Pinazzi, da una nazionale all’altra con più esperienza

12.04.2023
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Da una maglia azzurra all’altra, dalla strada alla pista. Mattia Pinazzi sta vivendo un momento intenso della sua stagione attraverso una serie di appuntamenti internazionali. Finora è andato a corrente alternata ma nelle ultime settimane ha raccolto qualche certezza in più per il suo futuro.

E’ appena rientrato dalla Francia dove ha disputato il Circuit des Ardennes con la nazionale guidata da Scirea, ma da ieri fino a venerdì il focus del 22enne parmense dell’Arvedi Cycling (in apertura foto Artioli) sarà incentrato a Montichiari per preparare la terza ed ultima prova di Nations Cup a Milton dal 20 al 23 aprile. La trasferta canadese sarà l’occasione giusta per Pinazzi per rifarsi di un piccolo inghippo burocratico dei mesi scorsi. Ma anche di guardare alle prossime gare con più cognizione di causa, senza tanti proclami.

Pinazzi agli europei di Grenchen ha disputato lo scratch, ma non aveva la giusta condizione
Pinazzi agli europei di Grenchen ha disputato lo scratch, ma non aveva la giusta condizione
Mattia partiamo con le ultime corse al Nord con la nazionale. Come sono andate?

Non male direi anche se forse il bilancio poteva essere migliore. Ho fatto la Gand-Wevelgem a fine marzo e sono soddisfatto della mia prova nonostante il brutto tempo. Ho centrato la fuga di giornata e con me c’era anche Oioli. Ci hanno ripresi a 30 chilometri dall’arrivo quando abbiamo affrontato il primo passaggio sul Kemmelberg. Lì è ripartita una decina di uomini che poi si è giocata la vittoria. Peccato ma sono contento lo stesso perché poco dopo la partenza il gruppo si era rotto per i ventagli ed io avevo tenuto gli occhi ben aperti restando nel drappello di testa. Lassù spesso capita che la tattica salti subito.

Sulle Ardenne invece è stato un po’ diverso.

Sì, decisamente. Sono partito che ero influenzato sapendo che erano quattro tappe dure, forse più del previsto. Sicuramente poco adatte a me, ma era giusto che mi confrontassi su percorsi e concorrenza così difficili. Le prime due frazioni le ho chiuse in gruppo anche se nella seconda sono caduto e ne ho un po’ risentito. Nella terza tappa invece c’erano delle salite lunghe, non più strappi. Ho tenuto duro finché ho potuto poi sono saltato. Mi sono fermato dopo aver dato tutto e probabilmente sarei arrivato fuori tempo massimo.

Ti hanno insegnato qualcosa queste due gare con la nazionale?

Ho capito che in corse di questa portata, in cui prima pensavo di non arrivare, posso invece combinare qualcosa se stringo i denti. Credo che sforzi del genere possano dare qualche consapevolezza in più nei propri mezzi. Certamente le prossime gare le affronterò con un piglio diverso e con tanta esperienza in più.

Che differenza c’è tra le nostre corse e quelle al Nord?

Posso dirvi che intanto la noti appena parti. Si va molto più forte e ti ritrovi in fila indiana in fretta. E’ una mentalità diversa. Qui in Italia la gara la fanno sempre le solite 3-4 squadre e devi cercare di infilarti in mezzo a loro per fare risultato. Però va bene così, correre lassù è importante perché ti aiuta a migliorare.

Pinazzi con la maglia azzurra finora ha corso Vuelta a San Juan, Gand-Wevelgem U23 e Circuits des Ardennes
Pinazzi con la maglia azzurra finora ha corso Vuelta a San Juan, Gand-Wevelgem U23 e Circuits des Ardennes
Ora torni in pista con che condizione?

Buona dal punto di vista morale, in ripresa dal punto di vista fisico. Ero rimasto deluso per il risultato dell’europeo, quel giorno ho sentito subito che non c’ero. Non so perché. E poi mi era dispiaciuto non aver corso le prove di Giacarta e Il Cairo per il problema del passaporto. Responsabilità mia, ma Marco (il cittì Villa, ndr) mi ha comunque dato una motivazione giusta, spronandomi a correre più su strada in quel periodo per farmi trovare pronto per il Canada. Vado con la volontà di fare risultato e punti per la nazionale e di ripagare la fiducia di Villa dopo quel mio errore.

A metà marzo correndo su strada avevi rispettato le indicazioni di Villa riuscendo a centrare una vittoria al GP Giacobazzi davanti ad Amadori. Ci hai pensato che avevi fatto contenti i tuoi due cittì?

Ci ho fatto caso, ma diciamo che ho fatto il mio dovere, anche se Marino era stato sorpreso di avermi trovato lì. Quel giorno a Nonantola mi sentivo bene, ma prima di quella corsa c’era sempre stato qualcosa che era andato storto. Sono stato tranquillo in gruppo perché sapevo che si poteva arrivare allo sprint. La squadra è stata perfetta lasciandomi ai 200 metri. Ero doppiamente contento perché la volata me l’ha tirata Michael Cattani, che è parmense come me. Quella vittoria ci voleva sia per me che per la mia squadra, ce la meritavamo.

Pinazzi, qui col diesse con Gaetano Zanetti, vuole regalare nuovi successi alla Arvedi Cycling
Pinazzi, qui col diesse con Gaetano Zanetti, vuole regalare nuovi successi alla Arvedi Cycling
Il tuo calendario cosa prevede?

Appena rientrerò da Milton sarò a Roma per il Gran Premio Liberazione. Poi il 30 aprile correrò la Vicenza-Bionde con l’obiettivo di bissare il successo dell’anno scorso. Il giorno dopo sarò a Cremona per il Circuito del Porto, dove un anno fa ero stato beffato al fotofinish. Per noi dell’Arvedi è la gara di casa e vorremmo fare un bel regalo alla società e allo sponsor. Non voglio guardare troppo in là perché voglio concentrarmi sulle corse poco per volta.

Quindi Mattia Pinazzi ai mondiali di Glasgow non ci sta pensando?

No, ovvio che un pensiero ce lo fai sempre. Ovvio che vorrei correrli. Dipende però da tante cose. Se riuscirò a fare una buona stagione su strada e se in pista riuscirò a ritagliarmi un piccolo spazio, credo che si possano fare bene entrambe le discipline. Il fatto che siano nello stesso posto agevolerebbe tutto. Vedremo come arriverò ad agosto. Ora so che devo lavorare tanto.