EDITORIALE / Giro Next Gen, fuori le italiane (alcune): parliamone

20.05.2024
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LIVIGNO – Deve essere la vicinanza geografica, in questo secondo riposo del Giro che guarda verso giganti ancora innevati. Così mentre Tadej Pogacar dorme il sonno dei giusti, parliamo del prossimo Giro che attraverserà l’Italia: il Next Gen, quello degli under 23, che si correrà da Aosta a Forlimpopoli dal 9 al 16 giugno (in apertura il vincitore 2023 Staune Mittet e la sua Jumbo-Visma Development).

Lo Stelvio, che domani non si affronterà per la neve, richiama le immagini grottesche dei corridori attaccati alle ammiraglie nel 2023. Si capisce perciò che nell’invitare le squadre per la prossima edizione, in RCS Sport abbiano deciso di lasciare a casa quelle che si macchiarono della colpa. Ci sta ed è giusto, come sarebbe stata auspicabile una sanzione federale verso i tecnici che permisero lo scempio.

Giro Next Gen del 2023: queste le immagini che hanno scatenato il putiferio (foto cyclingpro.net)
Giro Next Gen del 2023: queste le immagini che hanno scatenato il putiferio (foto cyclingpro.net)

La selezione delle squadre

Tuttavia nella selezione delle squadre qualcosa non torna oppure è riconducibile a una logica di mercato e non a un ragionamento puramente tecnico. Era prevedibile che si desse la precedenza alle continental, soprattutto ai devo team delle squadre WorldTour. Non stupisce che siano state lasciate a casa alcune squadre dilettantistiche italiane: basta scorrere gli ordini di arrivo per rendersi conto che il loro brillare nel 2024 è circoscritto a piccole corse nazionali o regionali. Eravamo ben consapevoli e lo abbiamo scritto a suo tempo che il passaggio di mano del Giro d’Italia avrebbe determinato una svolta di questo tipo. Allo stesso modo in cui sarà traumatica per le squadre femminili la selezione per il Giro Women, ma di questo parleremo a tempo debito.

Thomas Pidcock, Giro d'Italia U23, Aprica 2020
La Trinity, invitata al Giro Next Gen, vinse nel 2020 con un giovanissimo Tom Pidcock
Thomas Pidcock, Giro d'Italia U23, Aprica 2020
La Trinity, invitata al Giro Next Gen, vinse nel 2020 con un giovanissimo Tom Pidcock

Tra RCS e FCI

Il Giro Next Gen è stato affidato in appalto totale a RCS Sport dalla Federazione, che ne detiene la titolarità. Visto il bando con cui è stata effettuata l’assegnazione, è stato subito chiaro che soltanto il gruppo milanese avrebbe potuto farsene carico. Lo sbarramento finanziario ha tagliato fuori altri soggetti: semmai sarebbe potuto intervenire qualcuno dall’estero, ma per disinteresse o per un patto di non belligeranza, nessuno si è affacciato ai nostri confini. In ogni caso, RCS ha le capacità e le competenze per organizzare una corsa di quell’importanza. Forse però non ne ha ancora le competenze e magari non condivide del tutto la necessità che certe gare servano anche per promuovere il ciclismo italiano.

Comunque sia, mettendo avanti l’evidenza di una corsa davvero importante, l’organizzatore non ha guardato troppo al panorama italiano e nel fare gli inviti non c’è stata una vera condivisione con la Federazione. La cosa ci stupisce? Un po’, ecco perché.

La Arvedi è una squadra di pistard (qui Lamon, ovviamente elite): saranno accolti in trionfo nella loro Cremona (photors.it)
La Arvedi è una squadra di pistard (qui Lamon, ovviamente elite): saranno accolti in trionfo nella loro Cremona (photors.it)

Punti o inviti?

Nelle prime due edizioni sotto la sua guida, Extra Giro impose la selezione dei team italiani in base ai punteggi, riservandosi gli inviti per le straniere. Questo provocò qualche mal di pancia: i corridori italiani arrivavano a giugno piuttosto spremuti per la necessità di fare punti e soccombevano davanti alla freschezza degli stranieri, che potevano invece programmare l’attività. Si passò pertanto agli inviti anche per le squadre italiane, che prevedevano un occhio di riguardo per un certo numero di team.

Si faceva un’analisi attenta fra organizzatori e Struttura tecnica federale e alla fine chi rimaneva fuori difficilmente aveva da lamentarsi. La condizione era che avessero partecipato a gare internazionali, facendo punti con gli atleti under 23 e non con gli elite. Era immediato capire se davvero fare il Giro interessasse per opportunità tecniche o per avere qualcosa da mostrare agli sponsor.

Giro U23 del 2022: Hayter, Gregoire e Van Eetvelt. La Groupama non ci sarà, Hagens Berman e Lotto sì (foto Isola Press)
Giro U23 del 2022: Hayter, Gregoire e Van Eetvelt. La Groupama non ci sarà, Hagens Berman e Lotto sì (foto Isola Press)

Le squadre italiane

Guardando l’elenco dei team del prossimo Giro Next Gen, fra le assenze più eclatanti spicca quella della Groupama-FDJ che due anni fa dominò in lungo e in largo, rifiutata e per questi stupita. Fra le squadre italiane non continental sono state inserite la Arvedi, la Campana Imballaggi e la Trevigiani. E se la terza ha in Zamperini un nome di assoluto interesse, la prima e la seconda correranno il Giro grazie a un’apertura di credito e magari per la vicinanza di due tappe alla sede dei loro sponsor.

Fra le continental italiane sono rimaste fuori la Q36.5, la Work Service, la Beltrami e la UM Tools. La prima ha solo atleti U23 e nel ranking UCI è piazzata meglio di altri team invitati (77ª con 167 punti, terza nel ranking italiano). La Work Service in proporzione ha meno punti (109ª a quota 71), ma è più avanti ad esempio delle invitate Zalf, Drali e Mg.K Vis. La Beltrami è tra i fanalini di coda, ma ha comunque 10 punti come la Drali. La quarta non ha i punteggi necessari e sta ottenendo i migliori piazzamenti con atleti elite.

Per fortuna e per dare una possibilità agli atleti rimasti fuori, è stata ammessa la presenza di una nazionale italiana, in cui Marino Amadori potrà convocare i migliori elementi delle squadre rimaste fuori.

La Campana Imballaggi, squadra trentina, sarà al Giro con un organico giovanissimo
La Campana Imballaggi, squadra trentina, sarà al Giro con un organico giovanissimo

L’assenza di un criterio

Quello che resta è l’assenza di un criterio e di una voce federale. Si sceglie per i punti? Ottimo, è la via migliore. Si procede per inviti? Occorre frequentare le corse ogni settimana e parlare con le società prima che la stagione abbia inizio. Probabilmente si sarebbe arrivati alla stessa selezione riconoscendo alla FCI una sorta di partnership nella scelta, ammesso che la stessa Federazione abbia avuto interesse o voglia di prendervi parte. Sarebbe stato necessario a tutela di un movimento che in questo modo subisce spallate decise senza una regia che favorisca la transizione verso un’altra forma di ciclismo. Unendo tutto ciò alle debolezze dell’attività di base, scusateci se iniziamo a essere più preoccupati del solito.