Dopo l’arrivo scoppia in lacrime Lorenzo Germani ed è comprensibile. Ha vinto il campionato italiano under 23 con un’azione che ha dell’incredibile, con metà gara in fuga. Lorenzo è uscito dal gruppo alla fine del quinto dei dieci giri previsti, a più o meno 90 chilometri dall’arrivo.
Un’azione calcolata, meditata con una precisione scientifica. «Dietro, il gruppo andava abbastanza piano – racconta con i suoi occhi azzurri che ancora brillano dall’emozione – ed avevo paura che non saremmo riusciti a rientrare sui fuggitivi, così ho fatto da solo».
Una lettura perfetta della corsa, Germani ha fatto selezione in maniera lenta ma perentoria. Prima erano in sette e ad ogni passaggio sotto la linea dell’arrivo i compagni di avventura pian piano diminuivano.
Un percorso tecnico
Marino Amadori, cittì della nazionale under 23, ce lo aveva detto questa mattina: «E’ un percorso molto tecnico, nervoso, imprevedibile. Difficile pronosticare un vincitore, è una corsa che si presta a tante letture: può arrivare un piccolo gruppo in volata, oppure se qualcuno ha gamba può andare via da solo».
E’ stato proprio così, il corridore della Groupama FDJ Continental ha tagliato il traguardo in solitaria. Solo un corridore ha resistito più a lungo degli altri: Walter Calzoni della Gallina Ecotek.
«Sono uscito al terzo giro perché in gruppo si andava davvero piano. Allora ho pensato che sarebbe stato meglio andare piano in fuga che dietro. Così, se mi avessero ripreso sarei stato già davanti. Il secondo posto brucia – ammette con un lieve rammarico Calzoni – la bella azione rimane e oggi ha vinto un signor corridore».
Gruppo sornione
Non c’era un metro di pianura nei 17 chilometri del circuito di Carnago, provincia di Varese, dove si è corso questo campionato italiano under 23. Continui sali e scendi, strappi che mordono i polpacci, tornata dopo tornata. Mentre i professionisti, domani ad Alberobello saranno sotto la morsa di Caligola, il meteo è stato clemente con i giovani.
La corsa è partita alle 13, sotto un sole luminoso come solo d’estate. Il caldo viene alleviato da un leggero venticello fresco e dai tanti tratti boschivi del percorso. I partenti erano 175: tanti, verrebbe da pensare. Che il ritmo in gruppo non sia mai stato alto lo denota la poca selezione. Solo negli ultimi 30 chilometri si è tentato di alzare l’andatura, ma ormai era troppo tardi. Così Germani festeggia e più di qualcuno si mangia le mani.
L’abbraccio degli amici
Lorenzo taglia il traguardo e si perde nell’abbraccio degli amici Cristian e Gioele, coloro che lo hanno accompagnato in questa trasferta solitaria. Questa mattina avevamo visto il laziale parlare con l’ammiraglia neutra per capire in quale auto lasciare le ruote. Questo a sottolineare quanto sia stato difficile organizzarsi.
«Sono venuto qui per divertirmi – aveva detto prima del via il corridore di Roccasecca – i miei genitori non potevano venire con me e mi sono portato i miei due migliori amici. Siamo partiti ieri mattina ed abbiamo dormito a Gallarate, partivo senza pretese e torno a casa con la maglia tricolore».
Le parole faticano ad uscirgli dalla bocca, come fermate da un groppo in gola che fatica a sciogliersi.
«Non so quando realizzerà che cosa ha fatto – dice commosso il suo amico Gioele – è stato davvero incredibile, è forte e oggi lo ha dimostrato».
Via qualche sassolino dalla scarpa
Sul palco stringe i denti, quasi a ricacciare in gola le lacrime, ma la commozione è d’obbligo in questi casi. Diventa quasi contagiosa, anche chi gli sta intorno viene travolto dai sentimenti di un giovane che corre in terra francese e che ha fatto tanti sacrifici per arrivare fino a qui.
Dal Giro d’Italia under 23 era uscito con tanta rabbia nei confronti di chi aveva criticato il modo di correre della sua squadra. Questa rabbia l’ha scaricata pedalata dopo pedalata. Prima del via aveva detto: «Noi corriamo a modo nostro ed è giusto così, abbiamo trovato un ragazzo più forte ed ha vinto».