Il calvario di Belletta: dall’ospedale al Czech Tour

28.07.2024
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Il nome di Dario Igor Belletta lo abbiamo ritrovato su una lista di partenti ad una gara dopo tre mesi dall’ultima volta. Nel mezzo, per il corridore del devo team della Visma-Lease a Bike, c’è stato un lungo calvario causato da una caduta al Tour de Bretagne. In Francia Belletta ha rimediato diverse fratture e un grande spavento. Ora ha ripreso la bici e sta riassaporando le sensazioni della gara al Czech Tour, la sua prima apparizione nel team dei grandi. 

«Oggi stavo parecchio bene – afferma il lombardo dopo la seconda tappa – è la prima corsa dopo tanto tempo e avere queste sensazioni mi fa piacere. Prima dell’ultima salita ero con i migliori trenta, ho lavorato per la squadra anche se poi non abbiamo capitalizzato. Ho fatto una delle mie migliori prestazioni di sempre e ne sono felice. Vuol dire che il peggio ormai è alle spalle».

Una foto del lombardo dopo l’incidente al Tour de Bretagne. Era il 26 aprile
Una foto del lombardo dopo l’incidente al Tour de Bretagne. Era il 26 aprile

Tre mesi fuori

La stagione di Dario Igor Belletta si è interrotta a fine aprile in Francia, al Tour de Bretagne, poco prima di tutti gli appuntamenti più importanti per la stagione U23. 

«Al Bretagne sono caduto – racconta – ed ho subito diverse fratture, tra cui una allo zigomo che ha richiesto un intervento chirurgico per recuperare. Un’operazione alla faccia a 20 anni non è mai semplice da subire, ma per fortuna il chirurgo ha fatto un gran lavoro e praticamente i segni sono invisibili. Mi hanno messo anche delle placche nella zona della guancia, il che non rendeva semplice pedalare, visto che ogni buca o dosso mi causavano dolore».

Cosa hai pensato in quel momento?

In realtà i ricordi sono confusi. Dopo la caduta ho perso i sensi e mi sono risvegliato due ore dopo in ospedale. Non sapevo nemmeno di essere stato ad una corsa. Quando gareggi in bici sai che vai incontro a certi rischi, ma quando ti capitano cambi prospettiva. Guardi gli altri correre e non è bello, però sei felice di stare bene e non vedi l’ora di riprendere. 

Dario Igor Belletta incontrato questa primavera al Giro del Belvedere
Dario Igor Belletta incontrato questa primavera al Giro del Belvedere
Com’è stata la prima uscita in bici dopo l’intervento?

Penso di non essermi mai goduto così tanto un’ora in sella alla mia bicicletta. La squadra mi è stata parecchio vicina, tanto da farmi firmare il prolungamento del contratto di un altro anno con il devo team. Non ho avuto nessun tipo di stress o pressione.

I compagni?

Mi sono stati vicini. Ad un mese dalla caduta sono andato a Borgomanero, dove c’era l’arrivo della quarta tappa del Giro Next Gen. Respirare l’aria delle corse, passare le borracce ai miei compagni mi ha fatto sentire parte della squadra. Sono tornato a respirare l’aria delle corse e mi sono dato un obiettivo, guarire e tornare. 

Belletta è alla Visma-Lease a Bike dallo scorso anno e ci resterà una stagione ancora
Belletta è alla Visma-Lease a Bike dallo scorso anno e ci resterà una stagione ancora
Poi c’è stato da ricostruire la condizione, per tornare alle gare…

Un mese dopo l’operazione sono andato con il team in altura ad allenarmi per una ventina di giorni. Ho gettato le basi per ripartire e penso di averlo fatto al meglio, viste anche le sensazioni che ho avuto in questi giorni. Ora vediamo, rimango sempre speranzoso di ottenere una chiamata da Amadori per il mondiale o l’europeo. 

Con la squadra che obiettivi hai?

Di vedere la gamba crescere ancora e stare sempre meglio. Poi spero di tornare a correre con i professionisti nelle gare di fine stagione in Italia, di solito la squadra partecipa alla Tre Valli e alla Bernocchi. Sarebbe bello esserci. 

Intanto hai collezionato la tua prima presenza tra i pro’ al Czech Tour, com’è andata?

Posso dire che la prima tappa, che era totalmente piatta, è stata noiosa. Il gruppo non ha lasciato andare la fuga e quindi la giornata è stata super controllata. Da un lato, per me, è andata bene visto che ho ripreso confidenza nel pedalare con 170 persone accanto. Mi serviva ritrovare un po’ di fiducia, dove lasciavo dieci centimetri ora mettevo due metri. Quindi quei primi chilometri sono stati utili. In allenamento ero tornato a pedalare in un gruppetto, ma è in gara è tutto diverso, più frenetico. Nei giorni successivi ho riacquistato tanta fiducia.