Savino in Belgio per crescere sulle orme di Remco

29.09.2022
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Anche Federico Savino, uno degli juniores azzurri a Wollongong (in apertura con il compagno Conforti, foto Valerio Pagni), farà la valigia e andrà a correre all’estero. Destinazione Belgio, nella Soudal-Quickstep Devo Team, vivaio del team WorldTour di Lefevere. La decisione è stata presa il primo agosto, quando il toscano della Work Service-Speedy Bike aveva già vinto la tappa alla Corsa della Pace in maglia azzurra.

Aggancio Bramati

A raccontarci la scelta e gli argomenti che l’hanno determinata è Massimiliano Mori, agente di Savino ed ex professionista, cui a precisa domanda su cosa volesse fare da grande, il corridore espresse direttamente la volontà di andare all’estero.

«Quando ci siamo conosciuti – racconta Mori – me lo disse chiaramente. Così gli chiesi in quale squadra gli sarebbe piaciuto andare. Si pensava alla Groupama, il Team DSM oppure la Jumbo. Siccome però ho Cattaneo alla Quick Step-Alpha Vinyl con Bramati e sapevo che anche loro avrebbero fatto un team di sviluppo, ho chiesto proprio a Davide. Lui mi ha confermato e poi mi ha chiesto se avessi un corridore buono. Io gli ho fatto il nome di Savino e lui lo conosceva. E’ nato tutto così».

Massimiliano Mori è stato pro’ dal 1996 al 2009. E’ stato iridato juniores della 70 km a squadre
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Come è proseguita?

Ho parlato con Johan Molly che è un loro talent scout e con il direttore sportivo Kevin Hulsmans. La squadra c’era già anche prima, si chiamava Team Elevate p/b Home Solution Soenens. E quando Lefevere ha deciso fare un devo team della WorldTour, ha scelto di lavorare con loro. 

Secondo te è una buona soluzione? 

Il ragazzo è alto 1,92, va forte sul passo, ma si difende bene anche in salita. La Groupama era interessata, però la tiravano lunga. Lui mi diceva di aspettare, ma alla fine, quando gli ho fatto il nome della Quick Step, s’è deciso subito.

Pochi minuti prima del mondiale. Savino è alto 1,92: sulle strade del Nord potrebbe andare a nozze
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Nessun dubbio?

Al primo impatto mi ha chiesto se dovesse stare in Belgio, ma hanno risposto che finché ha la scuola, non sarà necessario. Lui abita a Pisa e il volo per Charleroi c’è tutti i giorni, per cui si sfrutterà questa cosa qui. Rimarrà a casa, ma magari se ci saranno tre corse ravvicinate, rimarrà in Belgio. Secondo loro tenere ragazzi italiani fissi in Belgio è un po’ dura. Per cui finirà la scuola e poi magari a giugno starà più tempo con la squadra. Non avrà problemi a organizzarsi.

Perché subito una squadra straniera?

Può darsi che ci sia la voglia di fare esperienze che in Italia forse farebbe di meno, ma in realtà ha detto di voler andare perché pensa che sia importante per la crescita. Io devo cercare di accontentare i corridori, naturalmente non penso che sia obbligatorio andare all’estero. In Italia aveva parecchie richieste, lo volevano un po’ tutti, ma ha scelto così.

Belletta con il 21, Savino con il 22, Scalco con il 24 alla firma dei campionati del mondo
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Ai belgi sta bene che faccia anche pista?

Non lo so se ci punterà ancora. Questo è un pensiero mio: da quello che ho capito, forse la pista la accantonerà un po’. Agli europei non ha fatto il quartetto e non gli va di fare la riserva. Però non ne abbiamo parlato troppo chiaramente, non so cosa pensi davvero.

La famiglia che ruolo ha avuto?

Ha fatto tutto lui, di testa sua. La famiglia ha chiesto a me informazioni, se fosse un percorso giusto. Io gli ho dato le mie spiegazioni e poi ho detto bisognerà provare. Penso che sia una scelta giusta, anche perché in certe squadre vorrebbero andarci tutti.

Savino volata 2022
Alla Corsa della Pace di maggio, Savino ha vinto la tappa di Terezin, battendo Kadlec
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Hanno spiegato che tipo di attività gli proporranno?

Hanno spiegato prima a me che la squadra quest’anno ha fatto il Giro d’Italia e verranno ancora per il Piva e le altre internazionali in Veneto. Io a mia volta ho spiegato tutto a Federico. E quando lui ha detto di sì, c’è stata una telefonata a tre, in cui gli hanno ripetuto quello che già sapeva. Così non ha avuto tanti dubbi, è stata una decisione veloce. Abbiamo firmato per due anni.

Tu sei stato campione del mondo juniores, quanto è cambiato il mondo dei tempi tuoi?

Tantissimo, non c’è confronto. Io facevo parte della nazionale, correvo parecchio, però non mi sognavo assolutamente di passare diretto dagli juniores, nonostante sia passato anch’io abbastanza veloce per quei tempi, avendo fatto solo due anni da dilettante. A certe cose proprio non si pensava. Ci fu solo uno della mia età, Frank Vandenbroucke pure lui del 1974, che passò direttamente, ma non c’era questo pensiero. Savino non va in una squadra di professionisti, mentre Conforti, che seguo anche io, è andato con Reverberi. I ragazzi lo chiedono, perlomeno quelli più bravi. Il pensiero ce l’hanno. Savino invece ha ascoltato quello che gli ho detto.

Savino, secondo da destra dopo Belletta, ha corso a Wollongong, ma si è ritirato
Andrà in Belgio prima di fine stagione?

Hanno già fissato un incontro prima dell’inverno. Le misure della bici le hanno già, andarci servirà per conoscere un po’ l’ambiente. Federico parla un po’ di inglese, però sia Molly sia Hulsmans, che ha corso in Italia e parla molto bene l’italiano, hanno rassicurato che la lingua non sarà un problema. Tante cose sembrano un po’ strane, il ciclismo sta cambiando veloce e devi andare dietro ai ragazzi. Proporre quello che c’è in giro. Loro sono una squadra belga, ma il fatto che gli permettano di non andare su all’inizio è una buona cosa.