Dietro la notizia del nuovo rapporto che lega Hopplà Petroli e Team Corratec, ci sono profonde novità che riguardano la società toscana, che attraverso questo passaggio compie un deciso salto di qualità in presenza di altre novità. A illustrarle è colui che da sempre è la mente del team, Claudio Lastrucci, profondamente soddisfatto dei nuovi passaggi che preludono alla stagione che viene.
A inizio intervista, Lastrucci tiene a sottolineare un aspetto: «Molti dicono che in questo modo diventiamo la filiera della Corratec, ma deve essere chiaro che non abbiamo messo nulla per iscritto. E’ un rapporto in costruzione, che si sta realizzando nei fatti e che, non lo nego, rappresenta un grande passo in avanti per noi in quello che è il nostro obiettivo primario: far crescere i ragazzi per prepararli alla carriera professionistica».
Che vantaggi vi dà entrare in un rapporto comunque privilegiato con un team professional?
Possiamo presentare ai ragazzi un cammino delineato, che se tutto andrà bene potrà portarli verso i loro sogni. Noi siamo sempre stati orientati verso la crescita progressiva dei ragazzi. Il passaggio diretto da junior a pro’ può andar bene per l’Evenepoel della situazione ma non è la prassi, non è la scelta giusta per i giovani. Parlo con cognizione di causa: noi abbiamo portato ben 26 ragazzi fra i pro’, il primo è stato Ulissi con Appollonio e Magazzini, gli ultimi Ballerini, Fortunato e Albanese e ora arriva Quartucci che passerà proprio con la Corratec.
Il team professional può indicarvi qualche ragazzo da prendere nella vostra squadra per farlo crescere?
Certo, la filiera dovrebbe funzionare così. Sappiamo ad esempio che loro sono già in qualche modo legati al Team Franco Ballerini fra gli juniores, in questo modo i più giovani avrebbero un cammino già prestabilito, potrebbe affrontarlo con la dovuta calma pensando innanzitutto a crescere e migliorare. Un passaggio importante nella costruzione di questo rapporto sarebbe anche la possibilità di fare stages in comune, sarebbero un’altra esperienza utile ai più giovani. Il rapporto con il team professional deve improntarsi attraverso questa sorta di “do ut des”.
Questa scelta è legata anche alla vostra di non richiedere più la licenza continental?
Non direttamente, ma di certo il fatto di essere ora un team completamente dedicato agli under 23 ci avvantaggia. Parliamoci chiaro: la licenza continental non dà quei vantaggi di cui si parlava, anzi sono ad oggi solo maggiori spese e briglie all’attività. Non ci sono benefici: per avere gli inviti alle gare con i pro’ che dovrebbero essere il fulcro dell’attività bisogna pagare tutte le spese e per un team un esborso di 12 mila euro a gara è un po’ troppo. Non solo: i nuovi regolamenti penalizzano fortemente le continental…
Verza ad esempio raccontava di come sia stato costretto a espatriare per trovare un calendario più ricco…
Ha ragione. Oggi gli elite delle continental sono esclusi dalle gare regionali, ma non solo: in esse possono essere schierati solo gli under 23 di primo e secondo anno. Sono tutti lacci che noi, avendo lasciato la licenza non abbiamo. Nelle gare di categoria possiamo schierare chi vogliamo dei nostri corridori a prescindere se siano primo, secondo o terzo anno e nelle gare open possono partecipare anche gli elite.
Il fatto di non essere più continental vi preclude la possibilità di fare gare a tappe all’estero?
No, anzi il fatto di essere legati a doppio filo con la Corratec ci può aprire nuovi canali, grazie proprio al loro prestigio. Andare all’estero in qualche buona gara a tappe, confrontandoci con squadre vere, provando quel che significa il ciclismo di alto livello è fondamentale per la crescita dei ragazzi. Non è un caso se l’ultimo italiano ad aver vinto il Fiandre under 23 è stato un nostro corridore, Salvatore Puccio poi diventato una colonna della Ineos.
Ci sono altre novità che riguardano questa nuova sinergia?
Abbiamo stretto un legame con il Centro Mapei, infatti nei giorni scorsi abbiamo portato tutti i ragazzi a fare dei test a Castellanza. Tra l’altro, appena pubblicate le foto sul profilo Facebook, dalla Corratec mi sono subito arrivare delle chiamate: «Ho visto quel corridore, te l’avevo detto che doveva perdere qualcosa di peso…». Ogni scelta, ogni passaggio ora viene fatto di comune accordo.
La Corratec vi fornirà le bici?
No, perché prima di stringere l’accordo con loro avevamo già firmato il contratto con la Guerciotti e siamo contenti e convinti di questa scelta. Un domani vedremo come si svilupperà il rapporto con il team professional, il contratto è annuale, nel caso cambieremo. Intanto però il rapporto è anche in senso opposto, in quanto la mia azienda è fra gli sponsor del nuovo Team Corratec e non nascondo che ci piacerebbe molto essere con loro al Giro d’Italia…