Giovanni Visconti, talent scout Jayco-AlUla

Mezz’ora con Visconti: la ricerca dei talenti tra juniores e U23

21.12.2025
6 min
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Abbiamo di recente visto quali sono i meccanismi che rallentano la rincorsa del ciclismo italiano, per capire cosa ci sia dietro la selezione operata dalle squadre WorldTour ci siamo rivolti a Giovanni Visconti che dallo scorso anno lavora con la Jayco-AlUla proprio come scout.

L’ex corridore siciliano, diventato grande in Toscana, dallo scorso anno lavora come scout per la Jayco-AlUla e fino a pochi giorni fa era in Spagna nella sede del training camp del team australiano. 

La ricerca dei talenti da parte degli scout dei vari team WorldTour è continua. E se durante la stagione si gira per il mondo andando a guardare gare a caccia di campioni o talenti nascosti, ora che le corse sono lontane si fa il punto su quanto fatto nei mesi precedenti.

«Sono stato con il nostro devo team (la Hagens Berman Jayco, ndr) – racconta Visconti – per vedere e stare un po’ con i ragazzi nuovi. Quest’anno la squadra è composta da quattordici atleti, di cui cinque sono primi anni. Sono tanti, in proporzione al resto della rosa, ma ci siamo resi conto che è utile fare così. Se non arriviamo a prenderli subito i ragazzi poi entrano in altre realtà e diventa difficile spostarli. Meglio farli entrare nel team giovani e farli crescere internamente, seguendoli passo dopo passo».

Hagens Berman Jayco
Giovanni Visconti è stato di recente al primo ritiro della Hagens Berman Jayco in vista del 2026
Hagens Berman Jayco
Giovanni Visconti è stato di recente al primo ritiro della Hagens Berman Jayco in vista del 2026
L’età media dei ragazzi si abbassa, per uno scout come cambia il lavoro?

Nel dividermi tra gare under 23 e juniores direi che ormai la proporzione è 25 per cento per U23 e 75 per cento sugli juniores. Lo scouting vero e proprio si fa con i ragazzi più giovani, poi può succedere anche di trovare un ottimo prospetto tra gli under 23. Ma è una dinamica legata a fattori esterni: un infortunio, un intoppo o non si è trovato bene con la squadra precedente. Ad esempio quest’anno nel devo team abbiamo preso Jed Smithson, arriva dalla Visma

Nella categoria juniores come ci si approccia?

Lì vai a fare il vero scouting, nel senso che c’è il tempo per provare a studiare il ragazzo e a vederlo in più occasioni. Si ha modo di parlare con lui, con la famiglia, l’allenatore e il procuratore. Sì, ormai l’80 per cento degli juniores è seguito da un procuratore

C’è differenza tra ragazzi di primo anno o di secondo?

Gli juniores di primo anno noi li cominciamo a studiare. Non siamo una squadra che va a prendere tanti primi anni, ci piacerebbe avere il tempo di vederli crescere, arrivare al secondo anno e magari poi approfondire la cosa. Se parliamo di far firmare uno junior cerchiamo di farlo al secondo anno nella categoria. Se poi c’è un corridore che merita e sappiamo di poter non arrivare in tempo, allora purtroppo dobbiamo accelerare le cose. Tante volte molte squadre si fidano della prima impressione e tagliano corto. Personalmente preferisco prendermi il giusto tempo. 

Il lavoro dello scout parte dalla categoria juniores (foto Team Giorgi)
Il lavoro dello scout parte dalla categoria juniores (foto Team Giorgi)
E’ una categoria complicata, nella quale incidono tanti fattori.

Si deve guardare a tantissimi aspetti, non sempre quello che ha vinto dieci gare ti assicura di diventare un professionista forte, anzi. Personalmente preferisco seguire quei profili dove riesco a vedere un bel margine di crescita, sia muscolarmente che mentalmente. 

Il primo contatto con un corridore come arriva?

Solitamente passiamo prima dalla famiglia, visto che alcuni sono ancora minorenni, e chiediamo il permesso di scambiare due parole con il ragazzo. Dopodiché parli con la squadra o il procuratore. Noi come Jayco preferiamo sempre fare un primo incontro, anche virtuale sulle varie piattaforme, tutti insieme: ragazzo, famiglia, diesse e procuratore. 

Con tutte queste figure coinvolte diventa come trattare con dei professionisti?

