Sessanta edizioni, 28 squadre, 13 Nazioni, 4 Continenti, 559 chilometri e 13.000 metri di dislivello: sono i numeri impressionanti del prossimo Giro Ciclistico Internazionale della Valle d’Aosta – Mont Blanc. La più importante gara a tappe internazionale italiana dopo il Giro Next Gen torna a ruggire.
Da qui sono passati fior fior di campioni e da qui tanti altri ne vedremo, a cominciare dal prossimo 17 luglio. In Valle d’Aosta (e non solo) assisteremo a corse combattute dalla creme delle creme del dilettantismo mondiale. Anche se forse parlare di dilettantismo al giorno d’oggi non è neanche più troppo corretto.
Due “sconfinamenti”
Con patron Riccardo Moret, entriamo dunque nel cuore del Giro Ciclistico Internazionale della Valle d’Aosta – Mont Blanc. S’inizia il 17 luglio, come detto, e si termina il 21. Ad organizzare il tutto è la storica Società Ciclistica Valdostana.
«Edizione 60: direi che è un traguardo importante – inizia Moret – e ne siamo orgogliosi. Quest’anno, anche per rinforzare il tocco d’internazionalità, torniamo in Francia. Nel 2023 in quegli stessi giorni dall’altra parte del Monte Bianco c’era il Tour de France e non era il caso di gravare ulteriormente su quel territorio. Stavolta invece ci partiremo e lo faremo con la Saint Gervais Mont Blanc – Passy Plaine. E’ una tappa particolare, molto breve, ma che lascerà subito il segno, grazie ai suoi 12 chilometri di salita finale che porta a 1.300 metri di quota. E sono proprio le strade del Tour. Pensate che siamo stati là a fare un sopralluogo e ci sono ancora le scritte sulle strade dedicate ai campioni».
Un altro must del Valle d’Aosta che ritorna è lo sconfinamento in Piemonte. «Con la seconda tappa si andrà prima nella zona del Biellese e poi in quella del Canavese, dall’altra parte della Dora. Sarà un grande saliscendi. Queste sono le strade che ha toccato il Giro d’Italia e anche il Gran Piemonte qualche settimana prima del Giro, dove si era imposto Bettiol».
In Valle d’Aosta
Ecco dunque che torna protagonista la Valle d’Aosta con le ultime tre frazioni: le più dure e le più caratteristiche.
Davvero interessante è la frazione che porta a Prè Saint Didier. Un arrivo in discesa preceduto dalle scalate di Verrogne, prime, e del San Carlo poi. «Salite che – ricorda Moret – videro protagonista Carapaz nel 2019. in pratica gli ultimi 60 chilometri sono identici. Ci tengo a far notare che con questo arrivo in qualche modo circondiamo il Monte Bianco. Alla prima tappa siamo arrivati in un versante, adesso in un altro.
«La quarta tappa è il tappone per me. Se non altro per la distanza, oltre 160 chilometri e tante salite dure: Tsecore, Col de Joux e poi l’arrivo in quota a Champoluc, a 1.600 metri. Gli ultimi 40 chilometri sono infernali».
C’è poi la quinta frazione che potrebbe rimettere tutto in discussione e cioè quella, classica ormai, che porta la carovana a Cervinia con la scalata del Saint Pantaleon in precedenza.
Le ultime…
Rispetto alla scorso anno si battono località più note. Moret spiega che è stata una scelta legata anche alla richiesta dei territori. Nel 2023 si toccarono punti della Valle davvero selvaggi, ricordiamo per esempio Clavalitè: poco noto, ma di una bellezza strabiliante. La bellezza comunque non mancherà neanche stavolta.
Anche i recenti eventi meteorologici hanno creato non pochi problemi ai valdostani. Basta ricordare quel che è successo a Cogne. «Per fortuna – assicura Moret – le strade che interessano il prossimo Giro della Valle d’Aosta non sono state toccate. Ci sono stati problemi solo a Cervinia, ma ho visto che sono sulla buona strada per rimettere in sesto la zona d’arrivo, coinvolta dall’inondazione del torrente Marmora».
Parterre super
E poi ci sono loro, i protagonisti. Quest’anno l’elenco degli iscritti “scotta”! Vedremo tappe davvero tirate e con grandi corridori. Tanto per rendere l’idea: ci sono sei atleti della top 10 del Giro Next. E questa qualità è figlia di una valanga di richieste: 59 a pronte di 28 team partecipanti.
«La selezione – racconta Alberto Vigonesi, che segue la parte mediatica e quest’anno anche tecnica del Giro della Valle d’Aosta – l’abbiamo già fatta verso gennaio, in modo da dare alle squadre tempo e modo di organizzarsi. Sono arrivate quasi sessanta di richieste. Capite bene che abbiamo dovuto… andarci giù con l’accetta.
«Ci sono tutte le migliori squadre under 23 o continental, tranne la Visma – Lease a Bike, la Decathlon e la Trek, che in effetti ha un team estremamente giovane. Pertanto possiamo annunciare che ci sarà Jarno Widar, il re del Giro Next Gen che vuole fare la doppietta. Quella doppietta che in tempi recenti è riuscita solo a Pavel Sivakov nel 2018».
Tra i big stranieri la Alpecin-Deceuninck dovrebbe portare sia Del Grosso che Verstrynge per la classifica. La Groupama-Fdj Continental, orfana dell’infortunato Brieuc Rolland, punterà forte su Golliker. UAE Emirates Gen Z con Torres e Glivar.
Tanta Italia
«Abbiamo aumentato un po’ lo spazio per i team italiani, visto che quest’anno compiamo 60 edizioni ci sembrava giusto così», ha detto Vigonesi.
Al via ci sarà anche la nazionale azzurra di Marino Amadori che in Valle farà le prove in vista dell’Avenir. Avenir che non vedrà la presenza di Pellizzari.
«La lista di Amadori è arrivata proprio pochi giorno fa – va avanti Vigonesi – ci sarà il campione italiano, Zamperini, e con lui anche Roganti e Agostinacchio. Mentre passando ai tema, la Polti-Kometa si presenta Bagnara leader e la MBH Bank-Colpack con Kajamini e Novak. E infine c’è la VF Bardiani che tra i nomi più in vista schiererà Pinarello e Scalco».