Silvia Epis: Direttore tecnico settore nazionale giovanile. La dicitura ufficiale al momento della presentazione dei tecnici azzurri diceva così. Solo che fra quelli della strada, quelli della pista e del cross e di tutte le discipline di cui ci si occupa abitualmente, la nazionale giovanile si tende a non calcolarla. Se però colleghi i puntini, ti accorgi che gli juniores stanno diventando l’ombelico del mondo e che Salvoldi e anche Pontoni stanno pensando di convocare sia pure episodicamente anche gli allievi. E allora forse un’occhiata al lavoro di Silvia Epis andrebbe data.
Olimpiadi per allievi
Lei è bionda, è del 1992 e ha un sorriso simpatico. E’ laureata in Scienze Motorie a Brescia e poi in Scienza, Tecnica e Didattica dello Sport a Milano. Il ruolo nella nazionale giovanile lo ricopre dal 2019, da quando il Coni lo introdusse in tutte le federazioni, per creare una sorta di trait d’union fra le categorie giovanili e quelle agonistiche.
«Si tratta di un ruolo che agonisticamente vive ogni due anni in occasione delle Eyof (acronimo di European Youth Olympic Festival: il festival olimpico della gioventù ndr) – spiega – le Olimpiadi per gli allievi. Per il resto è un incarico molto più ampio. Promozionale per quanto riguarda le proposte alle scuole, la didattica nelle scuole di ciclismo presso i centri della pista, oppure il supporto regolamentare alle varie commissioni. Ma non pensate a me come al classico commissario tecnico».
Campo di indagine
Il campo è ampio. Scorrendo le foto dell’ultima edizione degli Eyof, ricordiamo di averne già pubblicata una nel primo pezzo di bici.PRO dedicato a Dario Igor Belletta, che nel 2019 prese l’argento su strada (foto di apertura). Intanto Silvia spiega che tra i fronti su cui sta studiando c’è ad esempio la perdita di tesserati al passaggio fra le varie categorie. Se è vero che la maturità agonistica si raggiunge intorno ai 29 anni, perdere dei ragazzi di 16 è un bel problema: da inquadrare per cercare di venirne a capo.
«Ci si arriva partendo dai numeri del tesseramento – dice – e lavorando a contatto col territorio. Ci possono essere motivazioni tecniche e ambientali, ma possiamo anche chiederci se la proposta del ciclismo come sport di fatica sia attuale e abbia appeal sui giovani che si avvicinano».
Il fascino della fatica
Il ciclismo come sport di fatica, a ben vedere, potrebbe far scappare nuove generazioni che vivono dimensioni che dalla fatica stanno spesso alla larga.
«Sto estrapolando i dati proprio in questi giorni – dice Epis – e fra le domande che ci poniamo c’è anche, ad esempio, se il ciclismo sia uno sport che consenta a un ragazzo di 17 anni di avvicinarsi e provare. Si riesce a entrare in una squadra di juniores senza aver mai corso prima? Che cosa possiamo offrire? Sono tutti spunti a cui va data una risposta, ma certo anche in questo sport va resa più accessibile la possibilità di esprimersi».
Quasi 8.000 studenti
Interessante l’aspetto legato alle scuole. Alzi la mano chi sapeva che circa 8.000 studenti nella scuola italiana – fra gli ultimi due anni delle elementari e le medie – sono coinvolti quest’anno in progetti didattici legati alla bicicletta.
«La scuola che aderisce – spiega – adotta uno dei progetti federali, per il quale avrà a disposizione dei tecnici sia per la parte teorica, sia poi per quella pratica. Ci sono adesioni in tutta Italia. In più, oltre alla formazione nelle scuole, si lavora anche sui giovani tesserati. Per cui in occasione dei Campionati italiani giovanili di Chianciano e Chiusi, abbiamo fatto un convegno cui hanno partecipato tutti gli 800 atleti iscritti, in cui abbiamo parlato di sicurezza stradale. Perché da allievi si passa dalla dimensione del circuito protetto alla strada. Se però la base richiedesse altri aspetti, sarebbe nostro compito andargli incontro».
Obiettivo Slovacchia
Il prossimo impegno agonistico sono gli Eyof 2022, che si svolgeranno a Banska Bystrica in Slovacchia dal 24 al 30 luglio 2022. L’ultima volta a Baku, in Azerbaijan, vincemmo l’argento con Belletta, che nel 2021 ha vinto il Liberazione Juniores dedicandolo a Silvia Piccini e il mondiale juniores dell’eliminazione su pista. Già abbastanza perché qualcuno pensi di farlo firmare. Capito perché comincia a essere cruciale rivolgere loro lo sguardo quando sono allievi? E’ il lavoro di Silvia Epis. E noi anche oggi abbiamo imparato una cosa nuova.