Raramente ci era capitato di vedere la Longo così delusa. Quando Elisa arriva, ha lo sguardo mesto e il tono dimesso. Nel giro di pochi secondi, il suo mondiale ha cambiato faccia. E dalla speranza di arrivare da sola, si è ritrovata a remare nelle retrovie di una volata non sua. Il ricongiungimento che ha permesso a Silvia Persico di conquistare il bronzo e ad Annemiek Van Vleuten di vincere la corsa iridata ha privato Longo Borghini delle ultime chance di giocarsela. Difficile dire come sarebbe finita nella volata a cinque, ma neppure quello era lo scenario che aveva progettato. L’idea era di arrivare da sola, ma scattare con l’asfalto bagnato su quel muro così ripido ha reso impossibile fare vere accelerazioni.
«A un certo punto ho pensato di dover fare quella volata – dice – ci ho anche sperato sinceramente. Sono contenta perché alla fine l’Italia porta a casa un bel bronzo e questo è un bel successo di squadra, alla quale tengo molto. E’ ovvio, personalmente, sono un po’ dispiaciuta perché essere ripresa ai 500 metri dall’arrivo brucia sempre un po’, però l’importante è aver preso una medaglia».
Grazie alla squadra
L’attacco era previsto. Il piano di Sangalli si è realizzato quasi alla perfezione. Il difetto sta nel fatto che a vincere sia stata infine un’altra. Lo scenario vedeva la Longo andare via in salita con le 3-4 migliori e nel gruppetto alle sue spalle sarebbe dovuta entrare la Persico, pronta allo sprint in caso di ricongiungimento.
«Era tutto previsto – conferma Elisa – e sapevamo che Silvia stava molto bene. Ci tenevo molto a questo mondiale. E’ stata una stagione particolare, però è così. E’ il ciclismo e va benissimo così perché abbiamo una medaglia. Abbiamo corso veramente bene, io devo ringraziare le mie compagne e soprattutto nel finale Sofia Bertizzolo, ma tantissimo anche Vittoria Guazzini, Elena Cecchini. Tutte le mie compagne che hanno creduto tantissimo in me e spero di non averle deluse (in apertura l’abbraccio con Balsamo e Cecchini, ndr), ma credo che alla fine Silvia abbia salvato tutte e sono contenta per lei, perché quest’anno ha fatto una bellissima stagione».
Strappo fatale
Da un’Elisa all’altra, il mondiale dell’iridata uscente ha seguito la logica sperata fino a due giri e mezzo dalla fine. Nei giorni precedenti Balsamo è parsa concentratissima, dedita a curare ogni cosa nei minimi dettagli. Anche nel primo giorno di pioggia, mentre le compagne giravano sui rulli con apparente disinteresse, Elisa è subito parsa impegnata in una sessione di vero allenamento. Quando però si è resa conto di non riuscire a tenere sugli strappi, ha dato via libera alle compagne.
«La gara è venuta dura – racconta – ci sono anche queste giornate. L’ho capito nel penultimo giro, visto che non riuscivo a tenere il passo sullo strappo e ho capito che semplicemente non sarebbe stata la mia giornata. Succede».
Il freddo di colpo
Su questo percorso che ha visto al traguardo non già velocisti ma uomini e donne da classiche, la missione per Balsamo prometteva di essere impossibile.
«Ero consapevole – conferma – del fatto che per me sarebbe stato duro. Avrei dovuto centrare una giornata davvero super e sperare magari di riuscire a rientrare da dietro e così non è stato. Silvia (Persico, ndr) comunque ha preso una medaglia, quindi penso che sia una cosa molto positiva. Diciamo che alla fine faceva freddo, quindi può essere che abbia anche condizionato la gara».