Cattani al Giro Next Gen: una freccia in più nell’arco di Chicchi

04.06.2025
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Della doppia trasferta in suolo francese della Technipes #InEmiliaRomagna ve ne avevamo parlato qualche giorno fa. Francesco Chicchi e i suoi ragazzi sono andati oltre confine per sfruttare il lavoro fatto in altura e per mettere a punto gli ultimi ritocchi prima del Giro Next Gen. Se alla vigilia della Ronde de l’Isard, la prima delle due corse a tappe in programma, il piano era chiaro ora lo è ancora di più. La formazione continental è uscita dalla corsa a tappe transalpina con una grande prova di Alessandro Cattani (in apertura foto Instagram/Alessandro Cattani). Un quinto posto in classifica generale che dà tanto morale in vista del Giro Next Gen che partirà il 15 giugno da Rho. 

La Ronde de l’Isard è stata la prima delle due trasferte in Francia per la Technipes #InEmiliaRomagna (foto Florian Frison)
La Ronde de l’Isard è stata la prima delle due trasferte in Francia per la Technipes #InEmiliaRomagna (foto Florian Frison)

Francia, Campania e Lombardia

Francesco Chicchi è ancora in macchina quando lo chiamiamo, ormai ci siamo abituati a interviste con in sottofondo il rumore della strada che scorre veloce. Il diesse toscano e i suoi stanno andando al Giro di Campania, da qui uscirà il quinto e ultimo nome per la corsa rosa under 23. 

«In Campania – racconta il diesse – correranno Meccia, Bolognesi, Dapporto, Gabelloni e Toselli. Uno di questi verrà al Giro Next Gen e si unirà a Bagnara, Cattani, Archetti e Martini. Al Giro Next Gen il nostro riferimento rimane Bagnara, ma vista l’ottima prestazione di Cattani in Francia è ovvio che avrà qualche grado in più».

Cattani nei cinque giorni di corsa si è ben comportato conquistando il quinto posto in classifica generale (foto Florian Frison)
Cattani nei cinque giorni di corsa si è ben comportato conquistando il quinto posto in classifica generale (foto Florian Frison)
Ti aspettavi una prova così buona da parte di Cattani alla Ronde de l’Isard?

Sulle sue qualità ci ho creduto e ci credo molto. Già la scorsa stagione, quando correva nel team Rime Drali, aveva fatto dei test da noi e aveva mostrato ottimi numeri. Ma tra essere molto forte su carta e riuscire a trasferire il tutto su strada c’è una grande differenza. Tanti corridori hanno buoni dati ma non si sono ancora fatti vedere in corsa. 

Secondo te Cattani cosa ha trovato?

Un ambiente giusto per le sue qualità e per la sua personalità. Sicuramente il lavoro con il nostro preparatore, Malaguti, gli ha dato quel qualcosa in più. Anche nel team si trova bene e mentalmente lo vedo libero. Posso dire che per il 2025 lui e Bagnara sono i nostri punti di riferimento.

Il risultato di Cattani è stato un bel segnale per il team e i compagni (foto Florian Frison)
Il risultato di Cattani è stato un bel segnale per il team e i compagni (foto Florian Frison)
Con quali ambizioni?

Di farli crescere e insegnare loro come si tiene in mano la squadra in corsa. Durante il ritiro in altura con Cattani ho fatto lo stesso lavoro che ho fatto con Bagnara, ho cercato di fargli capire che sono loro a dover trascinare i compagni. In Francia ho avuto una bella risposta da Cattani.

Raccontaci…

Nella seconda tappa, nella quale ha vinto Widar, è stato lui a chiedere ai compagni di alzare il ritmo in testa alla corsa. Devo ammettere che mi sono esaltato. E’ stato bello e mi ha fatto vedere che ha capito cosa voglio trasmettere. C’era Widar, il più forte e colui che poi ha vinto la generale, ma Cattani non ha avuto paura. All’80 per cento non avremmo vinto ma l’idea è quella giusta: provare a vincere. 

Jarno Widar scatta, Cattani è l’unico che prova a seguirlo mostrando coraggio e intraprendenza (foto Florian Frison)
Jarno Widar scatta, Cattani è l’unico che prova a seguirlo mostrando coraggio e intraprendenza (foto Florian Frison)
E’ importante anche per i compagni?

Certo. Anche perché vedono che c’è qualcuno capace di tenere in mano la situazione e tutti si mettono a disposizione volentieri. Avere un gruppo unito ti permette di fare determinate cose. Quest’anno abbiamo deciso di prendere parte a corse impegnative nelle quali vincere è difficile ma si tratta del miglior modo per crescere e imparare. Credo che per i compagni di squadra avere un corridore forte e in grado di gestire la gara sia importante

Perché?

Perché si riesce a pensare come un gruppo e non come singoli. Al posto di cercare un quindicesimo posto personale ci si mette a disposizione per trovare il risultato pieno, o almeno provarci. 

Alla Ronde de l’Isard il livello era alto, si è trattato di un bel banco di prova in vista del Giro Next Gen (foto Florian Frison)
Alla Ronde de l’Isard il livello era alto, si è trattato di un bel banco di prova in vista del Giro Next Gen (foto Florian Frison)
Arrivate al Giro Next Gen con quale idea?

Che i primi tre giorni metteranno già tutti i corridori in fila. Si parte con una cronometro tecnica e corta per poi affrontare due tappe toste. Il terzo giorno si arriva in cima al Passo del Maniva, chi ha gambe rimane con i migliori. Vogliamo correre da protagonisti e provare a vincere una tappa, ma sarà la strada a decidere il nostro destino.

Allora restiamo in attesa del quinto nome e in bocca al lupo per il Giro di Campania.

Crepi!