Filippo Fiorelli, Giro d'Italia 2020

Fiorelli, il primo Giro a casa sua

Giada Gambino
29.09.2020
3 min
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Tra i corridori che prenderanno il via al Giro d’Italia ce n’è uno che, al primo anno da professionista, avrà la fortuna di partire proprio dalle strade di casa: Filippo Fiorelli

Il corridore siciliano della Bardiani CSF Faizanè ha un passato ciclistico molto particolare. Ha iniziato a correre a 18 anni tra gli amatori palermitani per poi, solo due anni più tardi, trasferirsi in Toscana e iniziare il suo percorso tra i dilettanti. Solo da quest’anno è approdato infine alla corte dei Reverberi.

Questa prima stagione da professionista è stata abbastanza particolare. La quarantena quanto ha inciso sulla tua preparazione ?

Quando ho firmato il contratto e sono diventato professionista volevo subito fare del mio meglio. Purtroppo, però, a inizio stagione ho avuto dei problemi al ginocchio che non mi hanno consentito di correre immediatamente. Poi, una volta guarito, c’è stata la quarantena. Ho cercato di non lasciarmi abbattere. Ho continuato ad allenarmi in strada finché era consentito. Poi sono passato sui rulli. Non è stato sicuramente un momento bello e la ripartenza post lockdown è stata abbastanza impegnativa.

Filippo Fiorelli_Giro2020
Fiorelli ha corso da dilettante alla scuola di Marcello Massini, in Toscana
Filippo Fiorelli_Giro2020
Fiorelli ha corso da dilettante alla scuola di Marcello Massini, in Toscana
Dopo la quarantena hai subito iniziato con gare di un certo livello e hai avuto dei buoni risultati.

La prima corsa da professionista è stata il Sibiu Cycling Tour in Romania. Sono arrivato sempre tra i primi nelle varie tappe e ho concluso la corsa con un decimo posto finale. La top 10 mi ha sicuramente soddisfatto e mi ha dato forza maggiore per affrontare le gare successive nelle quali, in molti casi, sono riuscito a fare una buona corsa.

Qual è la differenza tra una gara dilettantistica e una professionistica ?

C’è un abisso. Anche tra i dilettanti si pedala, ma è totalmente diverso lo svolgimento. Tra i professionisti la corsa è più studiata. Posso dire che, invece, i dilettanti corrono più “alla garibaldina“. 

Come ti trovi alla Bardiani?

La squadra crede molto in me, questo mi dà sicuramente tanta motivazione e morale, in futuro, nei momenti più difficili. Mi trovo bene con tutti i miei compagni, ma con Francesco Romano che è siciliano come me ho legato particolarmente e spesso ci alleniamo insieme

Cosa hai pensato quando ti hanno detto che avresti fatto il Giro?

Non ci credevo, pensavo di stare sognando e, sicuramente, non volevo essere svegliato. Il Giro alla fine servirà soprattutto per crescere e per conoscermi meglio. E’ un’esperienza unica e mai fatta prima. All’emozione generale si è aggiunto anche il fatto che la Corsa Rosa è partita da casa mia. Non avevo più gareggiato in Sicilia da quando ero amatore. Correre nelle strade dove ho messo le basi, con il tifo della mia famiglia e dei miei amici non ha avuto prezzo. 

Con quali aspettative sei partito?

Non sapevo nemmeno io cosa aspettarmi. Sto dando il massimo e non mi sono mai tirato indietro. Partecipare al Giro d’Italia al primo anno di professionismo è qualcosa di incredibile e cercherò di dare il meglio di me anche per la mia squadra. 

Questo anno è stato insolito, ma ne avrai altri per correre in modo regolare. Quale futuro prevedi?

Non sarò sicuramente un corridore da grandi Giri, ma in un giro a tappe corto senza salite troppo lunghe potrò dire la mia. In salita reggo e ho uno spunto abbastanza veloce, molte gare rientrano nelle mie caratteristiche. Sono solo all’inizio, potrà succedere di tutto!