Omloop Het Nieuwsblad, la strana vigilia di Longo Borghini

23.02.2024
6 min
Salva

«Ci vediamo poco, come al solito. E’ sempre al lavoro, non viene mai a casa e non mi porta con lui a vedere la partita». Elisa Longo Borghini ride. L’umore è buono e scherza così sulla vita da sposati. Jacopo è al UAE Tour e ieri mattina è partita anche lei, in direzione della Omloop Het Nieuwsblad che domani aprirà la stagione del Nord.

Quelle sono le sue corse, per le quali sente aumentare la temperatura del sangue nelle vene. E anche se l’effetto è lo stesso, quest’anno la campionessa italiana sa che le gambe non seguiranno il tempo dei battiti del cuore. In questo correre frenetico da un traguardo all’altro si tende a dimenticare ciò che Elisa ha vissuto lo scorso anno al Tour o comunque non se ne è colta la portata.

«Quando sono rientrata al Tour de Romandie – scherza ancora – è venuta a parlarmi Marlene Reusser. E mi ha detto, col suo accento da svizzera: “Elisa, se ti fosse successo 50 anni fa, saresti morta!”. L’ho ringraziata facendo gli scongiuri, ma in fondo aveva ragione. La setticemia non è una cosa con cui scherzare e devo dire grazie ai medici che hanno capito subito e sono intervenuti. La squadra mi ha mi ha supportata e mi ha mandato a casa. L’operazione è stata fatta in tempo zero e poi anche la guarigione è stata perfetta. Non ho avuto nessun tipo di intoppo, c’era solo da aspettare che tutto fosse a posto».

Per questo la sua ripartenza è stata più cauta del solito. Slongo non ha voluto sentire storie e in accordo coi medici le ha letteralmente tolto la bici, costringendola a pensare soltanto al matrimonio con Jacopo Mosca, celebrato il 28 ottobre e seguito da una lunga e provvidenziale vacanza. Anche se tenere ferma Elisa non è impresa facile. La sua stagione è ripartita con il UAE Tour Women, chiuso in settima posizione: quanto basta per sentire le gambe spingere e capire il da farsi.

E quindi arriviamo in Belgio con quali sensazioni?

Devo dire che male non sto, ma non sono al top della mia condizione, come deve essere secondo Slongo. Poi è chiaro che ad Elisa Longo Borghini, che vorrebbe essere sempre al top e sempre rampante, un pochino magari le scatole girano. Però questo è un percorso che sto affrontando e siamo nel punto in cui volevamo essere. Quindi non sarò l’Elisa che avete sempre visto nelle primissime classiche del Nord. Anche se, a dirla tutta, negli ultimi anni non ho combinato niente, pur andando forte…

E’ qualcosa legato alla programmazione oppure ai problemi della scorsa stagione?

C’è da aprire una parentesi molto più ampia. Sono tornata a correre in UAE dopo sette mesi di inattività. Dopo la setticemia del Tour de France, non si può dire che io abbia ripreso al 100 per cento gli allenamenti. O meglio, li ho ripresi ma non ero in salute, quindi ho perso veramente tanto. Ho perso molta base e ho dovuto ricominciare da zero, quindi siamo ancora in fase di ricostruzione. Poi è ovvio che c’è una programmazione e stiamo puntando ad avere il primo picco di forma ad aprile per le Ardenne. Però prima di tutto questo c’è la necessità di ricostruire l’atleta.

Forse il tanto tempo passato ha fatto perdere di vista la gravità del problema.

Non è stata una cosa da niente, devo dire la verità. Non mi piace piangermi addosso e non sono neanche una che fa grandi comunicati, però è stata una cosa veramente violenta e seria. E quando poi ho ricominciato a pedalare, nella speranza che le cose andassero bene, ho capito che quando succedono queste cose a livello sistemico, è sempre difficile uscirne. Non sono mai rientrata in competizione. Ho provato a ricominciare al Romandia, ma non ero per niente a posto e da lì abbiamo deciso con la squadra che era il caso di fermarsi. Da settembre in poi ho fatto solo qualche sgambata e un po’ di ore in bici, un po’ di corsa a piedi solo per tenere il corpo in movimento. E da lì c’è stato uno stacco, che non avevo mai fatto così lungo in tutta la mia vita.

