Juniores in crescita, ma Salvoldi continua a spingere

30.05.2023
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Cancellato il Tour de Vaud che doveva essere la quinta tappa e che doveva svolgersi questo fine settimana, Dino Salvoldi traccia una riga sulla stagione e su quel che hanno detto le prove di Nations Cup, confermatesi anche quest’anno il termometro del valore di un movimento. Una challenge particolare, nella quale non ha tanto peso la classifica generale quanto quello che avviene in ogni singola prova. Un po’ per le differenze di caratteristiche che ognuna presenta, un po’ per il valore delle prestazioni dei ragazzi.

Finora si sono disputate quattro prove: una in linea (la Paris-Roubaix) e tre a tappe (L’Eroica, la Corsa della Pace e il Trophée Morbihan).

La gara del pavé non ha regalato soddisfazioni ai colori azzurri con Capra 53°.

Nella Corsa della Pace il migliore è stato Lorenzo Finn 13°, ma con due presenze in top 10 di Negrente e Gualdi, addirittura sul podio nella terza tappa.

In Francia c’è stato l’acuto di Bessega, vincitore della frazione finale con Giaimi secondo nella seconda tappa e 6° nella classifica finale e belle prove anche per Sierra e Cettolin.

In quella italiana vittoria nella cronosquadre e secondo Gualdi ancora dietro Nordhagen, con seconda piazza per Favero nella seconda tappa e decima di Mellano nella terza.

Dino Salvoldi è alla guida degli juniores dallo scorso anno e vuole cambiare molto nella categoria
Dino Salvoldi è alla guida degli juniores dallo scorso anno e vuole cambiare molto nella categoria

Un divario ridotto dal vertice

Il tecnico azzurro all’inizio della stagione era stato chiaro: bisogna costruire uno zoccolo duro, un gruppo di ragazzi che devono acquisire abitudine alle sfide internazionali. Dopo l’anno di presa di contatto, nel 2023 bisogna cominciare a tirare le fila del movimento e dopo i primi mesi Salvoldi si dice abbastanza soddisfatto, anche se c’è ancora molto da fare.

«In generale posso dire – ammette – che rispetto al 2022 ci siamo un po’ avvicinati al resto del mondo. Ora ci siamo, con continuità, in un contesto di qualità generale alta dove ci sono pochi possibili fenomeni e parlo di possibili perché a quest’età non ci sono mai certezze. Scendendo però in profondità nelle prestazioni c’è ancora un gap da colmare».

La squadra azzurra in Francia, con Giaimi, Sierra, Santinello, Bessega, Cettolin e Capra (Le Photographer)
La squadra azzurra in Francia, con Giaimi, Sierra, Santinello, Bessega, Cettolin e Capra (Le Photographer)
Dove in particolare?

Quando le corse diventano difficili, dove ci sono salite lunghe abbiamo ancora una distanza rispetto al vertice, non siamo ancora in grado di essere della partita. Anche in questo ci sono stati dei miglioramenti, sia chiaro, ma i più forti restano lontani. Anche a cronometro non siamo ancora a posto e le classifiche delle gare a tappe dicono che è proprio la corsa contro il tempo che nella maggior parte dei casi è decisiva.

La tua politica di formare un gruppo unico sta pagando?

Io sto andando avanti su quella strada. Le rappresentative sono state sempre diverse, ma vengono quasi tutti da quel blocco sul quale ho iniziato a lavorare con continuità da inizio stagione e che è formato prevalentemente dai secondo anno. Ci sono stati ragazzi che hanno integrato il gruppo, ma voglio mantenere una coerenza con quanto avevo detto a inizio stagione e i risultati mi stanno dando ragione.

Gualdi, azzurro ai Mondiali 2022 è l’elemento più esperto
Gualdi, azzurro ai Mondiali 2022 è l’elemento più esperto
Che riscontri hai avuto al di là dei risultati oggettivi?

Da un anno all’altro cambia molto, non solo in generale ma nei ragazzi stessi. C’è chi fa il salto di qualità e cresce e chi invece resta lì o addirittura peggiora il proprio rendimento. E’ qualcosa di personale, sta nella crescita interiore del ragazzo, ma sicuramente un fattore che noto è che con l’abitudine ad allenarsi e a gareggiare insieme in contesti così elevati si migliora in termini di esperienza.

Per esperienza intendi il rendimento come risultati?

Non tanto, io focalizzo l’attenzione più sulla gestione della corsa, sul lavoro di squadra. In queste trasferte – sottolinea Salvoldi – mi sono reso conto di come Paesi come Norvegia e Svezia siano avanti perché hanno un’abitudine estrema a gareggiare come squadra. Ma non potrebbe essere altrimenti, non c’è una frammentazione in società come da noi, lì si forma la nazionale e questa viaggia insieme tutto l’anno. I rapporti si cementificano, fuori e dentro la gara. Per noi è naturalmente più difficile, ma noto significativi progressi in tal senso. Abbiamo una struttura ciclistica diversa, la mia non è assolutamente una critica, solo una presa d’atto.

Andrea Bessega è stato autore di un’azione vincente in Francia (foto DirectVelo)
Andrea Bessega è stato autore di un’azione vincente in Francia (foto DirectVelo)
Da questo punto di vista siamo migliorati?

Sicuramente, basta guardare la cronosquadre dell’Eroica, dove abbiamo vinto, ma per tutte le gare abbiamo mostrato una certa continuità. I risultati ci sono, ma sono frutto della collaborazione, del fare gruppo e infatti se parli con i ragazzi diranno tutti che vogliono fare altre esperienze. Come detto restano ancora divari tecnici, sui quali c’è da lavorare.

Gualdi e Bessega sono quelli che hanno finora più convinto…

Non è un caso – sentenzia Salvoldi –mi piace molto il loro essere coraggiosi, il loro essere prototipi del corridore moderno che va all’attacco senza paura, hanno un atteggiamento spavaldo che non si pone problemi tattici e che si fa notare, è quello che il ciclismo attuale richiede. I risultati in questo caso sono strettamente correlati alle prestazioni. Dobbiamo metterci in testa che quello che vediamo all’estero è un ciclismo diverso rispetto alle gare italiane, in quello vince chi è più forte, da noi non capita sempre. Spero che anche gli altri ragazzi prendano esempio e siano più coraggiosi.

Nordhagen con le vittorie alla Corsa della Pace e al Trophée Morbihan è un riferimento assoluto
Nordhagen con le vittorie alla Corsa della Pace e al Trophée Morbihan è un riferimento assoluto
Italiani a parte, hai visto qualcuno che ti ha impressionato?

E’ chiaro che Nordhagen mostra di avere qualcosa in più, ma non è una sorpresa, parliamo del vicecampione europeo. Attenzione anche all’americano August, secondo alla Corsa della Pace, per me sono gli unici che si staccano dalla media, dietro ci sono molti ottimi corridori e fra questi ci sono anche i nostri.