“Filo” Agostinacchio, un anno senza paura puntando al massimo

29.04.2025
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Negli stessi giorni in cui il fratello Mattia annunciava l’approdo dal 2026 alla EF Education-EasyPost, Filippo Agostinacchio infilava una serie di ottimi piazzamenti nelle più impegnative classiche di aprile. Così se il piccolo si è guadagnato il professionismo grazie al titolo mondiale juniores di ciclocross dello scorso gennaio a Lievin, per il più grande della nidiata valdostana (22 anni compiuti il 26 aprile) quel traguardo dovrà essere per forza la conseguenza dei risultati su strada.

Il suo approccio con gli anni che passano non tradisce alcun tipo di nervosismo. La base di tutto sono il lavoro e la convinzione nei propri mezzi, del finale si parlerà quando sarà stato scritto. Lo spunto per questa chiacchierata sono proprio i piazzamenti ottenuti a San Vendemiano, al Recioto e al Belvedere, battuto dai corridori dei devo team, ma senza il senso di inferiorità che in anni passati ha reso il confronto improponibile. C’è un ristretto numero di squadre continental in Italia che lavora nel modo giusto e gli effetti alla fine si ripercuotono sugli ordini di arrivo. La Biesse-Carrera è una di queste.

Si può dire che, lavorando bene, le differenze non sono poi così incolmabili?

Alla fine, se lavori bene, è così. Poi ovvio che io sono un quarto anno, quindi ho anche più anni di loro alle spalle. Però è vero anche che non ho l’esperienza e le opportunità che loro hanno già avuto, quindi sono cresciuto in maniera diversa.

Dodicesimo al Belvedere poi quinto al Recioto, qual è stato il più difficile da centrare?

Tra le due giornate, sicuramente quella in cui stavo peggio è stata il Belvedere, quindi ho fatto decisamente più fatica lì che al Recioto, dove stavo decisamente meglio.

Il quarto anno da U23 sarà decisivo per il seguito della carriera?

Diciamo che dopo il quarto anno under 23, forse ne rimane un altro da elite, ma solo se sei uno che è sbocciato tardi. Quindi se questo non è l’anno decisivo, è comunque il penultimo. Però io lo sento come l’anno giusto, ma senza pressione. Prendo quello che viene e mi godo il processo.

La stagione di cross di Filippo Agostinacchio si è conclusa il 30 dicembre. A novembre è stato oro nel team relay degli europei
La stagione di cross di Filippo Agostinacchio si è conclusa il 30 dicembre. A novembre è stato oro nel team relay degli europei
Con questa consapevolezza, l’ultimo inverno è stato diverso dai precedenti?

A livello di impegno, è rimasto lo stesso di sempre, anzi probabilmente quest’anno è stato inferiore. Non come impegno fisico e di ore, ma come pressione mentale che mi metto addosso da solo. Sono più tranquillo. Mi sono detto: «Se va bene, va bene. Se va male, comunque avrò dato il massimo».

Hai fatto meno cross per restare più concentrato sulla strada?

Sono stato costretto a ridurlo perché ho avuto un infortunio alla schiena. Ho smesso a fine dicembre, ma ormai ho superato l’infortunio e adesso va tutto bene. Sto recuperando. Ancora non posso andare in palestra, che è un po’ limitante, soprattutto nelle gare esplosive, però sto compensando bene.

Ci siamo detti che sono poche le continental italiane che lavorano al livello dei devo team. Perché alla Biesse-Carrera si lavora bene?

Perché siamo come una famiglia. Siamo molto uniti e abbastanza maturi dal dire che quando uno sta meglio, si corre e si lavora per lui. Senza che ci sia bisogno di puntare i piedi, si fa spontaneamente. Dario e Marco (Nicoletti e Milesi, i due diesse del team, ndr) sanno riconoscere lo spazio che meritiamo e noi ragazzi siamo in grado di capire le situazioni. E’ chiaro che ognuno voglia spazio per sé, però bene o male ci diamo tutti una mano.

Sesto al Memorial Polese, seconda corsa di stagione. Agostinacchio ha appena compiuto 22 anni (photors.it)
Sesto al Memorial Polese, seconda corsa di stagione. Agostinacchio ha appena compiuto 22 anni (photors.it)
A parte Laigueglia, non sei mai uscito dai primi 10. Senti di essere al tuo meglio?

Sento di stare bene e che adesso manca soltanto il guizzo per vincere, la vera cosa che conta. Penso di aver già mostrato qualcosa di buono nelle gare di aprile, ma questa primavera non è ancora finita, anche se non credo che correrò ancora tra i professionisti. E poi comunque si tratterà di andare in altura a Livigno per preparare il Giro Next Gen, dove spero di tirar fuori qualcosa di buono.

Perché ti sei fermato al Giro d’Abruzzo?

Sono stato male per tre giorni. Nel primo, ho patito il viaggio. Poi sono un po’ stato meglio, mentre il terzo ho dormito di nuovo male. E la terza tappa non sono riuscito a terminarla, anche perché il meteo non mi ha dato una mano (Agostinacchio si è fermato nel giorno di Roccaraso, quando pioveva forte e quasi ha nevicato, ndr).

Ti capita ancora di allenarti con tuo fratello?

Quando ci vediamo, sì. Quando abbiamo la fortuna di stare insieme, ci alleniamo. Sono stato 20 giorni lontano da casa, quindi di recente non l’ho proprio visto.

Lo scorso anno in maglia Beltrami, Agostinacchio ha centrato il 3° posto alla Freccia dei Vini e a Collecchio
Lo scorso anno in maglia Beltrami, Agostinacchio ha centrato il 3° posto alla Freccia dei Vini e a Collecchio
Il fatto che lui abbia già annunciato il passaggio è una motivazione per te?

Non risento della disparità e non la vivo come tale. L’ho visto crescere e da un anno e mezzo lo alleno io, sotto supervisione di mio padre. Quindi non posso che essere contento. Dite che mi sono trovato un lavoro per quando sarò grande? Non lo so, adesso non ci penso. Mi piacerebbe conoscere le tappe del Giro e cominciare a prepararmi, ma ancora nessuno ne sa niente. Ci sarà da aspettare ancora…