Stacco completo?

Non facevo niente e potete capire quanto mi sia costato stare ferma. Slongo mi ha mandato in vacanza, in viaggio di nozze. Per cui potete capire da quello che vi ho detto che quando sono ripartita ero veramente a zero. Quindi ora sto facendo un percorso che mi riporterà ai miei livelli, ma ci vorranno tempo e tanta santa pazienza.

Diciamo che la stagione è così ricca che anche andando in forma ad aprile, gli obiettivi non mancheranno…

Il calendario è fitto, da aprile in poi, ma è fitto anche subito. C’è il Giro, ci sono le Olimpiadi, c’è tanta carne da mettere al fuoco. Guardandola in quest’ottica, non mi dispero. Ma io come atleta vorrei sempre andare forte. Ora si lavora per fare un vero e proprio picco di forma, invece che essere sempre lì davanti senza concludere. Ma io so che sto lavorando per tornare ai miei livelli, per essere l’Elisa di sempre. Non sempre le cose vanno come da programmi e questo l’ho imparato sulla mia pelle. E adesso sto lavorando duro, cercando di fare le cose al meglio.

Longo Borghini con coach Slongo: è stato Paolo a imporle il lungo stacco per poi ripartire gradualmente
Longo Borghini con coach Slongo: è stato Paolo a imporle il lungo stacco per poi ripartire gradualmente
La salute come va adesso?

Fortunatamente i problemi fisici sono tutti superati. Sono sana. Ogni tanto ci ripenso e mi dico che sono stata anche tanto fortunata. Poteva succedere qualcosa di peggio.

La Longo si ricostruisce, intanto il resto della squadra cresce e sembra sempre più solida…

C’è gente che è cresciuta come Shirin Van Anrooij e gente che è ritornata, come Lizzie Deignan. L’ho vista forte al training camp, secondo me sarà una di quelle che magari sai nessuno considera perché ha fatto un 2023 solo a lavorare, invece potrebbe sorprendere. E poi abbiamo delle ragazzine giovani che secondo me sono molto promettenti.

Ti chiediamo un parere tecnico. Ancora una volta in questo inizio di stagione Gaia Realini ha avuto qualche problemino in discesa: sai dirci come stanno lavorando su questo aspetto?

Abbiamo la fortuna di lavorare con Oscar Sainz, un signore spagnolo che da quest’anno è sotto contratto con Lidl-Trek che si occupa proprio di questo. Cioè insegna tanto la tecnica di discesa. Non so Gaia quanto lavorerà vicino a lui, però credo che sarà un ottimo punto di riferimento.

Elisa Longo Borghini, classe 1991, è elite dal 2011: nel gruppo Trek dal 2019 (foto Lidl-Trek)
Elisa Longo Borghini, classe 1991, è elite dal 2011: nel gruppo Trek dal 2019 (foto Lidl-Trek)
Hai detto che non hai ancora le sensazioni della solilta Elisa: cosa ti manca?

In questo momento mi manca il fuori giri. Ho fatto tantissima base questo inverno e ho lavorato poco sulla parte alta. Mi manca questo e devo dire la verità: non è semplice ritornare a correre dopo che hai fatto un anno praticamente out. Manca anche un po’ la consapevolezza di andare forte. Non so ancora bene dove sono. E’ stato bello al UAE Tour avere un primo test sulla salita, infatti ringrazio la squadra perché mi hanno lasciato fare la corsa, in modo da capire a che punto fossi, da che parte ero girata. Ma una cosa è certa, a questi livelli non ti inventi nulla…