Dal 2026 Pavel Novak sarà un nuovo corridore del Team Movistar, dopo tre anni alla corte della MBH Bank-Ballan-Csb è arrivato l’addio del ragazzo arrivato dalla Repubblica Ceca per diventare grande. I riflettori intorno a Novak si erano già accesi in passato, ma la vittoria di Prato Nevoso al Giro Next Gen e il terzo posto finale alle spalle di due atleti dei devo team hanno fatto capire di avere davanti un corridore maturo (in apertura foto LaPresse).
La squadra di Antonio Bevilacqua dalla prossima stagione sarà professional, e sulle qualità di Novak contava per affermarsi nelle corse internazionali under 23. Allo stesso tempo il ceco si sarebbe messo alla prova in gare più importanti, pronto a migliorare ulteriormente.


A malincuore
L’addio di Pavel Novak è come quello di un figlio, non perché ci siano preferenze all’interno del team. Ma lo scalatore taciturno si era trasferito definitivamente nell’appartamento del team ad Almé, esattamente al piano sopra rispetto a quello in cui vive Gianluca Valoti. Nel tempo Novak è diventato come un figlio per il diesse bergamasco.
«Purtroppo saremo costretti a salutare Pavel (Novak, ndr) – continua Valoti – è stata una decisione sofferta per tutti. Lui stesso ci ha pensato per un po’ di giorni, ma quando arriva una squadra WorldTour l’offerta è troppo allettante, come fai a rifiutare?».


Quando è arrivata l’offerta della Movistar?
Un mese fa più o meno, lo hanno chiamato per dirgli che erano interessati al suo profilo, poi sono passati un po’ di settimane. E’ normale, la squadra era alla Vuelta e alla fine è arrivata la proposta. Ci abbiamo pensato tutti insieme perché Novak si fida di noi e ci ha coinvolto. Purtroppo alla fine lo abbiamo lasciato andare, non c’era modo di tenerlo con noi.
Quanto dispiace?
Ho detto “purtroppo” perché a noi è dispiaciuto tanto sia umanamente che ciclisticamente. Dal punto di vista sportivo avere un corridore come Novak ci avrebbe permesso di affrontare il salto a professional in un certo modo.


Ne avevamo parlato quel giorno a Prato Nevoso, Novak sarebbe dovuto diventare il vostro punto di riferimento.
Vero, ma come fai a dirgli di no quando arriva una squadra WorldTour? E’ giusto che faccia la sua strada e inizi a diventare grande. Un team come la Movistar fa gola a tutti. Diventare professionista è il sogno di ogni ragazzo, lo avremmo fatto insieme il prossimo anno ma quando si presenta un’offerta del genere… E comunque per noi vedere un nostro ragazzo che va nel WorldTour è motivo di orgoglio, vuol dire che abbiamo lavorato bene insieme. Se vogliamo il merito è un pochettino anche nostro…
Sembra che anche Novak fosse poco convinto di lasciarvi…
Mi ha chiesto subito cosa ne pensassi con quel suo tono di voce lento e sempre calmo. Penso che anche per lui lasciare un ambiente familiare come il nostro sia difficile. Sai, alla fine sono anni che vive al primo piano della nostra palazzina ad Almé. Per noi è come un figlio, sempre un po’ coccolato. Probabilmente ha paura che possa fare fatica a trovare la stessa cosa alla Movistar, ma credo che lì troverà il giusto ambiente.


In passato erano già arrivate squadre WorldTour a chiederlo?
Era arrivata Cofidis, poi aveva fatto degli stage con Ineos, Jayco-AlUla e Q36.5. Ma alla fine non si era fatto nulla.
Secondo te perché quest’anno si è convinto?
Movistar è stata convincente e anche Novak stesso si è deciso che fosse arrivato l’anno giusto.
Può essere la squadra giusta per lui?
Sicuramente sì, Movistar è una squadra WorldTour ma con una dirigenza e delle figure di riferimento italiane. C’è Formolo che può essere un ottimo punto di riferimento per Novak.


Si trasferirà in Spagna?
Vedremo. Perché il fratellino piccolo (Filip, ndr) lo raggiungerà nel team continental, dal prossimo anno Movistar avrà una squadra di sviluppo. La cosa da capire è se sarà devo team o una squadra satellite. Entrambi, sia Pavel che Filip, sono abituati a passare l’inverno a Calpe, quindi potrebbero trasferirsi definitivamente in Spagna.
Voi come ripartirete senza Novak?
Ripartiremo, stiamo cercando un corridore che possa sostituirlo, quindi un under 23. E’ difficile perché i migliori sono già nei devo team o nel WorldTour. Poi comunque in casa abbiamo nomi interessanti: Chesini, che ha vinto in Romania, Bracalente, Cipollini.
Come sarà non avere più Novak al piano di sopra?
Non ci sarà più nessuno che rompe le scatole (ride, ndr). Non è vero, Pavel è tranquillissimo, non lo sentivi mai. Anzi, ogni tanto andavo a controllare che fosse ancora lì.