Sono passate 5 settimane dalla fantastica vittoria del quartetto a Tokyo, ma l’emozione è ancora lì, forte. Un successo del genere, costruito mattone dopo mattone in anni, è frutto del gruppo, ma ogni gruppo è ancora portatore di cambiamento e questo Marco Villa lo sa. Non ci si può fermare sugli allori, bisogna sempre guardare al futuro. Liam Bertazzo, una delle colonne dell’inseguimento, aveva detto che Milan è un’eccezione, il classico asso estratto dal mazzo che ha dato quel quid in più al gruppo, ma altrimenti gli uomini sono quelli e sarà difficile pensare a nuovi innesti in tempi brevi.
Villa, fatti i dovuti distinguo, deve però anche pensare come detto al futuro, immediato e non: «Il gruppo è quello ma Milan è l’esempio che bisogna sempre guardare oltre i confini del gruppo stesso. E’ stato basilare, ha fatto fare un passo in avanti. Questo principio però rende le mie scelte sempre più difficili, è il fardello che mi porto dietro, comunicare all’uno o all’altro che non potranno esserci. Bertazzo in tal senso è stato esemplare».
Spiegaci…
Ci sono tanti modi per fare gruppo. Liam, saputo che non poteva essere del quartetto titolare, si è messo a completa disposizione, ha aiutato tutto lo staff, anche i massaggiatori, addirittura ha portato una delle bici alla partenza della finale accompagnando un suo compagno. E’ stato encomiabile, anche queste piccole cose portano all’oro…
Dietro questo gruppo di alfieri che cosa c’è?
Ci sono i frutti di un lavoro di semina che sta durando da anni e i risultati delle manifestazioni giovanili sono lì a dimostrarlo. Abbiamo un gruppo di Under 23 che ormai viaggia su tempi da 3’55” con 3’50” in proiezione che non ho mai visto a quei livelli, con gente come Boscaro, Umbri, ecc. A livello junior lo stesso, siamo sui 4 minuti netti e mai abbiamo avuto un team così forte, argento agli ultimi Mondiali. Siamo andati sul podio agli Europei e ai Mondiali Juniores nello spazio di un mese, cambiando 2 elementi su 4 e questo dimostra che c’è un team ampio e collaudato.
Agli ultimi Mondiali junior, Samuele Bonetto ha vinto l’inseguimento individuale non facendo parte del quartetto. Come mai questa scelta?
Bonetto corre su pista da poco tempo, deve ancora acquisire i giusti meccanismi. Ad esempio nella sua prova pedalava sempre sulla linea rossa, il che l’ha portato a percorrere una quindicina di metri in più, perché deve acquisire ancor ala giusta dimestichezza col mezzo e le linee, le inclinazioni della pista. Mi ha sinceramente stupito il suo risultato e dimostra il suo grande valore soprattutto in prospettiva. Se penso a marzo, a come girava allora, a quanto ha imparato in poco tempo è esaltante.
E’ la dimostrazione che il sistema pista funziona…
Sistema è la parola giusta, la difendo a spada tratta ed è tutto il mio lavoro, sorretto in toto dalla Federazione. Ora abbiamo un giusto rapporto con la strada, i campioni come Ganna e Viviani hanno un’attività strutturata che contempla ambedue le specialità, poi abbiamo giovani che stanno crescendo alla stessa stregua. Prendere un pro a 30 anni e chiedergli di fare la pista come si faceva una volta non serve a nulla, non paga. Dobbiamo continuare su questo canale, lavorando con i giovani.
Tornando ai Mondiali Juniores, ti ha sorpreso il successo della Russia? Oltretutto ha dominato in molte specialità…
Non dobbiamo dimenticare che la Russia era stata esclusa da Rio favorendo il nostro ingresso, quell’Olimpiade corsa in extremis è stata per noi una tappa importante, ma i russi si erano guadagnati la qualifica sul campo. Sappiamo che sono fortissimi e stanno tornando ai vertici, li ritroveremo avversari di peso in questo quadriennio. Ma non solo loro…
Chi temi anche?
C’è ad esempio il Belgio che pur non avendo mai finalizzato il quartetto ha tutto per emergere, ma soprattutto la Francia, che ha perso la qualifica solo perché nel primo anno di raccolta dei punti necessari non era ancora pronta, ma nel finale era al livello dei migliori e nelle prossime gare titolate ce ne accorgeremo. Io però sono convinto che noi italiani quell’oro ce lo siamo meritato non solo per i 4 cavalieri in pista, ma per tutto quello che c’è dietro, so che la dispensa è piena, i giovani ci sono. Non è stato un caso episodico.