Le fatiche ripetute di Sambinello, pensando al tricolore

28.06.2024
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Parlare di fatiche d’Ercole suonerebbe esagerato, ma certamente la settimana appena passata è stata molto impegnativa per Enea Sambinello. Prima i campionati italiani a cronometro, poi le tre tappe del Giro della Valdera. Sono stati pochissimi ad affrontare il doppio impegno, molti guardavano già ai successivi campionati italiani in linea del 30 giugno a Casella (GE), Enea è stato l’unico a emergere in entrambi, con due podi che alla fin fine gli hanno pure lasciato dell’amaro in bocca.

Per Sambinello quest’anno già 3 vittorie. Qui nella terza tappa del Giro del Friuli (Fotobolgan)
Per Sambinello quest’anno già 3 vittorie. Qui nella terza tappa del Giro del Friuli (Fotobolgan)

La scelta del corridore della Vangi Sama Ricambi Il Pirata non è stata casuale, ma anzi faceva parte di un piano: «L’avevamo stabilita già a inizio stagione con il direttore sportivo Matteo Berti e il preparatore Flavio Camerin. Non è stato neanche così impegnativo considerando che c’era il giovedì di mezzo e anche che la cronometro è un impegno fisico molto relativo. Diverso il discorso a livello mentale, dove invece richiede molto sforzo».

Il progetto era legato anche alla tua costruzione come ciclista per gare a tappe?

Parzialmente sì. Già alla Corsa della Pace quest’anno avevo affrontato 5 tappe di seguito, l’obiettivo è abituarmi sempre più agli sforzi prolungati nei giorni perché si vede, guardando l’attività e le gerarchie estere, che sono quelli che servono di più nella costruzione di un corridore. Io mi trovo abbastanza bene, infatti anche questi due sforzi ravvicinati sono stati positivi, avrei solo voluto condirli con una vittoria.

Seconda frazione del Giro della Valdera, il bolognese è battuto allo sprint da Montagner (foto Bernardini)
Seconda frazione del Giro della Valdera, il bolognese è battuto allo sprint da Montagner (foto Bernardini)
Com’era il Giro della Valdera?

La prima tappa era per velocisti, sapevo che non avrebbe influito molto sulla classifica. L’importante era rimanere in piedi, infatti ci sono state un paio di brutte cadute con alcuni corridori coinvolti in maniera pesante e mi è spiaciuto molto, spero che si rimettano presto. Sabato era prevista la tappa più dura con una salita pedalabile da ripetere più volte. Sono stato proprio io a promuovere l’azione principale portandomi dietro 6 corridori, poi in volata Montagner ha fatto valere le sue doti veloci, sicuramente superiori alle mie. Nella terza tappa c’è stata tanta pioggia, ma io e i miei compagni abbiamo comunque provato a ribaltare la classifica, in discesa però c’è stato il ricongiungimento e non ho più avuto possibilità di fare la differenza, finendo così secondo a 10” da Montagner.

Come lo scorso anno…

Sì e nella cronometro sono stato pure secondo dietro Finn, l’anno scorso avevo chiuso al terzo posto. Non posso negare che cercavo la vittoria con tutte le mie forze e non esserci riuscito inizialmente mi ha fatto male, ma sono comunque cosciente di avere fatto tutto il massimo per riuscirci. Montagner ha caratteristiche diverse dalle mie, non posso che dirgli bravo per come si è gestito in salita, è stato lui bravo a tenere il mio forcing.

Con Finn tricolore e Donati secondo, sul podio dei campionati italiani a cronometro (foto Pettinati)
Con Finn tricolore e Donati secondo, sul podio dei campionati italiani a cronometro (foto Pettinati)
Tu hai già in tasca il contratto con il devo team della Uae per il prossimo anno. Con i dirigenti tu e la tua squadra vi sentite nel corso della stagione?

So che mi seguono con attenzione e ogni tanto ci sentiamo. Tra l’altro devo dire che sono molto attenti anche nella gestione del materiale, appena ho qualche esigenza anche per la bici sono pronti ad accontentarmi. E’ come se mi facessero sentire già ora parte della squadra e questo è importante. So che hanno molta fiducia sia in me che nel mio team, mi tengono tranquillo. Vogliono che cresca con calma, i risultati gli interessano fino a un certo punto. Quel che conta è che conservi margini di crescita per i prossimi anni, su questo sono stati molto chiari.

Che impressione ti fa sapere che passerai nel devo team della squadra numero uno del WorldTour, è più l’entusiasmo o il timore?

Questa è una bella domanda, perché in realtà convivono entrambe le sensazioni. Certamente sono molto contento e anzi impaziente di iniziare la mia avventura con loro perché so che è un’esperienza essenziale per fare il salto di qualità. Dall’altra parte però so anche quale impegno richiede, anche dal punto di vista della crescita umana, staccarsi progressivamente dalla famiglia e questo un po’ spaventa sempre. Si passa da un ambito famigliare a una realtà professionale dove giustamente si chiede molto. Io però voglio farlo, voglio scoprire cose nuove, mettermi alla prova.

L’emiliano sta mostrando una buona propensione per le corse a tappe
L’emiliano sta mostrando una buona propensione per le corse a tappe
Domenica c’è il campionato italiano, ti senti pronto?

Sì, è un percorso che mi piace molto, lo trovo selettivo e adatto a inventarsi qualcosa. Lo scorso anno fui già protagonista finendo terzo alle spalle del vincitore Gualdi e di Bessega, ora ho un anno in più e parto per ottenere il massimo risultato perché ne ho tutte le possibilità.