E’ tornata Venturelli e le ha suonate anche alle elite

20.04.2023
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Quella ottenuta a Cantù il 10 aprile è stata, per Federica Venturelli (in apertura, foto Ossola), una vittoria dal sapore speciale. Non solo la prima di questa stagione su strada, la prima dal suo ritorno dopo il ciclocross e l’esito sfortunato del mondiale finito a ridosso del podio, ma soprattutto il primo successo in una gara open, che per una ragazza ancora junior ha sempre un sapore speciale. Così motivante che dopo appena sei giorni è arrivata anche la vittoria di Corridonia.

Nel corso della sua ancor breve carriera, Federica ha vissuto tante esperienze vittoriose, considerando che sin da allieva fosse stata indicata come una predestinata, oltretutto esempio della multidisciplinarietà che contraddistingue le nuove generazioni. Ma quella di Cantù è stata una vittoria particolare, che le ha dato una spinta ulteriore verso i grandi appuntamenti della stagione.

Il podio di Cantù dove Venturelli ha preceduto Carmela Cipriani e Matilde Vitillo
Il podio dove Venturelli ha preceduto Carmela Cipriani e Matilde Vitillo

«Era una gara di 97 chilometri – racconta la diciottenne cremonese – con tanta salita degli ultimi due giri. Ci tenevo particolarmente, infatti al venerdì ero andata in ricognizione per studiare i punti salienti del percorso e avevo capito che non ci sarebbe stato un arrivo in volata. C’è stata tanta selezione sin dalle prime battute, tanto che ancor prima di metà gara sono entrata nella fuga che sarebbe stata decisiva. Eravamo in 4, poi siamo rimaste 3 e alla fine l’ho spuntata io».

Perché questo successo era così importante?

La fine della stagione invernale non è stata semplice, ho avuto problemi di salute che mi avevano un po’ rallentato nella preparazione. Questo era un test importante, proprio perché l’affrontavo ancora non al top della forma.

Il fatto di avere vinto contro le più grandi di età?

E’ qualcosa di nuovo, rappresenta un passaggio importante in vista del futuro perché saranno le mie avversarie principali in ambito italiano. Ora però torno alla mia categoria in ambito internazionale, con la EPZ Omloop van Borsele in Olanda nel prossimo fine settimana, composta da un prologo e due tappe piatte. Non sono percorsi a me propriamente adatti, ma il vento potrebbe scombinare le carte ed essendo gara internazionale ci tengo a fare bene. Ci saranno praticamente tutte le più forti. Servirà anche per farsi un’idea in vista delle gare titolate.

Tu sei ora al secondo anno di categoria: che cosa è cambiato?

Molto e poco allo stesso tempo. Ho visto intanto che le ragazze di primo anno sono tutte mediamente forti, anzi qualcuna che spicca c’è come la Ferguson. Quelle mie coetanee le conosco, il livello medio mi accorgo che è molto alto. Io nel frattempo ho cambiato squadra e molto è mutato intorno a me. La Valcar Travel & Service è molto ben strutturata, rappresenta davvero un passo in avanti. Quel che non è cambiato è il mio allenamento, anche se è in programma di aumentare progressivamente i carichi per abituarsi sempre più a quel che mi troverò di fronte dall’anno prossimo.

Con Ciabocco, sua amica-rivale, ha realizzato un 2022 molto proficuo per il ciclismo italiano
Con Ciabocco, sua amica-rivale, ha realizzato un 2022 molto proficuo per il ciclismo italiano
Non ti senti un po’ orfana della tua “gemella” Ciabocco?

La sua compagnia e la sua concorrenza in gara erano stimolanti, alle fine ci siamo spinte insieme verso risultati importanti. Non posso negarlo, un po’ manca nelle gare di categoria, ma so che ci reincontreremo spesso lungo le strade. Mi sono già accorta che le nuove leve danno filo da torcere…

Tu sei famosa per le tue varie “vite ciclistiche”, compresa quella della pista. Continuerai a competere nei velodromi?

Certamente, non ho intenzione di cambiare, anzi ho già ripreso la preparazione al velodromo di Montichiari con le trasferte ogni settimana. Io penso che quell’attività sia un aspetto fondamentale per il mio rendimento su strada. Il problema è l’abbondanza di appuntamenti nel calendario: soprattutto nei mesi a venire, bisognerà fare delle scelte.

Il ciclocross resta il suo grande amore, ma dovrà giocoforza ridurre le sue apparizioni nel prossimo inverno
Il ciclocross resta il suo grande amore, ma dovrà giocoforza ridurre le sue apparizioni nel prossimo inverno
E il ciclocross, resterà anche lui?

Sì, sapete che a me piace tantissimo, è la specialità che per certi versi prediligo, ma dovremo rivedere qualcosa. Penso che nella prossima stagione affronterò solo appuntamenti mirati per conciliare maggiormente l’attività con la preparazione per la stagione estiva.

Obiettivamente, parlando proprio di calendario, su che cosa hai puntato la tua attenzione?

Il mio sogno è di riconfermarmi nei miei successi internazionali su pista, mantenere il titolo europeo sia nello scratch che nel quartetto e quello mondiale di inseguimento. Per molti versi vincere è bellissimo quando lo fai per la prima volta, ma riconfermarsi è molto più difficile e proprio per questo intrigante.