Otto tappe, una super montagna, una cronometro individuale. La scorsa settimana non è stato presentato solo il Tour degli uomini. Nella stessa occasione è stata svelata anche la Grande Boucle femminile: il Tour de France Femmes.
Dicevamo otto tappe come lo scorso anno, trasferimenti pressoché inesistenti e molto centro-sud. La novità è la cronometro. Anche per questo i chilometri scendono un po’. Si passa dai 1.034 dell’anno scorso ai 956 della prossima estate. A proposito: Le Tour de France Femmes andrà in scena dal 23 al 30 luglio.
Tappe nervose
Il percorso si snoda tutto nel Sud, ma guai a pensare alla bella e lussuosa Costa Azzurra. Si va dalle alture del Massiccio Centrale, a quelle dei Pirenei, passando per le colline e le valli della Garonne e del Tarn.
Ad ospitare le Grand Depart sarà Clermont Ferrand, proprio nella zona del Massiccio Centrale. Una prima tappa subito molto nervosa con una “cote” nel finale che complicherà tanto, ma proprio tanto, le cose alle sprinter.
E questo è uno dei leit motiv del prossimo Tour de Femmes: l’assenza di una vera tappa pianeggiante. Lo scorso anno, complice anche la lotta serrata, si è visto come la “pianura francese” con i suoi tipici vallonati riuscisse a fare scompiglio. Quest’anno sembra essere peggio.
A strizzare l’occhio alle ruote veloci sono la sesta tappa e anche la terza, ma quest’ultima ancora una volta se la dovranno sudare.
Super finale
Per il resto la parola d’ordine è nervosismo o cotes. Una continua Liegi. Senza contare che il chilometraggio non sarà affatto semplice. La frazione più lunga, la quarta, la Cahors-Rodez, misura ben 177 chilometri.
L’unica frazione al di sotto dei 100 chilometri, crono esclusa, è quella che con ogni probabilità deciderà la corsa, vale dire la settima. Quella del Tourmalet. Quella che in fase di presentazione nel Palais des Congres ha visto sentire dei grossi mormorii tra il pubblico.
Il gigante pirenaico si affronta dal versante meno cattivo, ma si deve comunque arrivare in cima. Pertanto da La Mongie, gli ultimi 6 chilometri sono micidiali. La strada si restringe, la pendenza balla costantemente tra il 10 e l’11 per cento. Ci si lascia alle spalle i casermoni della civiltà (appunto La Mongie) e si entra nel regno della natura. Sarà un vero spettacolo fino ai 2.110 metri di questo superbo e storico Colle.
Senza contare che prima si scala un altro passo mitico: l’Aspin!
E il giorno dopo c’è la crono. Come è stato fatto a Wollongong, per uomini e donne l’unica crono in programma misura 22 chilometri. Un altro simbolo dell’evoluzione rapida che sta vivendo il ciclismo in rosa.
La Pau-Pau, però rispetto alla frazione contro il tempo degli uomini è più scorrevole. E più per specialiste. E tutto sommato, dopo tappe dure e dopo il Tourmalet, è anche giusto dare delle possibilità alle passiste.
Le protagoniste
Le big a partire dalla campionessa uscente, Annemiek Van Vleuten, hanno tutte detto che si tratta un Tour Femmes parecchio duro, più dello scorso anno.
«Mi godrò il mio ultimo anno da atleta – ha detto la campionessa della Movistar – Sono felice di vedere una salita famosa come il Tourmalet, così come che ci sarà una crono. E che non ci sarà dello sterrato. In questo modo tutto sarà più equilibrato. Ma certo è un tracciato esigente anche nelle altre tappe».
«Penso che sia un percorso impegnativo ed eccitante già dall’inizio – ha sentenziato la seconda classificata del 2022, Demi Vollering – C’è solo una grande tappa di montagna ma devi arrivarci bene. Lo abbiamo visto questa estate, i guai sono sempre dietro l’angolo, specie con tappe così nervose. Non vedo l’ora di fare le ricognizioni».
E anche Marta Cavalli ha sentenziato: «Il Tourmalet non ti regala nulla e tante tappe sono davvero belle».
«Ci siamo affidati a ciò che ci hanno suggerito le rider lo scorso anno – ha detto la direttrice del Tour Femmes, Marion Rousse – l’idea è tenere aperta la corsa fino alla fine, che poi è il sogno di tutti gli organizzatori. Volevamo fare un percorso equilibrato e credo che ci siamo riusciti».