Avevamo lasciato Nicola Venchiarutti al suo primo approccio con la Work Service, dopo un’esperienza con l’Androni finita forse troppo presto e senza considerare le attenuanti di un biennio così particolare come quello passato, segnato dalla pandemia. Lo ritroviamo rinfrancato dopo aver riassaporato il gusto del successo, alle prese con un Giro di Sicilia vissuto con lo spirito positivo di chi sa che nella bisaccia qualcosa già c’è.
Al di là del valore intrinseco, il successo di sabato scorso al GP Città di Pontedera (foto Pagni in apertura) ha un significato profondo perché chiude un cerchio e mette fine a un periodo di astinenza da vittorie troppo lungo.
«Aspettavo questo momento da tre anni. Nel 2019 erano arrivate belle vittorie – dice – come alla Popolarissima e nella tappa del Giro U23 a Falcade, poi si è fermato un po’ tutto. Ora sono ripartito, ma era da tempo che sentivo che le cose funzionavano e anche qui in Sicilia si vede che c’è un Venchiarutti nuovo (nella prima tappa a Bagheria ha chiuso 10°, ndr)».
Raccontaci un po’ che gara è stata, quella di Pontedera…
C’era tanto vento e questo ha segnato un po’ la corsa. Entrati nel circuito finale c’era una salita che via via ha scremato sempre più il gruppo. Alla fine eravamo rimasti in 35, io avevo due compagni di squadra, Lucca ha tirato come un forsennato negli ultimi 10 chilometri, poi Burchio mi ha pilotato fino ai 250 metri, lì sono uscito io. Ma anche gli altri compagni erano stati preziosi nel corso della gara, è stata una vittoria di squadra, io ho solo dovuto fare l’ultimo tiro…
Al di là del successo, sembra che alla Work Service hai ritrovato quella serenità perduta.
E’ un bel gruppo, non c’è che dire. Sarà anche una formazione continental, ma non ci fa mancare niente, ha una struttura di livello superiore. Il clima è sereno e tranquillo, la mentalità è quella giusta per portarti a emergere. Era quello di cui avevo bisogno.
Quando sei passato di squadra, le prospettive erano di fare di te un po’ il “guru” in corsa, quello più esperto in grado di far crescere chi era intorno a te anche se sei ancora molto giovane considerando i tuoi 23 anni.
E’ vero, sono uno dei più esperti, se non altro fra quelli che hanno avuto maggiori possibilità d’interagire con il ciclismo che conta. Cerco di dare consigli, di collaborare esattamente come fanno gli altri, intorno a me ho ragazzi che sono molto attenti, che chiedono ma che soprattutto hanno voglia di fare. L’ho detto, è un bel gruppo…
Da dove nasce questo nuovo Venchiarutti? A prescindere dalla vittoria, è da gennaio che viaggi sempre a buoni livelli, con piazzamenti importanti…
Io dico che il merito è stato aver passato un inverno tranquillo e proficuo. Abbiamo avuto poche piogge quest’anno e ciò ha permesso di lavorare molto fuori, quando invece, tra clima e Covid, nei due inverni scorsi avevo dovuto trascorrere parte della preparazione sui rulli e non è proprio la stessa cosa… Uscire spesso aiuta a dare tono alla gamba, poi i ritiri e le gare hanno fatto il resto. Sentivo da tempo di essere pronto per la vittoria e finalmente è arrivata.
Quali aspirazioni hai ora?
Se mi chiedete se c’è una gara che attendo particolarmente vi rispondo di no. Ho imparato a vivere questo mestiere giorno per giorno, pensando a quel che mi riserverà il domani. Non faccio programmi, so solo che ho una buona condizione e voglio sfruttarla al meglio, il contesto non è importante.
Questo nuovo Venchiarutti ha aspirazioni azzurre?
Chi non ne ha? So bene che c’è gente più forte e io ormai sono un atleta elite, quindi gli spazi sono ristretti, ma la speranza non costa nulla. Tutto quel che posso fare è farmi vedere, cercare di portare a casa il maggior numero di risultati considerando che poi, sulla carta, le gare titolate si prestano anche alle mie caratteristiche, l’europeo in particolar modo.
Tu hai superato il limite degli under 23, quindi ad esempio non potrai rientrare nel team per il Giro d’Italia di categoria. Non pensi che questo riduca un po’ le tue possibilità di gareggiare ed emergere?
No, il calendario è comunque molto ricco, ho già visto i programmi della squadra e di occasioni ce ne saranno tante. Le possibilità per mettermi in mostra ci sono, dipende solo da me. Quel che conta è poter correre, io più gareggio e meglio vado…