Cecchini stregata dal gravel, per “colpa” di Pontoni!

08.11.2023
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«Caro Daniele mi hai fregato!». E’ questa la battuta che Elena Cecchini ha rivolto al cittì del cross – e del gravel – Daniele Pontoni. Una battuta che si riferiva proprio al gravel, specialità dalla quale l’atleta della  SD Worx sembra sia rimasta stregata.

I fatti. E’ estate e Pontoni chiede ad Elena se le va di provare il gravel. In palio dapprima la maglia azzurra agli europei e poi forse anche quella per i mondiali. Gli appuntamenti arrivano a fine stagione e Cecchini accetta. Curiosità, e il fatto di non fermarsi troppo presto per lo stacco invernale, inducono la friulana ad accettare. Da quel momento si apre un mondo.

Due friuliani in foto: Cecchini con il cittì Pontoni. Amicizia di lungo corso ma prima esperienza di lavoro insieme
Due friuliani in foto: Cecchini con il cittì Pontoni. Amicizia di lungo corso ma prima esperienza di lavoro insieme
Elena, e così Pontoni ti ha fatto innamorare del gravel, ti abbiamo visto pedalare sullo sterrato anche dopo questi due appuntamenti in azzurro…

Diciamo che mi è piaciuta tutta questa cosa! Le cose sono andate così: durante l’inizio dell’off-season volevo fare un’uscita e ho deciso di farla in gravel. Io ho fatto la mia primissima esperienza con questa disciplina giusto in Belgio, per l’Europeo. Lì c’erano anche i cugini De Marchi. Così ho chiesto a loro se in Friuli c’erano dei bei percorsi per fare gravel. 

E loro?

Mi hanno risposto: «Sì, sì… è bellissimo, abbiamo dei percorsi stupendi». In quei giorni ero ad Udine e così mi sono scaricata una traccia di una sessantina di chilometri e sono andata. Mi sono divertita molto. Ho intersecato spesso le strade che facevo su strada, ma con queste deviazioni gravel.

Quindi si può rifare?

Sì, sì… Alla fine la verità è che questa specialità è arrivata nel momento giusto. Ero a fine stagione, io dovevo comunque risalire in Olanda per fare alcune cose con la squadra e l’europeo non era troppo distante. Da sempre ho fatto solo strada e pista e non sapevo quanto questo potesse aiutarmi. Ma Barbara Guarischi, che è in squadra con me, mi ha detto di venire, di provare, che ci saremmo divertite. Lei aveva fatto questa esperienza anche lo scorso anno (era la tricolore in carica, ndr). Così mi sono ritrovata a debuttare all’europeo. Ed è stata una tra le gare più dure che abbia fatto in vita mia per l’intensità con cui si è corso.

Esordio col botto per Cecchini, terza all’europeo alle spalle della compagna di club Wiebes (prima) e della crossista Fem Van Empel (seconda)
Esordio col botto per Cecchini, terza all’europeo alle spalle della compagna di club Wiebes (prima) e della crossista Fem Van Empel (seconda)
Per il prossimo anno pensi che potresti valutare qualche evento?

In effetti ho dato uno sguardo al calendario, perché con il ranking se sei messa bene in classifica parti più avanti e questo ti consente di fare un grande sforzo in meno. Se in primavera o in qualche momento idoneo della stagione si potrà fare qualche gara magari ci si potrà organizzare.

Quindi l’interesse c’è…

Vediamo! La squadra ha dato l’okay. Specialized chiaramente è interessata, nessuno ci ha messo i bastoni tra le ruote, abbiamo tutte una certa libertà. E poi ho notato che è un ottimo allenamento per la strada: si fa parecchio endurance, perché comunque le gare durano ore, ma con tanta intensità. Un’intensità così prolungata non è cosa da poco. E ancora dico che in generale mi è piaciuto moltissimo. Mi è piaciuto anche l’ambiente.

Cioè?

E’ stato anche bravo Pontoni secondo me. Conosco Daniele da una vita, anche se non avevo mai lavorato con lui. E credo che lui si stata la chiave di volta di tutto. In nazionale si respirava davvero un clima di divertimento, pur mantenendo quella serietà necessaria visto che in palio c’erano delle medaglie. Pontoni ha creato un bel gruppo, nonostante fosse molto eterogeneo: c’erano stradisti, biker, crossisti… Forse ci ha aiutato anche il fatto che la componente friulana era corposa. Ma nel complesso tutti ci siamo divertiti tantissimo.

Anche tecnicamente Elena potrà trarre vantaggio da questa specialità (foto Instagram)
Anche tecnicamente Elena potrà trarre vantaggio da questa specialità (foto Instagram)
Insomma ci sono aspetti fisici e tecnici importanti in tutta questa vicenda. Ci puoi dire la cosa che ti è piaciuta di più in tutta questa nuova avventura?

Mi è piaciuto il fatto che da tanto tempo non riuscivo a divertirmi così in gara. Mi spiego: correndo solo su strada sei più concentrata, hai inevitabilmente qualche pressione in più. Queste volte invece sono stata più spensierata. Se sbagliavo una curva non era un dramma, non era un problema. Su strada questo non sempre è possibile in quanto è il mio lavoro. Ma questa esperienza mi insegnato questo nuovo approccio mentale alla gara.

Quindi agli aspetti fisici e tecnici dobbiamo aggiungere anche quelli mentali. E invece una cosa che non ti è piaciuta?

Non mi è piaciuto il fatto che si tratta di corse ufficiali in cui si assegnano maglie e medaglie e dopo 3 minuti partono atleti uomini “non-pro”. Ciclisti senza una licenza da professionisti, che poco dopo si sono mischiati nella nostra corsa. A quel punto per tutte noi si è trattato di sopravvivere alle loro ruote. Per fortuna al mondiale eravamo solo donne e infatti è andata meglio, anche da un punto di vista tattico. C’è stata una gara più lineare. Almeno so che l’UCI ci sta lavorando. Di certo questo gravel è una disciplina coinvolgente e che attira tante persone.