La nuova Paternoster, dalla strada verso un sogno a 5 cerchi

31.05.2024
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E’ una Paternoster nuova quella che si approccia alla fase più importante della stagione (ma sarebbe più giusto dire della carriera, visto l’appuntamento olimpico). Anche la RideLondon ha confermato che la campionessa della Jayco AlUla ha ormai una nuova dimensione non solo su pista, ma anche su strada avendo lottato da pari a pari con le stelle del movimento, da Wiebes a Kopecky finendo quarta nella classifica generale a parità di tempo con l’iridata. Si era già capito alle classiche che eravamo di fronte a una Paternoster 2.0, le strade inglesi lo hanno ribadito.

La sua nuova dimensione nasce da una rinnovata consapevolezza: «Nel team, dove sono approdata lo scorso anno, ho trovato la mia dimensione, su di me è riposta tanta fiducia. Lo scorso anno è stato importante e delicato dopo tutto quello che era successo precedentemente, mi è servito per ritrovarmi, per creare una base di lavoro e la squadra ha avuto la pazienza di aspettarmi, ora ne stiamo godendo i frutti».

Il podio di tappa alla RideLondon Classique con Letizia seconda dietro la Wiebes
Il podio di tappa alla RideLondon Classique con Letizia seconda dietro la Wiebes
Già dalle classiche avevi espresso valori diversi dal passato…

Sì e guardando indietro posso anche dire che potevo ottenere anche di più. E’ da inizio stagione comunque che sto andando bene su strada, i valori sono sempre alti e questo mi conforta. Ho una nuova mentalità e consapevolezza e questo sarà importante soprattutto per gli anni a venire.

Se della Paternoster su pista si sa moltissimo, su strada eri quasi un oggetto sconosciuto, tanto che molti ti ritengono una velocista…

Io no, le mie caratteristiche non sono solo la velocità, anche se certamente in volata posso dire la mia. Ma tengo bene anche sugli strappi. Certo, non sarò mai uno scalatore e non potrò competere per la classifica delle grandi corse a tappe, ma anche quando passai professionista si vedeva che avevo caratteristiche multiple. Già quando passai pro’ vinsi il Festival Elsy Jacobs, gara a tappe battendo gente forte come Vos, Kopecky, Balsamo ed era una corsa con molti strappi, percorsi da classiche. Nell’ultima tappa arrivammo in 15 e vinsi io. D’altronde una velocista pura non posso esserlo, non ho leve lunghissime, ma so adattarmi a ogni percorso.

Un passo indietro nel tempo, la vittoria in volata di Paternoster in Lussemburgo. Era il 2018
Un passo indietro nel tempo, la vittoria in volata di Paternoster in Lussemburgo. Era il 2018
Il periodo nero, quello dei frequenti infortuni e conseguente naturale difficoltà a uscirne, sia fisicamente che psicologicamente, è messo finalmente alle spalle?

Sì, soprattutto mentalmente perché se mi guardo indietro non ho rimpianti per il tempo perduto. Sono giunta alla consapevolezza che anche quello è servito, mi ha fatto crescere, maturare. Quei momenti fanno parte del passato, bisogna andare avanti e guardare oltre.

Ora però la strada deve lasciare posto alla pista e al vero grande obiettivo…

Non ho mai perso il focus su quel che conta davvero in questa stagione. Appena tornata dalla Gran Bretagna sono stata due giorni a lavorare su pista a Montichiari e un paio di giornate saranno dedicate a quello anche nelle immediate settimane future, ma dopo il Women’s Tour potrò concentrarmi interamente sulla preparazione su pista. In programma avremo ancora un impegno in Belgio con Guazzini e poi sarà tempo del ritiro in altura.

Nel team australiano la trentina ha trovato l’ambiente giusto per tornare a crescere
Nel team australiano la trentina ha trovato l’ambiente giusto per tornare a crescere
Accennavi prima a Elisa Balsamo. Come hai vissuto il suo infortunio?

Un trauma. Eravamo a Livigno, io e Vittoria. Stavo guardando la corsa in tv, quando ho visto la caduta ho iniziato a urlare «Vittoria, Vittoria» perché Guazzini non stava guardando. Mi è venuto il cuore in gola, eravamo nel panico assoluto, con la gente intorno che ci chiedeva cosa stesse succedendo. Le corse che facciamo in questo periodo sono strane, le affrontiamo con uno stato d’animo particolare. C’è sempre un po’ d’ansia perché una caduta può significare perdere l’obiettivo a cui guardiamo da anni. Anche in Inghilterra, in certi frangenti ci pensavo due volte se buttarmi nella mischia e non nascondo che qualche tirata di freni la diamo…

Un problema che vi accompagnerà anche nelle prossime settimane, come a tutti coloro che, in qualsiasi sport, sono chiamati a partecipare a Parigi 2024…

Sì, perché basta un colpo d’aria, il più piccolo ostacolo a rimescolare le carte. Se uno ci pensa troppo, vive questo avvicinamento con terrore e sarebbe sbagliato. Bisogna fare attenzione, ma mantenendo sempre un atteggiamento positivo.

Alle classiche Paternoster ha mostrato un piglio nuovo, con ottimi piazzamenti
Alle classiche Paternoster ha mostrato un piglio nuovo, con ottimi piazzamenti
Come vivi le incertezze che ora circondano la presenza della Balsamo?

E’ stata una caduta terribile con conseguenze pesanti, ma spero tanto che non lo siano così tanto da impedirle di essere con noi e completare il cammino che abbiamo intrapreso. Dobbiamo confidare nella speranza, noi ci crediamo fortemente che Elisa sarà lì a lottare con noi.

Oltretutto la vostra gara, quella dell’inseguimento a squadre femminile, nei pronostici olimpici è considerata fra le 3-4 gare fra tutte le Olimpiadi con più possibilità di medaglia…

Stiamo toccando tutto il ferro che c’è – afferma ridendo la Paternoster – La pressione è tanta e fondamentale è anche l’approccio alla gara da vivere psicologicamente. In questo ci stanno aiutando molto Elisabetta Borgia come mental coach della nazionale e Paola Pagani che è la mia personale. E’ un bel gruppo il nostro, ci sosteniamo tutte, siamo 6 ragazze intercambiabili e ci diamo forza per esserlo. Lavoriamo su noi stesse per acquisire consapevolezza di quanto siamo forti e dove possiamo arrivare. Se arriviamo tutte al massimo della forma e diamo il 110 per cento, nessun traguardo è precluso.

Paternoster e Kopecky nell’omnium europeo 2024. Le ritroveremo rivali a Parigi 2024?
Paternoster e Kopecky nell’omnium europeo 2024. Le ritroveremo rivali a Parigi 2024?
Tu però non avrai solo l’inseguimento. C’è anche l’omnium che tra l’altro sarà l’ultimo giorno olimpico, quando ci sarà da completare la torta…

Infatti con Villa doseremo la preparazione, in questa prima parte ci stiamo concentrando sul quartetto, a luglio lavoreremo anche sull’omnium per essere pronta per il grande evento. Ho molta fiducia in Marco perché sa come si vince un’Olimpiade, l’ha fatto da atleta e da tecnico, è la persona migliore per trovare la quadra. Mi fido del suo metodo, so che può portarmi lontano.