Quello di Maria Giulia Confalonieri alla Uno-X era stato uno dei trasferimenti dello scorso autunno che aveva destato più curiosità ed interesse. Un po’ per la voglia della 29enne di Seregno di mettersi in proprio dopo anni al servizio delle compagne. Un po’ per scoprire da più vicino la formazione norvegese WorldTour al suo secondo anno di vita.
L’avvio del 2023 è stato incoraggiante. Al UAE Tour la Uno-X ha subito capito che su Confalonieri si può sempre contare. Un quarto ed un sesto posto ottenuti dalla lombarda nelle frazioni vinte in volata da Charlotte Kool, oltre ad un ruolo da regista in corsa. Dopo questi primissimi mesi, è stato quindi naturale sentire Maria Giulia per farci raccontare il nuovo mondo nel quale è entrata. Un mondo che spazia su più fronti ed in continua evoluzione.
Cosa vi hanno detto queste prime gare?
Oltre a correre negli Emirati, abbiamo esordito alla Vuelta CV ed ora le mie compagne sono alla Setmana Ciclista a Valencia. Sono gare che ci servono per far correre tutte le ragazza e per mettere ritmo nelle gambe in vista della campagna del Nord. Lassù avremo un calendario intenso per circa due mesi. Siamo soddisfatte dell’UAE Tour ma dobbiamo oliare tanti meccanismi perché ho già avvisato le mie compagne che in Belgio sarà tutta un’altra musica.
Come sarà il programma?
Il 25 febbraio correremo la Omloop Het Nieuwsblad. E’ un “mini Fiandre”. Personalmente negli anni precedenti lo ritenevo il termometro della condizione mia e della squadra. Se dovesse andare bene non bisognerà esaltarsi troppo così come non dovremo deprimerci qualora andasse male. Di sicuro però ci darà delle indicazioni importanti. Da lì in avanti faremo Le Samyn, poi tutte le altre classiche fiamminghe fino alle Ardenne con qualche capatina in Olanda. Salteremo pertanto Strade Bianche e Cittiglio. La scelta della squadra è stata dettata da una questione organizzativa anche per contenere i costi visto che hanno una base logistica in Belgio. Fin dal primo ritiro ci hanno fatto capire che volevano focalizzarsi sulle classiche del Nord.
Com’è stato invece l’impatto con la Uno-X?
Buonissimo, grazie ai due ritiri che abbiamo fatto. Il primo dal 5 al 15 dicembre a Mallorca dove c’eravamo solo noi del team femminile. Poi altri dieci giorni a gennaio ad Altea dove c’erano anche le formazioni maschili, quella dei pro’ e il Devo team. Naturalmente avevamo programmi e allenamenti diversi, anzi già noi ragazze uscivamo in due gruppi, però è stata l’occasione per conoscere meglio tutta la società. Il responsabile dei diesse è Arvesen. Il faro di tutto il gruppo è naturalmente Kristoff e la sua vittoria di mercoledì in Algarve ha fatto impazzire tutto l’ambiente nelle nostre chat. Anche Waerenskjold è un corridore importante per la società e molto seguito in patria.
Che mentalità hai trovato?
Internazionale benché quasi tutti gli atleti siano norvegesi e danesi, mentre nello staff ci sono tanti olandesi e britannici. Le mie compagne scandinave parlano in inglese anche quando sono fra loro, in modo che tutte le altre “straniere” possano capire o inserirsi nei discorsi per facilitare la conoscenza. Infatti mi sono sentita inclusa fin da subito e l’ho ritenuta una cosa molto carina. Loro ci tengono tanto a condividere ogni notizia sulle tre squadre. Tant’è che hanno un solo profilo facebook e instagram perché vogliono che tutti abbiano la stessa visibilità ed importanza. La Uno-X sponsorizza lo sci di fondo, che è il loro sport nazionale, ed organizza gare di sci per bambini. Tra le loro mission, c’è anche quella di insegnare il ciclismo e far crescere il movimento.
Che impressione hai avuto della tua squadra dopo le prime gare?
Si vede che è una formazione che deve fare tanta esperienza. Stando in gruppo si notano un po’ di mancanza di cultura e tecnica ciclistica. D’altronde è normale che sia così per ragazze che nelle categorie giovanili si saranno trovate a correre in una trentina o meno. Però stanno crescendo bene, hanno talento e ci credono tanto. Ad esempio negli Emirati sono stato molto vicina ad Ahtosalo, la velocista finlandese che va molto forte ma che con i suoi 19 anni deve ancora imparare molto. Sia io che Dideriksen che Koster siamo state prese per poter insegnare molte cose alle giovani.
Hai avuto modo di conoscere i vertici della squadra?
Sì e sono rimasta piacevolmente impressionata, specie dal general manager che è Jens Haugland. Lui ha meno di 40 anni ed è anche il CEO di Uno-X Norway (la catena di carburanti e stazioni di rifornimento low-cost e self-service in Norvegia e Danimarca che fa parte della Reitan Retail, azienda leader nella vendita al dettaglio in vari settori tra Scandinavia e Paesi Baltici, ndr). E’ una persona multitasking. Appassionato di sport, sempre informato nel lavoro e sempre sul pezzo sulle nostre corse. Pensate che quando eravamo negli Emirati ogni giorno mandava un messaggio ad ognuna di noi per sapere come stavamo, per incoraggiarci o per farci i complimenti se avevamo corso bene. Non mi era mai successo prima.
Cosa ci dici delle vostre bici Dare?
So che è una azienda taiwanese che dal 2018 ha una filiale in Norvegia, anno in cui ha iniziato a fornire le bici alla Uno-X. Sono bici montate con Shimano e che attirano l’attenzione degli appassionati. In allenamento a casa tutti gli amatori mi chiedono informazioni. Io ho il modello “aero” viste le mie caratteristiche ma ce n’è anche una più adatta alla salita. Il modello da crono ha un manubrio particolare fatto da Wattshop, una azienda britannica. Nel complesso mi sto trovando molto bene.
La Uno-X è la squadra giusta dove poter vedere Maria Giulia Confalonieri tagliare per prima il traguardo di una corsa?
Speriamo di sì (sorride, ndr). Il successso della generale al Tour de la Semois a settembre mi ha sbloccato, ci voleva. Non ho pressioni, ma mi piacerebbe togliermi questa soddisfazione, anche vincendo al fotofinish, senza necessariamente alzare le braccia al cielo.