Una Ciccone in rosa? Probabilmente molti già l’hanno paragonata allo scalatore della Lidl-Trek, a cui Elena De Laurentiis (in apertura, foto Ossola) è accomunata dalla provenienza geografica abruzzese. Ma a questo punto, senza nulla togliere all’ex maglia a pois del Tour, la diciottenne di Guardiagrele (CH) meriterebbe di essere vista solamente per quel che è: uno dei riferimenti assoluti della categoria juniores, soprattutto ora che veste la maglia di campionessa d’Italia a cronometro.


Numeri un po’ sottovalutati…
Stupisce a questo punto che ancora non ci sia la fila di team alla sua porta, perché la De Laurentiis passerà di categoria il prossimo anno e il suo curriculum in questo biennio juniores è più che indicativo. Nel primo anno ha colto due vittorie mancando la Top 10 solamente due volte e cavandosela egregiamente anche in nazionale a europei e mondiali. Quest’anno vanta 15 giorni di gara con ben 4 vittorie e 7 podi: numeri da campionessa…
Elena comunque prosegue per la sua strada, senza pensare troppo alla scadenza di fine anno anche perché la sua vita non è fatta di solo ciclismo: «Studio al Liceo Scienze Umanistiche e mi dedico al ciclismo con passione, senza però perdere di vista tutto ciò che riguarda una ragazza appena maggiorenne. Il ciclismo ha sempre fatto parte della mia vita, sin da quando avevo 6 anni. Ho iniziato seguendo mio fratello, che corre anche lui. Con mio padre andavamo a vedere le sue gare ma a me a dir la verità non piaceva, poi ho detto che volevo provare anche io e non ho più smesso. Forse perché a me lo sport piace soprattutto farlo…».


Hai sempre corso su strada?
Sì, non sono passata attraverso la mountain bike anche se so che in Abruzzo è molto praticata. Ho invece fatto pista, soprattutto inseguimento individuale finendo terza per due volte ai campionati italiani da allieva. Ma ora sono una stradista al 100 per cento.
Dove ti alleni?
Nella mia zona in particolare, spingendomi fino in Val di Sangro. Posso godere di strade poco trafficate e di percorsi ideali per allenarsi soprattutto in salita. La particolarità è che ci sono pochi corridori agonisti, sono soprattutto gli amatori a percorrere queste strade.


E quante ragazze?
Sono la sola e non posso negare che questo inizialmente mi provocava un po’ d’imbarazzo perché spesso mi toccava sentire commenti del tipo «ma questo è uno sport per ragazzi…». Poi non ci ho fatto più caso, d’altronde ero anche abbastanza avvezza, prima di arrivare alle allieve 2° anno spesso gareggiavo contro i ragazzi e molti mi finivano dietro…
Ora poi hai indosso anche la maglia di campionessa d’Italia, almeno quando gareggi a cronometro…
Ci tenevo particolarmente dopo che lo scorso anno ero finita terza, sapevo che questa volta potevo centrare il bersaglio. Le cronometro mi piacciono molto e mi ci dedico con passione, già dallo scorso anno ho la bici specifica anche per gli allenamenti. E’ uno dei miei punti di forza.


Ma che tipo di ciclista pensi di essere?
Una passista-scalatrice, perché anche in salita tengo bene, anche su pendenze dure e poi mi piace molto correre all’attacco, prendendo l’iniziativa anche perché non ho un grande spunto veloce e quindi tendo a cercare di staccare tutte le avversarie e arrivare da sola. Molto mi aiutano le mie compagne del Team Di Federico, siamo un bel gruppo e mi dispiace molto che cambiando categoria dovrò lasciare il team.
Quindi potresti avere buone chance anche nelle corse a tappe…
Penso di sì, ma non posso dirlo con certezza avendo partecipato finora a poche prove simili. Devo dire che a maggio ho partecipato alle prove marchigiane, l’Internazionale Cycling Festival articolato in 3 giornate di gara finendo sempre sul podio e aggiudicandomi la classifica finale. Ho visto che ho un’ottima capacità di recupero, ma è chiaro che è un semplice test, serve molta più esperienza nel campo. Comunque ho visto che mi trovo bene.


Ti ispiri a qualcuna in particolare?
Non ho un vero e proprio modello, anche se devo dire che mi piace molto Elisa Longo Borghini, i suoi risultati mi esaltano e sono un esempio ma non solo per me. Credo che sia un’ispirazione per tutte noi che corriamo. Se potessi fare solo un decimo di quel che ha fatto…
E ora?
Ora spero di andare bene da qui alla fine dell’anno e di guadagnarmi la maglia azzurra per europei e mondiali. Magari con quel simbolo indosso e qualche risultato buono qualcuno potrebbe bussare alla mia porta…