Consonni-Guarischi, volata e… dispetti

19.04.2021
5 min
Salva

Guardate la gamba nella foto della volata e per una volta lasciate stare la lingua fra i denti, che è il suo marchio di fabbrica. Adesso Chiara Consonni ha la gamba da atleta vincente. E quando ieri le rivali alla Vuelta CV Feminas, che sarebbe la Valenciana della donne, se ne sono rese conto, non è rimasto loro che mettersi in fila. Forse qualcuna lo aveva intuito anche prima, in realtà. Tanto che le ragazze della Movistar hanno fatto le furbe e lasciato alla Valcar-Travel&Service tutto il peso dell’inseguimento. Ma quando ai meno dieci il gruppo è tornato compatto, si è capito che nessuna sarebbe sfuggita alla volata. E a quel punto… prima Consonni, seconda Guarischi, terza Lebail, quarta Bulleri, quinta Alzini.

Margaux Vigie, francese di 25 anni, ha fatto il lavoro pesante in pianura
Margaux Vigie, francese di 25 anni, ha fatto il lavoro pesante in pianura

Furbine di Spagna

Chiara ride sempre, ne abbiamo già parlato: figuratevi se vincere non la metteva di buon umore. Però ci sta, i velocisti devono esser un po’ fuori, sennò come farebbero a cercare certe linee?

«In realtà era cominciata male – inizia – perché quelle della Movistar sono state tutte un po’… Meglio che non ve lo dico. C’era fuori la fuga e non hanno tirato un metro. E’ toccato fare tutto a noi. Le abbiamo riprese ai meno 10 e a quel punto hanno cominciato a scattare per non arrivare in volata…».

Dall’inizio dell’anno, Guarischi non ha fatto altro che tirare
Dall’inizio dell’anno, Guarischi non ha fatto altro che tirare

Valcar nel mirino

In un’ideale intervista doppia con bici.PRO, cui la Conso è ormai abituata, entra ora in scena Barbara Guarischi. E anche lei ride.

«Un secondo posto potrebbe mettere di buon umore – dice – ma per la persona che sono, produce solo grande rodimento. Era da un anno che non facevo volate, ma lo sapevo dal mattino che avrei dovuto provare. Il grosso punto di domanda era sulla Valcar. La Valenciana non è una gara WorldTour, dove quest’anno c’è un livello stellare. E loro ieri avrebbero potuto controllare bene la corsa. Per cui il fatto che non tirassimo e che poi siamo scattate era tutto pianificato. Volevamo che lavorassero di più, anche perché Chiara è comunque più veloce…».

Ilaria Sanguineti ha tirato la volata assieme a Silvia Persico
Ilaria Sanguineti ha tirato la volata assieme a Silvia Persico

La svolta di Mouscron

Chissà se leggendo queste parole Chiara continuerà a ridere, probabilmente sì. «Hanno fatto un gran lavoro – dice – Matilde Bertolini, che era alla prima corsa con noi, poi Silvia Persico e Margaux Vigie. E quando siamo state certe di aver la volata a portata di mano, il capolavoro lo hanno fatto Sanguineti e Alzini. Avete visto che nella foto dell’arrivo, dietro ci sono un sacco di braccia alzate? Sono loro. Era una corsa piatta, appena vallonata, ma partire da favorita ha pro e contro. La vittoria di Mouscron mi ha dato morale e ha confermato che oltre ad allenarmi ho bisogno di correre tanto. Se il Capo (Davide Arzeni, suo diesse alla Valcar, ndr) non mi avesse portato a fare tutte quelle corse in Belgio, ora non avrei questa condizione. Ma da stamattina sarò di nuovo in pista per un ritiro di tre giorni, poi si va a correre in Lussemburgo».

Barbara Guarischi, Movistar Team
Barbara Guarischi, Movistar Team, per un giorno leader della sua squadre
Barbara Guarischi, Movistar Team
Barbara Guarischi, Movistar Team, per un giorno leader

Velocista per caso

Di Guarischi alla Movistar ve l’abbiamo già raccontato. Ma se hai l’indole di quello che si butta dentro, fai fatica a metterla via per limitarti a tirare. Lei non lo dice, ma ieri s’è divertita un mondo.

«Non dovevo neanche correre – dice – ma con il Covid cambiano spesso i programmi e mi sono ritrovata alla partenza. Ho fatto la volata, è stata un’eccezione. Non ho più l’occhio per vedere chi ti entra e ti esce dalle ruote, l’ultima volata l’avevo fatta a ottobre. Quest’anno ho sempre tirato. Di solito quando si arriva all’inizio del casino della volata, mi sfilo. Ma la mia natura è quella di buttarmi, per cui… Sì, mi sono divertita!».

Persico sempre accanto alla capitana, fino al finale
Persico sempre accanto alla capitana, fino al finale

Conso… e adesso?

La Conso guarda al futuro e vede altre opportunità, anche se la squadra è ricca di prime donne e non sarà facile trovare varchi.

«Come ogni anno – dice – ciascuna troverà i suoi spazi. Finalmente ho rotto il ghiaccio  e speriamo di trovare questo stesso livello anche in corse più importanti. Adesso che andiamo in Lussemburgo, ci sarà da stringere i denti, perché i percorsi non sono così veloci. Ma andiamo con la voglia di fare bene e servirà sapersi difendere in salita. Non diventerò mai una scalatrice, ma certi lavori tocca farli anche per andare forte in pista. Non se può fare a meno».

Guarischi… e adesso?

La Guarischi guarda al futuro e vede una sola certezza. Non vuole fare il Giro Rosa. «Mica perché abbia qualcosa contro di loro – ride – ma perché non mi trovo bene con il caldo e poi ci sarà di certo la velocista e mi toccherà tirare. Ho detto così anche negli ultimi due anni e mi è sempre toccato farlo, riproviamo a evitarlo questa volta. Abbiamo un bel gruppo, riusciamo a incastrarci bene anche cambiando ogni volta i nomi. Vincere non è mai semplice, ma fra giugno e luglio potrei avere i miei spazi in un paio di gare a tappe in Belgio…».

Chiara Conso prima, Baby Guarischi seconda: entrambe l’espressione di un movimento italiano che cresce e ha sostanza. A coloro che si chiedono come mai il ciclismo delle ragazze stia venendo su così in fretta, suggeriamo timidamente di conoscerle e frequentarle. Qui si parla di atlete top di gamma, potenziali campionesse e leader già affermate. Fermarsi a guardare le apparenze dando di gomito davanti agli scatti su Instagram, significa come minimo mancare loro di rispetto.