Quando arrivi fra juniores con le stimmate del campione per quanto fatto da allievo, è chiaro che ogni battito di ciglia ha il suo peso. Per questo non aver visto il nome di Alessio Magagnotti negli ordini d’arrivo delle prime prove della stagione aveva sorpreso più di qualcuno. La medaglia d’argento degli Eyof ha però risposto da par suo, cogliendo la seconda piazza al GP Festa del Perdono, non una classica qualsiasi visto che per correrla sono arrivati anche dall’estero, seguita poi dal 4° posto nel Trofeo Ristorante alla Colombera.
Per Magagnotti questo podio è stato un po’ una liberazione: «La prima soddisfazione dell’anno, che ha cancellato un inizio davvero sfortunato. Sono caduto alla prima e alla terza gara e questo mi aveva un po’ imballato. Ne avevo bisogno per ritrovare spinta».
Che cambiamenti hai trovato salendo di categoria?
E’ un altro mondo. Si vede quanto conta l’organizzazione dei team, quanto è importante nella gestione di certe corse. L’ho capito proprio al GP del Perdono, perché nelle gare internazionali si va sempre a tutta mentre in quelle prettamente nostrane si lavora in maniera diversa nella prima e nella seconda parte, quando ci si muove davvero.
Com’era stata la preparazione invernale, diversa da quella tua solita?
Abbastanza. Intanto ho iniziato molto prima, io che ero abituato a fare le cose sul serio da inizio dicembre ho invece cominciato ad allenarmi già un mese prima e poi a dicembre c’è stato il ritiro in Spagna. Io non ero mai stato all’estero, ad allenarmi così lontano da casa. E’ stata anche quella un’esperienza nuova. I carichi di lavoro sono diventati più intensi rispetto a un anno fa e soprattutto più frequenti.
Fisicamente sei cambiato?
Non mi controllo molto allo specchio, non so se ad esempio sono cresciuto in altezza. Ho messo un po’ più di muscoli grazie al lavoro in palestra che prima non era contemplato e devo dire che dei miglioramenti li ho notati soprattutto nella mia resistenza e potenza sulle salite lunghe.
Passando di categoria, è chiaro che molti si sono soffermati su di te visto il tuo curriculum da allievo. Senti questa pressione?
Un po’ sì, soprattutto nelle primissime corse avevo l’impressione che tutti si aspettassero da me qualcosa e quelle cadute avevano lasciato deluso me in prima persona. Poi ho cercato di vivere la mia attività con un po’ più di tranquillità e subito ho visto che andavo meglio, questo mi ha incoraggiato e il podio è stato anche figlio di questo nuovo atteggiamento.
Com’è l’atmosfera nel tuo nuovo team, l’Autozai Contri?
Molto positiva, il ritiro invernale è stato importante anche per stringere legami fra noi. Si è creato un bel clima e in gara si vede, ognuno sa quel che deve fare e punta alla vittoria di squadra. Finora sono arrivati tre podi, sono convinto che presto verrà anche il nostro momento di gioire per il risultato pieno.
Torniamo un attimo alla classica di Melegnano, che impressione hai avuto dal confronto con il Team Grenke Auto Eder, considerato da tutti un riferimento nella categoria?
Ho notato che hanno una straordinaria resistenza, partono cattivi e arrivano ancora più cattivi, agonisticamente parlando. In gara guardano tutti a loro e non si lasciano intimidire, tengono le redini della corsa. In salita hanno fatto selezione riducendo il gruppo a una ventina di unità con me che avevo già speso un po’ di energie per rientrare dopo una caduta. L’azione decisiva l’ha promossa il danese Clemmensen, io l’ho seguito, poi su di noi sono rientrati il tedesco Fietzke e Bosio, ma i tedeschi potevano far valere la superiorità numerica e infatti alla fine Clemmensen ha piazzato la botta a 3 chilometri dall’arrivo. Io sapevo che in quella situazione sarebbe stato molto difficile vincere, sono stato contento della mia piazza d’onore.
Con il cittì Salvoldi ti sei già sentito?
Sì, mi ha promesso che più avanti nella stagione mi chiamerà per qualche corsa internazionale, voglio farmi trovare pronto quando sarà il momento perché so che quelle prove sono un momento importante nella mia crescita.
Ora che cosa ti aspetta?
Il Giro dell’Abruzzo di categoria, per me sarà il primo impegno in assoluto in una corsa a tappe. Io spero che sia abbastanza duro e che ci siano occasioni per farmi vedere, ho visto il disegno delle tappe e sono con le caratteristiche giuste per me, ma quel che conta sarà il risultato del team, speriamo davvero di centrare il nostro primo successo. Se sarò io a farlo, tanto di guadagnato…