Stefano Viezzi, ciclocross, Alpecin-Deceuninck, U23 (foto Yefrifotos)

Viezzi e un altro inverno in Belgio: crescita, esperienze e obiettivi

22.12.2025
4 min
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Stefano Viezzi è nell’appartamento belga della Alpecin-Deceuninck, in Belgio, e ci rimarrà fino ai primi di gennaio, quando tornerà in Italia per correre il tricolore di ciclocross. Un periodo lungo, pieno di impegni e intenso. Il friulano classe 2006 passerà le feste lontano da casa, ma nel momento in cui la stagione del ciclocross entra nel vivo c’è poco da fare. Racconta anche di averci fatto l’abitudine e che non è la prima volta in cui sta lontano dalla famiglia durante le feste. 

«D’altronde dicembre è il mese più intenso – spiega Viezzi – con un calendario ricco di impegni e tutti di grande importanza. Non sono l’unico a passare le feste nella casa del team in Belgio, tanti ragazzi saranno qui».

Stefano Viezzi, ciclocross, Alpecin-Deceuninck, U23 (foto El.photografer)
Stefano Viezzi ha esordito a Tarvisio, vincendo la prova elite (foto El.photografer)
Stefano Viezzi, ciclocross, Alpecin-Deceuninck, U23 (foto El.photografer)
Stefano Viezzi ha esordito a Tarvisio, vincendo la prova elite (foto El.photografer)

Coppa del mondo

La seconda stagione di ciclocross con la maglia del devo team della Alpecin-Deceuninck, per Stefano Viezzi (in apertura foto Yefrifotos), è iniziata con una vittoria a Tarvisio davanti a Bertolini e Ceolin. C’è stato il tempo per inserire altri due appuntamenti in Italia e poi il ragazzone di San Daniele del Friuli ha fatto le valigie per il Nord, con l’obiettivo ben chiaro di arrivare pronto al primo appuntamento di Coppa del mondo a Tabor. 

«A parte la prima gara a Tarvisio – racconta il friulano – le altre non sono andate esattamente come avrei voluto. Ho comunque notato una condizione sempre migliore e questo mi ha dato fiducia per l’esordio in Coppa del mondo. A Tabor il percorso era veloce e sono riuscito a salire sul podio nella gara riservata agli U23 (è arrivato terzo, ndr). Risultato replicato a Flamanville dove però sono partito male, l’unico rimpianto è che forse con un inizio diverso avrei potuto lottare per la vittoria».

Stefano Viezzi, ciclocross, Alpecin-Deceuninck, U23 (foto Grand-Ducal Cycling)
Viezzi ha poi fatto un percorso di avvicinamento alle prove di Coppa del mondo (foto Grand-Ducal Cycling)
Stefano Viezzi, ciclocross, Alpecin-Deceuninck, U23 (foto Grand-Ducal Cycling)
Viezzi ha poi fatto un percorso di avvicinamento alle prove di Coppa del mondo (foto Grand-Ducal Cycling)
Hai finito la stagione su strada a settembre, come hai gestito il passaggio al cross?

La condizione era buona, è stata una stagione in cui ho messo insieme tanto fondo, quindi mi sono dovuto abituare nuovamente alla fatica del ciclocross. Ero abbastanza indietro con gli sforzi brevi e i lavori dedicati, ad esempio i classici 30-30 e gli sprint. Ho dovuto implementarli piano piano e riprendere. 

Quindi l’obiettivo è la Coppa del mondo?

Vorrei provare a giocarmi la classifica tra gli under 23. Anche l’europeo era un obiettivo, ma la gara è partita male a causa di un guasto tecnico e sono uscito subito dai giochi. Un altro appuntamento cerchiato in rosso sul calendario è il mondiale, forse questo è l’obiettivo principale della stagione invernale.

Stefano Viezzi, ciclocross, Alpecin-Deceuninck, U23 (foto El.photografer)
La ripresa nel cross dopo la stagione su strada ha richiesto una concentrazione particolare sugli sforzi brevi ed esplosivi (foto El.photografer)
Stefano Viezzi, ciclocross, Alpecin-Deceuninck, U23 (foto El.photografer)
La ripresa nel cross dopo la stagione su strada ha richiesto una concentrazione particolare sugli sforzi brevi ed esplosivi (foto El.photografer)
Come sta andando questo secondo inverno in Alpecin-Deceuninck?

Sento che il mio livello sta crescendo sempre di più, mentre con le dinamiche di squadra mi sento maggiormente a mio agio. Diciamo che avendo alle spalle un anno di esperienza sono rodato. Stare in Belgio per tanto tempo non è facile, sembra banale dirlo ma è diverso dallo stare a casa. Meteo, lingua e persone, tutto era nuovo e adattarsi non è stato semplice. Poi ci sono anche le gare.

Sono tanto diverse da quelle in Italia?

Molto. In Belgio i percorsi cambiano a seconda dell’importanza della gara. Ad esempio quelle di livello internazionale sono meno adatte alle mie caratteristiche, ci sono parecchie curve lente e molti rilanci. La velocità media spesso è molto bassa. Invece io sono un atleta che ha bisogno di spingere (visti anche i 190 centimetri di altezza e i 73 chilogrammi di peso). 

Stefano Viezzi, ciclocross, Alpecin-Deceuninck, U23 (foto El.photografer)
Viezzi in Belgio sta imparando ad affrontare percorsi tecnici con tante curve e parecchi rilanci (foto El.photografer)
Stefano Viezzi, ciclocross, Alpecin-Deceuninck, U23 (foto El.photografer)
Viezzi in Belgio sta imparando ad affrontare percorsi tecnici con tante curve e parecchi rilanci (foto El.photografer)
Ci stai lavorando?

Sì, correndo da queste parti imparo molto. La maggior parte dei progressi sono arrivati con l’esperienza. Una cosa curiosa è che gli stessi percorsi cambiano quando si passa da una gara nazionale a una di Coppa del mondo. Ad esempio Koksijde (dove ha corso ieri nella gara riservata agli U23, chiusa al decimo posto, ndr) e Dendermonde. 

In queste settimane in Belgio ti alleni da solo o con il team?

Entrambe le cose. Durante la settimana mi alleno in autonomia, mentre una volta a settimana ci alleniamo tutti insieme nel parco di Herentals, lo stesso in cui gira anche Van Aert. In quel caso curiamo la tecnica. 

Hai già pensato a come preparerai la strada?

Non ancora. Sicuramente fino al mondiale di ciclocross sarò concentrato sul fango, poi parleremo con il team. Immagino comunque ci sarà uno stacco e un percorso di adattamento alle corse su strada.