LE CATEAU-CAMBRESIS (Francia) – Assieme alla Colpack-Ballan abbiamo vissuto da dentro le emozioni della Paris-Roubaix Espoirs. Alla vigilia della corsa però, poco prima della riunione tecnica, abbiamo avuto modo di incontrare i vari staff tecnici della squadre. Con il team manager della Circus-ReUz guardiamo al Giro d’Italia under 23. Le tappe infatti sono state rese note all’inizio di maggio e a quel punto la rincorsa alla maglia rosa dei giovani ha avuto inizio.
Il percorso
Saranno otto tappe tutte con caratteristiche diverse, dure ed affascinanti. Il profilo tra le varie frazioni cambia molto, rendendo così difficile la lettura e l’interpretazione.
«E’ davvero bello come percorso – racconta Dimitri Claeys diesse del team, pro’ dal 2011 al 2022 – come il Giro riesce ad esserlo ogni volta. La tappa più affascinante è la quarta, quella con arrivo sullo Stelvio. Si tratta della frazione intermedia, che potrà essere già un punto chiave per la corsa, soprattutto per i giorni successivi. Ci sono tre giornate dedicate agli sprinter, di non facile lettura, a parte una completamente piatta (la terza, che porta da Priocca a Magenta, ndr). Si tratta di un percorso interessante perché ci saranno occasioni per tutti i corridori. Il Giro d’Italia è la corsa più importante del calendario, certo c’è anche il Tour de l’Avenir, ma quello è dedicato alla nazionali».
Solo cinque corridori
Le squadre invitate sono 35, di cui 17 italiane e 18 team internazionali, un numero elevato di squadre che ha portato ad avere solo cinque corridori per team. Una corsa così dura non sarà facile da gestire e aver pochi corridori vuol dire centellinare le energie.
«Non sarà facile decidere quali corridori portare o escludere – riprende – noi abbiamo Busatto, che in questo momento è in ottima forma. Tuttavia lui è un corridore adatto a gare dure, come la Liegi, ma non è uno scalatore. Per la classifica abbiamo un giovane talento francese: Alexy Faure Prost (a sinistra nella foto Instagram di apertura, insieme a Busatto). Lui è uno dei corridori che potranno puntare alla classifica generale. Tra i nostri ragazzi c’è anche Alessio Delle Vedove, ma per lui il discorso è diverso, è al primo anno con noi ed ha solamente 19 anni. Dovremo vedere come performerà durante il resto della stagione. Di certo avere solamente cinque corridori in squadra renderà le scelte ancora più difficili. Il Giro, come detto, è la corsa per team più importante della stagione, è giusto che la maggior parte delle squadre possa partecipare. Siamo felici di esserci però e di lottare per questa grande corsa».
Corsa “pazza”
Il binomio percorso duro e squadre “ridotte” potrebbe creare molti colpi di scena, probabilmente non ci sarà una squadra in grado di controllare la corsa dalla prima all’ultima tappa.
«E’ chiaro che non si potrà controllare la corsa tutto il tempo con solamente cinque corridori – spiega ancora – considerando che se uno dei ragazzi ha la maglia, tendi a preservarlo. Di conseguenza il team del leader potrebbe trovarsi con quattro uomini. Si dovrà fare il punto della situazione negli ultimi due o tre giorni di corsa. Soprattutto nella settima frazione, dove di pianura ce n’è ben poca e la fatica nelle gambe sarà elevata. Potrebbe diventare una corsa da “uno contro uno” dove ogni corridore cercherà di cogliere ogni occasione. Che si tratti di migliorare la propria posizione in classifica oppure di vincere una tappa.
«I team importanti non mancheranno, come detto prima, dovremo stare attenti a tutti: a partire dai Jumbo-Visma fino alla FDJ. Anche se questi ultimi hanno cambiato molto dall’anno scorso, il ricambio però c’è stato e sono presenti molti nuovi talenti. Tra le squadre italiane non bisognerà sottovalutare la Colpack e la Green-Project (con un Pellizzari super agguerrito, ndr) che correndo in casa vorranno mettersi in mostra».