Le 10,15 del mattino, Alaphilippe era di buon umore. Mentre aspettava di partire per la ricognizione sul percorso della Strade Bianche, il francese continuava a far fischiare le gomme sull’asfalto umido. Il battistrada era ancora nuovo e la tenuta ovviamente precaria. Lui ghignava, con il piede ancora a terra. Pedalava, sgommava e rideva. Pedalava, sgommava e rideva. Bramati lo rassicurava che dopo i primi chilometri sarebbe andato tutto meglio. Julian rideva ancora, poi ha chiamato i compagni a raccolta, dicendo che avrebbe controllato dopo i primi due settori di sterrato.
Vittoria scaccia dubbi
La vittoria a Guilerhand Granges nella Faun Ardeche Classic su Gaudu ha allontanato i dubbi accumulati durante l’inverno. L’ultima vittoria risaliva al Tour de Wallonie del 23 luglio, lo stesso giorno in cui Van Aert vinceva la crono di Rocamadour nel Tour da cui Alaphilippe era stato escluso. Il recupero dall’infortunio della Liegi non autorizzava grossi entusiasmi, anche se lui sarebbe partito comunque.
«Non vedevo l’ora di cominciare – dice, mentre fuori è ormai buio pesto – ho lavorato molto in queste ultime settimane per essere in buone condizioni. La vittoria è stata il premio ai tanti sforzi e la conferma che la mia condizione sta migliorando di giorno in giorno. Anche la squadra sta bene. E’ bastato dire ai miei compagni che avevo buone gambe e loro si sono messi a mia disposizione».
Guerra di nervi
La Fattoria Pieve a Salti ha spalancato le porte allo squadrone belga, che di solito alloggiava a Poggibonsi. Ma questo piccolo borgo è da sempre una base di Soudal e così di tanto in tanto vedi i corridori che curiosano in giro e si godono il panorama.
Chissà se le punzecchiature di Lefevere lo motivano o lo lasciano indifferente. In Francia si fa un gran parlare di una conversazione che si sarebbe svolta fra Patrick e il campione. Alaphilippe nega ci sia mai stata. Lefevere dice di sì e per giunta alla presenza della moglie Marion Rousse e del procuratore.
Il succo, per quello che ha raccontato il manager belga, sarebbe stata la sua insoddisfazione per il rendimento di Julian nelle ultime due stagioni. Al netto degli infortuni e dei problemi di salute, la conta delle vittorie non sarebbe all’altezza dell’ingaggio e delle attese del team.
«Ho vinto – ribadisce Julian – ed è un enorme sollievo. Ho fatto molti sacrifici e la ricompensa si raccoglie alla fine. E’ una vittoria che rassicura anche. E’ davvero bello iniziare così. Sabato c’è la Strade Bianche, la mia corsa preferita. Spero di essere al punto giusto».
Un’altra corsa
Per tutta la durata della ricognizione, Julian è rimasto in coda al gruppo, girando le gambe con grande agilità. La pioggia dei giorni scorsi ha compattato gli sterrati, che si presentavano compatti e veloci. Solo dopo il rifornimento, una ruspetta dispettosa stava accumulando ghiaia mista a sabbia, che probabilmente serve per tappare i buchi, ma intanto ha reso il settore meno stabile. «Sabato sarà diverso dalla vittoria in Francia», ha detto Bramati, consapevole che il livello nella Strade Bianche sarà certamente più alto.
«Ma nemmeno là – dice Alaphilippe – sono state rose e fiori. C’era l’ultima salita nel finale e il mio unico desiderio era superarla e puntare tutto sulla volata. Gaudu in salita non lo stacchi se sta bene. Nella salita precedente avevo visto che quando ho accelerato, ha risposto perfettamente. Così ho preferito non insistere perché il traguardo era ancora lontano. David ha capito che il solo modo che avevamo per arrivare al traguardo era collaborare, ma sapeva anche che in volata sarei stato avvantaggiato. Per quello mi faceva paura quell’ultima salita, ma è andata bene. E ancora più bello è stato essere stato incoraggiato come non mai sul ciglio della strada. Mi ha scaldato il cuore».
La Strade Bianche fu terreno di conquista per Alaphilippe nel 2019, mentre l’anno scorso la tremenda folata di vento se lo portò via nella discesa di Lucignano d’Asso, preludio al volo ben più disastroso della Liegi. Sabato Alaphilippe si scontrerà con Van der Poel e magari Pidcock, sempre che dal cilindro non salti fuori, atteso come mai, un bellimbusto italiano capace di riscrivere la storia.