 e il via ufficiale sarà dato alle 10,18. I corridori avranno davanti 254 chilometri, 19 muri e 6 tratti in pavé. A seguire, partirà da Oudenaarde la gara delle donne. Le ragazze firmeranno il foglio di partenza a partire dalle 12,45 e partiranno alle 14,18 con 13 muri e 5 tratti in pavé. Sarebbe anche il momento ora di concedersi una birra guardando scorrere le chiatte sul fiume, ma i bar sono chiusi. Sarà meglio riprendere il programma e studiare i tagli per vederli passare. Di sicuro domani ci sarà meno traffico. I belgi sanno tutto, ma per le solite misure di sicurezza, il percorso della Ronde non è stato ancora pubblicato da nessuna parte.