«Vince Zanardi». Le parole di Paolo Sangalli a due giri dalla fine del Gran Premio Liberazione non lasciavano spazio a dubbi e si sposavano con quelle di Walter Zini, ben prima di metà corsa. Il tecnico della BePink, seduto nel classico punto sopra alle Terme di Caracalla, spiegava prima di avere le ragazze contate per vari infortuni e poi raccontava che finalmente la sua atleta di punta fosse prossima alla condizione, quindi si potesse sperare in un buon risultato.
«Silvia va in forma correndo – spiegava – come i corridori di una volta. In allenamento non riesce a salire quel gradino in più che invece la corsa ti impone. Per questo credo che dalla prossima trasferta spagnola, in cui saremo fuori per due settimane, tornerà pronta per centrare dei buoni risultati».
Buona la prima
Intanto il primo bel risultato arriva da Roma, a capo di una corsa sempre tirata (in apertura, foto Spalletta). Nonostante le poche atlete al via (probabilmente le imminenti partenze del Lussemburgo e della Vuelta España hanno fatto la loro parte), la BePink ha preso in mano la corsa negli ultimi giri, quando serviva stare davanti, in una giornata che non ha proposto grandi attacchi su un percorso che a detta di Amadori e Sangalli – cittì degli U23 e delle donne – ricorda molto quello del prossimo mondiale di Glasgow.
«Ci voleva – dice Silvia, tornata indietro dalla volata lunghissima – ultimamente ci siamo andati vicino un po’ di volte e oggi il lavoro di squadra ha pagato. Siamo state al Giro di Campania cercando di tirare su il morale e trovare la condizione migliore e oggi è andata bene. La corsa magari non è stata battagliata fin da subito, però quando è arrivato il momento, eravamo un bel gruppo. Noi siamo riuscite sempre a essere in quasi tutti gli attacchi e poi me la sono giocata in volata».
Gruppo ridotto
Il Liberazione è una corsa difficile da interpretare. Sembra disegnato per un arrivo in volata, ma proprio per questo a volte l’attacco a sorpresa può scombinare i piani delle più veloci. Per questo la vittoria di Zanardi assume un bel valore. Innegabile che l’assenza dei team WorldTour abbia livellato i valori: i team italiani c’erano tutti, ma il fatto che, ad esempio, la Valcar sia diventata il Devo Team della UAE Adq ha privato il gruppo di quel team formidabile, che l’anno scorso si prese Roma con Silvia Persico. Forse se il Giro di Campania fosse stato a sua volta internazionale, qualche squadrone avrebbe valutato di fare il pacchetto completo.
«Il nostro direttore Walter Zini – sorride Zanardi – dice che la volata è sempre l’ultima soluzione. Può capitare di tutto, ad esempio può caderti la catena, come mi è successo domenica scorsa. Per questo un paio di volte ho provato a portare via un gruppetto, ma si è capito che non c’era altra soluzione. Non si poteva sottovalutare nessuno. La Uae aveva due atlete abbastanza veloci, anche la Top Girls e la Isolmant potevano giocarsela in volata, come poi è stato».
Tonetti felice a metà
Alle sue spalle infatti si è piazzata Cristina Tonetti, che abbracciando le compagne ha avuto un crollo emotivo. Lucio Rigato l’aveva studiata bene, convincendo le sue ragazze della Top Girls-Fassa Bortolo a rendere la corsa dura, ma alla fine è stato impossibile sfuggire alla logica dello sprint.
«E’ stata una volata davvero lunga – spiega Cristina – Zanardi è entrata praticamente in testa all’ultima curva e grazie al suo spunto veloce è riuscita ad arrivare alla fine. Forse come squadra non ci siamo giocati le nostre carte al 100 per cento, ma penso che lei allo sprint sarebbe stata comunque imbattibile. Negli ultimi cinque giri abbiamo cercato di fare la maggior selezione, sapendo di essere battute allo sprint, ma purtroppo non c’è stato verso di portare via la fuga. Quel crollo? Un calo di tensione. Sono molto emotiva, non lo nascondo, però credo sia il bello dell’umanità che c’è nel ciclismo. Insomma, essere se stessi è sempre positivo».
Obiettivi in arrivo
Il suo 2023 prosegue a partire da mercoledì con la trasferta in Lussemburgo, mentre suo padre Gianluca e la madre Gabriella hanno già ripreso la via di Como, temendo di incappare nel traffico di rientro.
«Quest’anno – prosegue Tonetti – abbiamo cominciato la preparazione con più calma in quanto gli appuntamenti più importanti li abbiamo fra maggio, giugno e il Giro d’Italia a luglio. Stiamo iniziando piano piano a carburare. Sarebbe bello raccogliere i frutti del lavoro che si è fatto e non nascondo che il mio obiettivo principale è provare a conquistare la maglia azzurra per gli europei. Non credo di essere ancora al livello per un mondiale».
Zanardi che riparte
Zanardi ha ritrovato il sorriso dopo un periodo un po’ complicato, consapevole che le buone sensazioni in bicicletta diventano anche la chiave per il benessere personale e la serenità che permette di arrivare ai risultati migliori.
«Ora andrò in Spagna con una parte della mia squadra – spiega – mentre l’altra metà andrà a fare il Lussemburgo. Sono abbastanza sicura che in Spagna troverò la condizione, alla Vuelta cercheremo di fare il massimo, anche perché siamo una delle poche squadre continental e cercheremo di metterci in luce. Poi l’obiettivo sarà far bene anche al Giro e nelle prossime gare.
«Diciamo che sono uscita da un periodo un po’ basso, però ci stiamo riprendendo. Questa vittoria ci voleva, tenevo tantissimo a far bene perché era uno dei miei obiettivi di stagione, quindi sono super contenta. Le mie compagne sono state bravissime anche durante la corsa. Dopo il terzo giro sono stata coinvolta in una caduta e per fortuna c’era Alessia Patuelli che mi ha tirato dentro. Quindi devo ringraziare un po’ tutte. Sì, finalmente sono contenta».