CERVINIA – Mamma mia se si era messa male per Jarno Widar. Una partenza shock per il belga della Lotto-Dstny Devo. E per fortuna che la pioggia gli piaceva. Il via in discesa sotto il diluvio ha fatto più danni forse dell’intero Giro della Valle d’Aosta. Dopo 6 minuti di gara c’erano corridori ovunque. E Widar era rimasto dietro. Tra l’altro è partito persino senza mantellina, tanto è vero che per un tratto aveva addosso quella di un altro team.
Paura Widar
Con la partenza in discesa sul bagnato può succedere di tutto. A perdere un quarto d’ora basta un attimo. Golliker e la Alpecin Deceuninck fanno il diavolo a quattro. Chi è dietro paga dazio. Va giù anche Ludovico Crescioli. Rojas è davanti. Dostyev non si sa. Il caos.
Dopo una mezz’ora di gara, grazie a Kamiel Eeman e al Saint Pantaleon le cose tornano a posto. Eeman, compagno di Widar, si ferma ad aspettarlo e poi inizia a menare come un fabbro per il suo capitano. E’ una manna questo apporto: anche se il distacco non si riduce, smette di dilagare. Kamiel darà talmente tutto che finirà fuori tempo massimo.
Il resto lo ha fatto il folletto belga sulla salita. Richiude sui primi e di fatto termina lì sia la rincorsa, che il suo Valle d’Aosta ormai in cassaforte.
«Vero – racconta Widar – un inizio difficile in cui stava precipitando tutto. C’è stata una caduta del ragazzo davanti a me. Gli ero ad un metro e ho pensato: “Cavolo e adesso?”. A tanti ragazzi non importava di questo inizio e non tiravano. Così mi sono ritrovato a 20”. Ero arrabbiatissimo con me stesso, tutti cadevano in gruppo e io ero dietro. Non sarei mai riuscito a tornare sul mio compagno di squadra che mi stava aspettando. Kamiel ha fatto davvero un ottimo lavoro nel tenere il gruppo vicino. Poi sono rientrato e tutto è andato bene».
Torres che tempismo
E proprio mentre rientra Widar, ecco che scatta Pablo Torres, altro 2005 terribile. Il suo tempismo è eccezionale. Non dà modo all’unico corridore in grado di staccarlo di prendergli la ruota, affaticato com’era dalla lunga rincorsa.
Lo spagnolo della UAE Emirates Gen Z fa subito il vuoto. Lo abbiamo atteso per tutto il “Petit Tour” e alla fine è arrivato. Forse lo ha fatto anche grazie ai consigli di chi gli diceva di stare a ruota di Widar. Di pensare a risparmiare energie e a sfruttare il fatto di essere lontano in classifica. Ad esclusione delle ruote di Widar (che era dietro), lo spagnolo ha eseguito tutto alla lettera.
Sul traguardo raccoglie la testa fra le mani, quasi non ci crede: «Non ho iniziato il Giro della Valle d’Aosta nel modo migliore – racconta – ma ho sempre cercato di fare il meglio possibile per la generale. Ho finito bene e per questo sono super contento.
«In realtà dovevo attaccare nell’ultima salita, dovevamo vedere che ritmo c’era. Ma se il ritmo non fosse stato troppo veloce, avrei potuto attaccare nella salita precedente. E visto che sentivo di avere buone gambe ho deciso di partire lì, lontano».
Nel finale Torres, che ha sempre spinto un rapporto lungo, cede un po’, ma la salita di fatto terminava a due chilometri dall’arrivo.
«Non credevo fossi il primo, non ci credevo però ero contento. Sapevo che avevo i primi inseguitori più o meno a 2′, lo chiedevo alle moto, e di conseguenza mi regolavo anche sul loro passo. Solo nel finale avevo un po’ meno, ma ormai l’arrivo era vicino».
Con quella maglia Pablo Torres era osservatissimo dal pubblico aostano, d’altra parte è la stessa di Tadej Pogacar. «Per arrivare lì, con Pogacar, serve un grande lavoro. Nella WorldTour sono ad un livello altissimo. Cosa direi a Tadej? Che è un corridore fortissimo, che mi dà tantissima motivazione e che un giorno mi piacerebbe diventare come lui o arrivargli il più vicino possibile».
Podio di livello
Sul podio, ai lati di Widar, salgono il kazako Ilkhan Dostiyev, che ha attaccato Ludovico Crescioli, il quale si è staccato. Ma a sua volta Ludovico ha staccato Vicente Rojas, naufragato verso Cervinia.
«Dopo aver ripreso i migliori – prosegue Widar – mi sono sentito tranquillo. Non li biasimo per avermi attaccato, fa parte delle corse. Ho anche pensato a vincere la tappa ad un certo momento, ma ormai Torres aveva quasi 3′ di vantaggio, quindi era finita. A quel punto ho semplicemente controllato ad un ritmo facile, salendo con Dostiyev».
A fare il bello e cattivo tempo quindi è stato Widar, ormai per tutti il Pogacar del Valle d’Aosta. Jarno fa quasi fatica a parlarne sotto il punto di vista tecnico e dei paragoni. Sa che è un accostamento importante. Ma è anche ambizioso e non nega di voler fare molto bene un giorno. Mentre è più espansivo quando gli chiediamo chi sia il suo campione preferito.
«I miei preferiti sono Pogacar e Van der Poel. Loro sanno dare spettacolo, attaccano da lontano e sono determinati in corsa. Non hanno paura di esporsi. Io ho sempre e solo pedalato sin da quando ero bambino. Il ciclismo è, ed è stato, il mio unico sport. Sono cresciuto guardando loro». E forse capiamo perché tiri così tanto!
E ora Avenir
Il Giro della Valle d’Aosta ci ha di nuovo regalato una corsa di grande livello come detto. Quasi tutti i protagonisti che abbiamo visto in questi cinque giorni saranno gli stessi che vedremo in Francia, all’Avenir (18-24 agosto). Crescioli vuol fare bene, Torres idem e chiaramente anche Widar che, proprio come Pogacar potrebbe siglare una doppietta storica. Intanto già ha messo nel sacco la doppietta Giro Next e Valle d’Aosta. L’ultimo a riuscirci fu Sivakov, che oggi vediamo dov’è.
«Ora farò un po’ di riposo – conclude Widar – poi andrò in Francia in ricognizione sulle tappe dell’Avenir e quindi ancora un po’ di allenamento a casa, dove proverò ad aumentare ancora un po’ la mia condizione».
Jarno, fiammingo, vive a Wellen, Est del Belgio, quasi al confine tra Fiandre e Vallonia. «Quando devo fare cinque ore e le salite vado in Vallonia, altrimenti se devo fare due ore facili resto nella pianura delle Fiandre. Le grandi salite? Le faccio nei ritiri invernali quando vado in Spagna».