Quando fai il primo incontro ti rendi conto che in realtà non sono professionisti, ma dei ragazzini. Tuttavia l’atteggiamento che dobbiamo tenere è equiparabile a quello che avremmo con professionista, perché comunque parli con il diesse, l’allenatore, l’agente e di conseguenza dobbiamo presentare un progetto valido e costruito su misura. La realtà è che abbiamo a che fare con ragazzini che non ci assicurano veramente la riuscita della nostra scelta, ma ormai il mondo degli juniores è diventato semi-professionistico.

Giovanni Visconti, scout, U23
Giovanni Visconti è stato scelto dalla Jayco per il suo passato da pro’, l’occhio dell’ex ciclista fa la differenza nel trovare talenti
Giovanni Visconti, scout, U23
Giovanni Visconti è stato scelto dalla Jayco per il suo passato da pro’, l’occhio dell’ex ciclista fa la differenza nel trovare talenti
Numeri e test quanto contano?

I ragazzi ormai sono testati dalla mattina alla sera, accedere ai loro dati ti fa capire in che modo si allenano e quanto. Capita anche di richiedere un test in sede da noi, ma solo quando non abbiamo tanti dati a disposizione.

Quanto conta avere l’occhio dell’ex corridore?

La Jayco-AlUla mi ha preso proprio per questo. Riteniamo che non bastino solamente i numeri, ma c’è da prendere in considerazione tanto altro. Ad esempio mi è capitato di vedere alcuni ragazzi con atteggiamenti già troppo avanzati in gara, cosa che mi ha frenato dal farli firmare. Preferisco avere corridori sui quali penso di avere ampi margini di miglioramento

Vedi tanta differenza rispetto a quando correvi tu?

Premetto che vado a vedere gare internazionali, quindi con un livello alto, però sì. Ad esempio: l’ultima volta che ho visto il Lunigiana c’erano delle squadre che correvano per il capitano. Quando ero junior, si correva un po’ più all’arrembaggio. 

nazionali, juniores, Corsa della Pace, Repubblica Ceca
Visconti viaggia spesso alla ricerca di talenti, spesso va all’estero per seguire le gare internazionali
nazionali, juniores, Corsa della Pace, Repubblica Ceca
Visconti viaggia spesso alla ricerca di talenti, spesso va all’estero per seguire le gare internazionali
Hai detto che esiste il rischio di vedere squadre che ti “soffiano” via gli atleti, fa parte del gioco?

Sì, c’è poco da fare. Sento di rappresentare una grande squadra, che fa parte del WorldTour e con una struttura solida e ambiziosa. E’ chiaro però che vederne un’altra che vince o stravince può influenzare il ragazzo nelle sue scelte. Per noi è chiaramente un bell’aiuto quando la Jayco-AlUla vince tappe al Giro. 

La presenza dei procuratori non dovrebbe evitare questi rischi?

Mi auguro che i procuratori sappiano dare i giusti consigli al ragazzo, ma non è solo “colpa” loro, sarebbe riduttivo. Anche io da junior avevo il procuratore, ma la scelta finale era la mia. Mi arrivavano le varie proposte ma poi ero io a prendere la decisione ultima. Lì sta alla personalità del ragazzo, anche questo è un processo che si deve affrontare se si vuole diventare un corridore importante

Con gli under 23 come si lavora?

Vado a vedere le loro gare, anche se molto meno rispetto agli juniores, perché possono sempre emergere dei prospetti interessanti. Non tutti entrano nei devo team, qualcuno corre nelle continental o nelle squadre di club perché ha avuto bisogno di più tempo per maturare. E’ vero che ora fai fatica a trovare una sistemazione se da junior non vai forte, però ragazzi interessanti ce ne sono. 

Test e dati non mancano neppure fra gli juniores, ma spesso non bastano: serve anche vedere i corridori in gara
Test e dati non mancano neppure fra gli juniores, ma spesso non bastano: serve anche vedere i corridori in gara
C’è il rischio di perdere talenti?

Assolutamente. L’esempio che si fa sempre è che un corridore come Colbrelli non sarebbe mai diventato professionista ora. Lo hanno aspettato. 

Si riescono a tutelare questi atleti?

Mi piacerebbe avere la bacchetta magica e riuscire a farlo, ma è una cosa talmente grande che fermare tutto è impossibile. C’è da prendere atto che purtroppo va così, da un lato un mondo così professionale permette ai ragazzi di crescere al meglio, a discapito di chi necessita più tempo. Dispiace, ma c’è poco da girarci intorno.