E’ stato tema di dibattito dell’ultimo editoriale di bici.PRO: il Consiglio Federale della Fci che si è svolto ha abolito il vincolo regionale nella categoria juniores. Tradotto un atleta può passare da un comitato regionale all’altro liberamente. Non serve più il famoso “nulla osta”.
Ma cosa significa in soldoni tutto ciò? Cosa comporterà effettivamente? Già nell’editoriale provammo a rispondere, a fare delle proiezioni, ma non è facile prevedere cosa accadrà.
Parola a Giuliani
Noi lo abbiamo chiesto a Francesco Giuliani, che è il selezionatore tecnico del comitato del Piemonte. Lui è uno di coloro che lavorano sul campo, che è a stretto contato con gli atleti e qualche delucidazione ce la può dare.
«Pronunciarsi è difficile – prova a spiegare Giuliani – il primo problema che mi verrebbe in mente è che si fa fatica a far restare in Regione gli atleti più forti. Mentre alla fine non è un grande problema per gli altri ragazzi perché pur di non lasciare a piedi un ragazzo il nulla osta veniva concesso. Nessuno impedisce ad un giovane di correre.
«Più che altro, credo che andranno a patire regioni come l’Emilia-Romagna o il Piemonte stesso, che sono buone regioni per numero di squadre e attività, ma sono al di sotto di Veneto e Lombardia. E patiranno le società. A me, infatti, a livello di convocazione non cambia molto, perché quella va in base alla residenza».
Tempi duri?
Giuliani parla di una rivoluzione necessaria, ma anche di rischi, da parte delle squadre stesse: «Perché – dice – alla fine faranno più gola quelle con più visibilità e più potere economico. Prenderanno i corridori più forti».
«Da un lato questa normativa è meglio perché i ragazzi sono più liberi, da un lato è peggio perché se si esagera con il prendere i corridori forti si rischia che vadano a finire tutti nelle stesse squadre. E così anziché esserci due o tre bravi ragazzi per ogni team, ce ne saranno dieci in due squadre. E questo inevitabilmente andrebbe ad incidere anche sulle corse».
«E in questo modo non fai risultato. E se non fai risultato lo sponsor va via… E’ così anche nei piccoli. Poi, c’è anche lo sponsor che è un amante e va avanti lo stesso, ma la maggior parte delle volte lo sponsor va via».
Giuliani, chiaramente, ha fatto un’analisi dal suo punto di vista. Alla fine fa parte di un Comitato importante, non da “pole position” ma subito dietro. Ma per le regioni del Sud?
«Sarà un massacro. Il Sud si salvava con le plurime, adesso non hanno più senso di esistere. A quel punto starà del tutto a loro sapersi adattare e modernizzarsi, ma non è facile».
«Sono preoccupato io per il Piemonte, figuriamoci laggiù. Le nostre squadre che stanno più ovest patiranno di più, invece i nostri team che sono più ad est, potranno beneficiare della vicinanza con la Lombardia, anche solo per andare a correre».
Idea fantaciclismo
Dal tecnico regionale a presidente del comitato regionale piemontese, Massimo Rosso. Anche per lui il rischio è quello di una forte concentrazione di tutto il movimento juniores in due o tre Regioni.
«Per le nostre società – spiega Rosso – cambia che probabilmente non si ritroveranno il corridore forte attorno al quale era “costruita” la squadra se così possiamo dire. Arriverà il team più strutturato, più ambito che lo porterà via… snaturando di fatto la squadra di partenza che potrebbe non essere più intenzionata a continuare».
«Mi rendo conto che è materia delicata e che non è facile. E che inciderà soprattutto sulle regioni ciclisticamente più piccole. Però si poteva affrontare la questione in altro modo, anche ascoltandoci. E invece noi dei comitati regionali questa norma ce la siamo un po’ ritrovata fatta».
«La soluzione? Fare un po’ come nel fantaciclismo dove si deve ragionare con dei crediti, qui si può fare con i punti dei ragazzi. Si stabilisce che un team non possa avere, dico un numero a caso, più di 100 punti e ti regoli su come fare la squadra. E così ne avrei uno super bravo, un paio bravi, un paio con pochissimi punti e altri senza punteggio».