Nicolas Gomez si è aggiudicato la Coppa d’Inverno, l’ultima corsa nazionale della stagione, così prima di ripartire per la Colombia ha avuto modo di togliersi l’ultima soddisfazione. Il 2023 doveva essere l’anno della ripartenza, una chance da giocarsi per entrare nel mondo dei professionisti dalla porta degli elite. Una cosa sempre più difficile nel ciclismo di oggi, ma non impossibile, come hanno dimostrato casi recenti.
«A inizio stagione ero carico – racconta Gomez, 23 anni – avevo ambizioni importanti. Non è andato tutto per il verso giusto però mi sono piazzato spesso nelle prime gare. Mi è mancato quel puntino in più per fare bene, non sono arrivato prontissimo e forse l’ho pagata un po’».
La vittoria che mancava
Gomez ha conquistato un successo all’ultima occasione utile, quando la stagione è all’ultimo giro di chiave. Quella della Coppa d’Inverno è stata la ricompensa per una seconda parte del 2023 con qualche difficoltà in più del previsto. Le lacrime del colombiano, scese copiose dopo il traguardo, hanno detto tanto.
«Ci voleva – ammette anche dopo tempo – volevo chiudere la stagione nel migliore dei modi, per ringraziare la squadra. I compagni si sono sacrificati tanto per me e io ho dimostrato di ricordarmi bene come si vince. E’ stato un po’ un recupero per una seconda parte di stagione che non è andata benissimo. Mi sono tolto un bel peso dallo stomaco e sono partito molto più sereno per le vacanze».
Com’è andata con Provini, come ti sei trovato?
Ero curioso di lavorare con lui e fino alla prima metà di stagione mi sono trovato bene. Poi abbiamo avuto una discussione, una cosa che ci può stare durante tutto l’anno, ma non sono riuscito più a trovare la serenità per fare tutto al meglio. Poi pensavo di fare uno stage con la Corratec se avessi fatto bene a inizio anno.
E invece?
Penso di aver fatto un buon inizio di stagione: non pieno di vittorie, ma sempre piazzato. Speravo di andare a fare qualche gara con loro, invece della nostra squadra ci è andato solamente Tsarenko.
Ora guardi già al 2024? Hai già deciso cosa fare?
Non ancora, in Italia mi ha cercato qualche squadra ma sempre continental: una è la Zalf, che mi ha cercato anche lo scorso anno. Alla fine avevo scelto la Hopplà anche per l’opportunità di fare stage con la Corratec. Devo essere sincero, per il 2024 non escludo nemmeno di rimanere a correre in Colombia.
Come mai?
Ci sono delle ottime continental anche da noi e in più potrei riprendere in mano il discorso della pista. Da junior ero molto forte nelle prove di velocità, sono stato campione panamericano nello scratch e nel team sprint.
Perché una volta in Italia non hai continuato?
Non avendo una pista vicino a casa, negli anni in cui sono stato alla Colpack, veniva difficile andare. In più non avevo chi mi avrebbe potuto allenare al meglio ed in Colombia per partecipare a queste competizioni guardano tanto a chi si allena e riesce a dedicare tempo alla disciplina.
La pista, si è visto negli anni, è una grande occasione per migliorare nelle volate.
Vero, per questo vorrei provare a riprenderla perché qui in Colombia potrei fare entrambe le cose. Mi aprirebbe una porta importante in termini di opportunità per passare e anche per quel che riguarda una carriera in pista. Anche se sono passati un po’ di anni non è troppo tardi per provarci».